La Trama
E’ la mattina del giorno di San Valentino,
un risveglio mesto e consueto per Joel (J.
Carrey): si prospetta una giornata di lavoro,
il malessere cresce nel cuore, senza sapere
perché, la macchina è stata
inspiegabilmente danneggiata durante la
notte, tutto sembra sprofondare nell’inverno.
Poi, improvvisamente, un istinto incontrollabile
s’impadronisce del quieto Joel, trascinandolo
su un treno che lo porta al mare, nonostante
il vento, la temperatura, il lavoro. Neppure
lui sa spiegarsi il perché di questo
suo desiderio recondito. Eppure, come per
magia, quella che era nata come una giornata
malinconica, si trasforma in una scoperta
quando, dopo un fugace incontro sulla spiaggia,
e in quello che potrebbe essere l’unico
ristorante aperto di una località
balneare in febbraio, sul treno che li riporta
a casa, Joel conosce Clementine (K. Winslet),
una ragazza impulsiva, lunatica ed esplosiva,
che da subito lo conquista, lui, per natura
all’opposto del quasi eccesso di vita
della ragazza. Una telefonata, il primo
appuntamento, la notte sul lago ghiacciato.
Tutto appare così bello da non poter
essere vero, di quegli incontri che avvengono
soltanto una volta, e cambiano la vita.
In effetti, tutto è già accaduto,
anche se Joel e Clem non lo ricordano più.
I due, infatti, hanno già vissuto
una storia intensa, magica e travolgente,
durata due anni, che, alla sua naturale
conclusione, ha sconvolto Clem così
tanto da spingerla a rivolgersi alla Lacuna
Inc, una società amministrata dal
medico Howard Mierzwiak (T. Wilkinson),
in grado, attraverso un processo di mappatura
dei ricordi, di cancellare dalla mente ogni
possibile momento della vita passata con
un'altra persona, con particolare riferimento
alle situazioni derivate da crisi di coppia.
Joel, venuto a conoscenza di essere stato
rimosso dalla mente di Clem, decide dunque
di seguire lo stesso esempio della ragazza,
e rivoltosi alla stessa società,
decide di cancellarla dai suoi ricordi.
Ha dunque inizio, dopo una dolorosa preparazione,
l’operazione che porterà i
tecnici Stan (M. Ruffalo) e Patrick (E.
Wood) con l’assistente Mary (K. Dunst)
alla rimozione di questa parte della memoria
di Joel: eppure, proprio di fronte allo
svanire dei peggiori momenti della sua storia
con Clem, Joel si pente di essersi rivolto
alla Lacuna, e, complice la conoscenza del
fatto che Patrick abbia rubato il suo posto
nella vita di Clem utilizzando i loro vecchi
ricordi, da battaglia ai tecnici della cancellazione
dall’interno della sua mente, per
salvare almeno un secondo della parte degli
anni passati con Clem.
Riuscirà Joel a conservare nel cuore
almeno un ricordo di quella che è
stata la storia più importante della
sua vita?
E cosa accadrà, quando e se Clem
verrà a conoscenza della sua stessa
scelta di cancellare Joel?
La loro storia può davvero ricominciare,
essere vissuta, finire, una volta ancora?
E quali sono i segreti della Lacuna?
E’ proprio vero il vecchio adagio
che recita “beati gli smemorati che
non ricordano i propri errori”? O
la giovane Mary scoprirà sulla sua
pelle che alcuni ricordi non possono essere
cambiati, dolorosi che siano?
Commento
Sarà capitato a tutti, almeno una
volta nella vita, di soffrire incondizionatamente
a seguito di una storia andata male, di
ferite che, volenti o nolenti, solo l’amore
è in grado di procurarci, grandi
almeno quanto le gioie di un sentimento
che, nonostante artisti, scienziati, uomini
di tutte le epoche si siano sforzati di
spiegare, resta uno dei misteri della nostra
esistenza. Dalle prime cotte delle scuole
medie fino alla cosiddetta maturità
(mai veramente raggiungibile, in questi
casi), passando attraverso rotture improvvise
o una vecchiaia insieme, in ognuno di noi
è stato, è o sarà presente
la voglia, o perlomeno l’istinto,
di cancellare la delusione più cocente,
la sofferenza più grande, o una persona
che, a distanza di un giorno, o di anni,
è ancora in grado di far vacillare
le nostre posizioni, i sentimenti e qualsiasi
nuova storia si stia più o meno felicemente
intraprendendo: nel pieno del rimorso, della
rabbia o del dolore, tutti noi, almeno una
volta, abbiamo pensato “sarebbe
stato meglio se non fosse successo niente”.
E non preoccupatevi se non vi è ancora
accaduto, perché prima o poi succederà,
certo come tante altre piccole cose che
si muovono, misteriose, fra mente e cuore.
Ma è proprio vero che la possibilità
di rimuovere tutto quello che ha riguardato
la nostra esperienza con un'altra persona
sia la via più sicura, la migliore,
la più saggia, o felice?
Possiamo, o potremmo davvero controllare
il nostro destino perché quelle stesse
emozioni non si ripresentino mai più?
Ha davvero ragione il Nietzche che elogia
gli smemorati, o l’incontro a cancellazione
avvenuta di Joel e Clem altro non è
se non la dimostrazione dell’ineluttabilità
dei sentimenti che ci legano ad alcune persone,
a prescindere da quanto questi stessi legami
ci faranno soffrire?
Gondry, regista che viene dal videoclip,
francese con tanta America nella macchina
da presa, figlio, di certo, del ventunesimo
secolo, esplora da par suo uno dei temi
più importanti alla base di una storia
d’amore: la fine di una storia d’amore.
Attraverso un racconto forse complesso,
certo mai noioso o banale, il regista –
supportato dall’ottima sceneggiatura
di Kaufman – mette lo spettatore di
fronte a una situazione di forte famigliarità
(la perdita di un affetto, la fine di una
storia), inserendo nella riflessione elementi
quasi fantastici, dal primo all’ultimo
posti al servizio della narrazione e dell’indagine
effettiva sulla domanda, o la sensazione,
citata dallo stesso titolo: quel candore
supremo, la luce che illumina la mente priva
di pensieri, è davvero quello che
serve alle nostre vite, per fare fronte
a ferite che nessuno è mai in grado
di superare completamente, e che spesso
restano aperte, soprattutto nelle stagioni
più malinconiche della nostra vita?
La pellicola, e Gondry stesso, dal primo
all’ultimo minuto, paiono suggerirci
di no, o perlomeno, scegliere, o cercare
di farlo, come lo stesso Joel, una grande
sofferenza, o un inevitabile conclusione,
a scapito di una “beata ignoranza”
incapace di emozionarci, di emanciparci
come individui, di conquistare la fiducia
di chi ci sta attorno (si osservino, a questo
proposito, i casi emblematici degli uomini
della Lacuna: il matrimonio in crisi del
dottor Mierzwiak, le bugie di Stan, la mancanza
di carattere di Patrick, l’illusione
di Mary): la sofferenza in amore è
parte dell’amore stesso, pare suggerirci
la coppia Joel/Clem, e, al contrario di
quanto si possa pensare, forse è
la stessa sofferenza a rendere, una volta
finita, una storia speciale, quanto i momenti
vissuti in intimità, quelli che sono
– e restano – della coppia soltanto,
dalle risate ai litigi, dallo stare a letto
dopo aver fatto l’amore alla paura
di essere una coppia “come le altre”,
dall’annusarsi le ascelle a vedersi
in bagno, o appena svegli, in qualsiasi
momento che, normalmente, tendiamo a considerare
profondamente nostro, per quanto banale
e istintivo possa essere.
Il tema della memoria torna dunque ancora
una volta ad essere profondamente analizzato
sul grande schermo, e, a pochi anni di distanza
da Memento, si conferma come uno dei campi
d’azione più efficaci del cinema
contemporaneo: una sorta di sforzo, o di
grido d’aiuto, per non dimenticare
chi siamo, o dove stiamo andando, in amore,
prima di tutto, ma anche nella vita, e,
perché no, verso il futuro.
Con buona pace di filosofi e ideologie,
e nonostante la storia tenda a ripetersi
per natura (del resto il destino è
il destino, e Clem e Joel si incontrano
all’inizio del film anche dopo l’operazione
della Lacuna, provando ugualmente interesse
l’uno verso l’altra), credo
– e questo mi pare un altro merito
di questa notevole opera di Gondry –
che tutti noi, a partire dall’intimità,
si debba sempre cercare di conservare più
a lungo possibile i ricordi, lieti o dolorosi
che siano, perché se anche non potremo
salvarci da nuove, inevitabili sofferenze,
è altrettanto vero che da questi
stessi ricordi trarremo tutto il bello del
nostro futuro, pensando, per ogni cicatrice,
visibile oppure no, ai nostri occhi come
a quelli delle persone attorno a noi, che
sarà sempre meglio vivere un dolore
per una cosa finita, che il rimpianto per
una non vissuta.
Continua
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