Un pò come il “Black album”
dei Metallica, il DVD di questo gioco è
nero come la pece, e da questa riedizione
traspare la fiducia di Atari in questo first
person shooter e la voglia di convincere
anche il più scettico dei videogiocatori
sulle buone qualità del prodotto
sviluppato da People Can Fly. Ad onor del
vero quest’edizione potrebbe far felici
tutti quelli che non avevano ancora posato
le mani sul capitolo originale ed erano
decisi a farlo, perchè non solo si
tratta di una versione aggiornata all’ultima
patch, ma il pacchetto comprende anche il
recentissimo Battle out of Hell, espansione
ufficiale di Painkiller, ed un completo
editor di mappe con tutto il necessario
per sviluppare mod fatti in casa. Una vera
manna dal cielo per quelli che amano creare
il proprio gioco su misura, considerando
che il motore grafico fa spavento, la cosa
non può che giovare ad una “Black
Edition” particolarmente attesa.
Va presa in considerazione anche la presenza
di un bel video del “making of”
di PK ed altri gustosi extra tipici delle
director’s cut.
Già il fatto di non avere tra le
mani tre scomodi cd (più due dell’espansione),
ma un bel DVD, mi ha tirato su il morale,
poi la voglia di rigettarsi nella mischia
delle risse furibonde, nei vari deathmatch
on-line, mi ha divertito più ora
di quanto non avesse fatto al momento del
suo rilascio originale.
Le sette modalità multiplayer, la
moltitudine di mappe e la possibilità
di sviluppare nuove avventure, completano
l’opera.
Il gioco vero e proprio è sempre
quello, e come avevo già detto sia
durante la sua prima apparizione, che durante
il suo recente ritorno nella “battaglia
fuori dall’inferno”, o lo
si ama o lo si odia.
Painkiller non ha mezze misure, ma visto
il successo di pubblico, fatevi due conti.
Come sparatutto prende alla lettera il nome
del genere di cui fà parte e ne fa
un credo.
Orde su orde di creature, per giunta dal
design super accattivante, vi caricano in
continuazione, quindi non vi resta che fare
lo spara tutto! Niente dialoghi che possono
distrarvi o distogliervi, nessun PDA su
cui ascoltare messaggi di gente che lavora
su Marte, e poi la fisica altamente evoluta
non serve mica per creare nuove formule
di gameplay... certe cose si lasciano a
giochini come quello sviluppato a VALV(E)ole,
qui l’Havok 2.0 serve solo a fare
l’effetto più fico e doloroso
quando impalate uno zombie o quando sparate
una doppiettata nelle gengive di un demone
troppo cresciuto.
Inizio a sospettare che Daniel Garner sia
un parente stretto di un certo Dante (“Let’s
Rock Baby!”)...
La storia è sempre quella
del titolo originale: siete morto in un
brutto incidente assieme alla vostra compagna
e non essendo uno stinco di santo (voi,
non lei ovviamente), avete imboccato la
strada sbagliata verso l’aldilà,
ma qualcuno lassù vi ama.
Vi viene quindi data la possibilità
di fare il rappresentante di piombo confezionato
in proiettili di vario calibro in purgatorio,
così da guadagnarvi un passaggio
in paradiso per rincontrare la vostra amata.
Ovviamente la strada per il cielo è
lunga, quindi non vi resta altro da fare
che imbracciare l’arma più
cattiva del vostro arsenale, e fare fuoco
più a lungo possibile su tutto ciò
che si muove finche non vi troverete di
fronte l’enorme boss che controlla
il quartiere.
Una volta al cospetto di uno di questi giganti,
dovrete trovare il modo di fargli più
male possibile, così da spedirlo
dove potrà guardare un verde prato
dal lato delle radici.
Sconfitto il disgraziato troppo cresciuto,
si passa alla prossima area e così
via ripetendo l’iter più e
più volte fino a che l’ultimo
demone non smette di respirare. Niente di
impegnativo per le meningi, ma abbastanza
divertente per chi ama titoli come Serious
Sam ed affini.
In attesa di un sicuro seguito in grado
di migliorare la semplicistica meccanica
di gioco, quest’edizione è
stata una gradita sorpresa.
Un gioco che posso suggerire agli amanti
degli FPS ignoranti o a quelli che davanti
ad un videogioco vogliono solo scollegare
il cervello ed azionare il fuoco automatico.
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