La Trama
Kuwait, 1991. Il Capitano Ben Marco (D.
Washington) e la sua squadra, guidata dal
Sergente Raymond Shaw (L. Schreiber), rientrando
alla base dopo una ricognizione in territorio
iracheno, vengono colti in un imboscata,
durante la quale lo stesso Capitano viene
colpito, e due uomini perdono la vita. Sarà
proprio il Sergente Shaw, preso il comando,
a guidare i suoi compagni alla salvezza
dopo tre giorni di marcia nel deserto, guadagnandosi,
su segnalazione dello stesso Marco, la medaglia
d’onore del congresso. Quasi quindici
anni dopo, l’ormai Maggiore Marco
lavora per l’esercito tenendo conferenze
che incoraggino i giovani americani ad arruolarsi
e intraprendere la carriera che ha reso
lui stesso fiero del suo paese e ha portato
uomini come Raymond Shaw dove sono, in questo
caso in corsa per un posto da vicepresidente
degli Stati Uniti.
Proprio al termine di uno di questi incontri,
Ben ha occasione di rivedere il vecchio
commilitone Al Melvin (J. Wright), anch’egli
sopravvissuto a quella terribile imboscata:
la rimpatriata, però, non ha il sapore
che dovrebbe avere, e Marco, visibilmente
turbato, nota quanto quell’episodio
e le sue conseguenze – incubi così
vividi da parere superiori, per intensità,
ai ricordi – abbiano segnato nel profondo
il compagno. Il Maggiore si allontana in
fretta, liquidando Melvin consigliandogli
la visita ai medici militari che si occupano
di casi come il loro di reduci affetti dalla
cosiddetta “sindrome della Guerra
del Golfo”. Giunto a casa, Marco
riflette, pensa, si perde nelle immagini
della campagna per l’elezione del
nuovo presidente, pare allontanare da sé
il fatto che, medicinali prescritti dai
militari o no, anche lui, da anni, è
preda degli stessi incubi che hanno divorato
Melvin.
Marco, convinto che lo stesso Shaw possa
essere coinvolto negli eventi di quella
lontana notte, e nella stessa morte dei
due soldati non riportati indietro dall’eroico
sergente, comincia un indagine che lo porterà
sotto il mirino del controllo dei federali,
nel cuore della campagna presidenziale che
vede passeggiare sul filo di delicati equilibri
non sempre figli di interessi “puliti”
la stessa madre di Raymond, la senatrice
Eleanore Shaw (M. Streep) – eminenza
grigia del suo partito – e il senatore
Thomas Jordan (J. Voight), avversario diretto
di Raymond per la carica di vicepresidente.
Preda di ansia e depressione, convinto di
essere seguito, incapace di fidarsi di alcuno,
sia anche una ragazza interessata a lui
(Rosie, interpretata da K. Elise), alla
ricerca della verità persa nei sogni
per quasi quindici anni, di informazioni
che gli possano permettere di scoprire quali
trame sono state tessute alle spalle di
uomini come lui da multinazionali come la
Manchurian, finanziatrice del partito degli
Shaw, Ben Marco sarà costretto a
fuggire, lottare, rivolgersi a vecchi amici
dell’esercito a lui debitori (Delp,
interpretato da B. Ganz), imparare a diffidare
della sua stessa mente e delle voci attorno,
che, pur se sussurri, paiono essere in grado
di mutare la sua vita, come quella della
famosa “squadra scomparsa”
di cui gli era stato affidato il comando.
Riuscirà Marco a vincere i suoi fantasmi,
e scoprire la verità, per sopravviverle?
E quale mai potrà essere, la verità?
Chi controlla chi?
Vincere le elezioni significherà
davvero una vittoria?
E il soldato Marco, obbedirà agli
ordini fino alla fine?
Commento
Alzatevi dal letto, ben svegli. Riprendete
contatto con il mondo, aprite la finestra
e guardate fuori il sole della primavera
splendere sugli alberi, riflettendo tutto
il suo fulgore sul verde smeraldino delle
giovani foglie figlie di stagione, accarezzate
dal vento, protette dall’azzurro di
un cielo mai così limpido, privo
di nuvole. Fate un respiro profondo, e ringraziate
Dio per i doni che vi ha dato, e gli uomini
che hanno permesso che venissero conservati
affinché voi, tutti voi, concittadini,
amici, fratelli, possiate goderne ogni giorno.
Ringraziate, perché tutto questo
è stato possibile grazie a voi, veri
responsabili dell’elezione di chi,
ora, garantisce che ogni giorno sia perfetto,
limpido e tiepido come questo. Non potete
sapere quello che oltre il nostro cielo,
i confini, il passato poteva essere, e cosa
sarebbe stato, se la vostra scelta non fosse
stata questa.
Dovete avere paura, di quello che si nasconde
oltre il nostro orizzonte, oltre questo
azzurro che tutti invidiano, e che nessuno,
per corruzione, cattiveria ed incapacità
ha saputo replicare. Dovete avere paura,
perché dietro i loro volti si nascondono
invidia e sete di potere, tradimento e inganno.
Loro, manipolatori e terroristi, sognano
di distruggere il nostro paese perché
incapaci di crearne uno altrettanto sicuro,
accogliente, luminoso come questa giornata
di inizio primavera. Respirate bene, alla
finestra, e rivolgete un solo pensiero a
tutti loro.
I fantasmi che vorrebbero turbare i nostri
sonni di cittadini orgogliosi. A questo
punto, prendete posto a tavola per una sana,
abbondante colazione, accendete il televisore
e ascoltate tutto quello che, nel mondo,
è figlio di quell’invidia,
degli intrighi che noi vi abbiamo risparmiato,
che voi vi siete risparmiati, dandoci l’onore
di guidare il nostro grande paese verso
nuove stagioni, luminose e magiche come
questa.
Imparate a temerli, cari, carissimi concittadini,
amici, fratelli, perché loro sono
il nemico, pronti a distruggere tutto quello
che noi, insieme, sempre insieme, abbiamo
creato, invidiosi del nostro successo, delle
nostre imprese, del nostro lavoro, fintanto
dei nostri vestiti. Abbiamo cercato di aiutarli,
portando il nostro sapere, la cultura, i
prodotti anche oltre i nostri confini, consci
di fare cosa buona e giusta, di indirizzare
anche chi non lo meriterebbe alla via luminosa
che noi abbiamo percorso. Ma purtroppo,
non c’è stato nulla da fare.
La loro indole è rabbiosa, inalterabile,
legata a tutti i peccati di cui sentiamo
parlare in Chiesa, la domenica, ammoniti
del pericolo dai nostri amati pastori, sempre
consci della presenza del Male, in questo
mondo.
Loro vorrebbero esercitare su di noi il
terrore, scuotere le fondamenta di questa
grande casa, distruggere tutta la libertà
che abbiamo costruito, che voi avete costruito,
affidandoci il timone di questa nave fiera
e salda.
Ma noi non cederemo, fratelli, perché
sappiamo che la verità vive nei nostri
cuori fieri di questo sole luminoso. Siamo
pronti a vincere il terrore, perché
Dio e la Nazione hanno scritto un destino
per noi, il destino della libertà.
Lavate i piatti sorridendo, tenendo la finestra
aperta, lasciandovi accarezzare dal vento,
come dalle nostre parole, così avvolgenti
e soavi, recitate alla televisione, o alla
radio, ogni volta che una dimostrazione
del terrore si è chiusa, mostrandoci
l’orrore e ricordandoci che esiste,
come noi esistiamo per combatterlo. E’
questo che siamo, in fondo. Soldati, paladini
della primavera, del sole, della libertà,
della luce, di ogni colore della nostra
bandiera.
Ora che i piatti sono tutti puliti, e quel
rosso fastidioso è stato lavato,
andate, fratelli, andate a prepararvi: una
giornata così bella merita di essere
festeggiata.
Indossate la mimetica, dipingetevi il volto
dei colori che il terrore non potrà
vedere, calzate l’ultimo modello di
scarpe da sfilata che abbiamo disegnato
apposta per voi, offrendole a tutti, come
democrazia vuole, al migliore prezzo possibile.
Sono così belle, non è vero?
Candide come gigli. Ora guardatevi allo
specchio, e compiacetevi dell’immagine
come dei nostri grandi valori.
Aprite la scatola che vi abbiamo donato
per Natale, raccogliete tutto il necessario:
quella pistola è maneggevole e leggera,
non trovate?
E che gioiellino impareggiabile quel fucile
di precisione!
Guardatevi ora, fratelli. Siete così
belli da emanare lo stesso fulgore invisibile
del sole. Irradiate libertà. Sorridete.
Andate al balcone. Appostatevi, sereni e
accarezzati dal vento. Posizionate il treppiedi
del fucile, osservate il centro del mirino.
Non vi sentite meglio, ora? Noi vi vediamo,
dall’alto dell’azzurro, dietro
quei coloratissimi cartelloni che riflettono
la luce meglio delle foglie smeraldo. Sentite
il vento, e siate felici. Siamo tutti figli
della libertà.
Ora guardate bene, la strada sotto di voi.
Sapete chi sono i nemici, perché,
dall’alto del nostro compito onorevole,
vi abbiamo aiutato a individuarli.
Sorridete. Dovete solo premere il grilletto.
Continua
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