Un viaggio come tanti, semplice routine
per una nave a metà strada tra un
mercantile e un normale cargo passeggeri…
qualcosa va storto… forse la rotta
mal calcolata, forse un guasto ai sistemi
informatici e l’inizialmente tranquillo
viaggio criogenico degenera nel giro di
pochi minuti in un rocambolesco tentativo
di atterraggio. La nave, con a bordo alcuni
civili ed un detenuto (uno tra i più
pericolosi dell’intera galassia…),
entra in rotta di collisione con un pianeta
che dire inospitale è un eufemismo,
un arido deserto all’apparenza privo
di ogni segno di civiltà o forme
di vita… apparentemente…
Questa splendida quanto immensamente coinvolgente
sequenza iniziale vede Caroline Fry (Raddha
Mitchell) prendere i comandi dell’astronave
per tentare di atterrare evitando ulteriori
danni alle strutture… le decisioni
ovviamente devono essere tempestive e per
salvare il salvabile non esiterebbe a sacrificare
i passeggeri… ma purtroppo (per lei
almeno…) il meccanismo per attivare
lo sganciamento del “carico umano”
non funziona e così la nostra “eroina”
si ritrova senza nessun altro esponente
dell’equipaggio in grado di pilotare
(ufficiali di navigazione morti tutti all’impatto…lei
esclusa), un super criminale che non ha
nessuna voglia di rimanere legato ancora
per molto e alcuni civili da tenere a bada…
i peggiori.
La parte migliore del film è indubbiamente
la caratterizzazione dei personaggi e l’uso
intelligente quanto smodato di filtri cromatici
che riescono a drammatizzare efficacemente
quanto vediamo.
Il pianeta è illuminato da ben tre
soli ed uno di questi è di colore
azzurro, espediente narrativo di sceneggiatura
che fungerà da specchietto per le
allodole per i superstiti attirandoli verso
di esso…
Dopo una partenza folgorante (misticamente
introdotta dalla voce fuoricampo del vero
protagonista, il detenuto Riddick alias
Vin Diesel…) il film ha una battuta
di arresto… i superstiti dell’impatto
partono alla volta dell’entroterra
del pianeta alla ricerca di viveri (tristemente
scarseggianti dopo l’impatto…)
trovando a poco a poco indizi che rivelano
l’oscura verità sull’arido
pianeta che li ospita…e soprattutto
sui suoi abitanti.
Fino al primo incontro con i dimoranti (divoranti?)
la trama si dipana lentamente regalando
poco dopo guizzi di terrore con il contagocce
nei momenti in cui meno te lo aspetti…
ottimo espediente per alzare il livello
di tensione e portare lo spettatore ad un
livello di coinvolgimento che in certi momenti
ricorda il mai raggiunto Alien… la
sceneggiatura è messa in pratica
in modo eccelso fornendo un’interessante
approfondimento emotivo per ogni singolo
personaggio portandoci lentamente alla scoperta
del vero protagonista nonché antieroe
per antonomasia… Richard B. Riddick.
Peculiarità prima del protagonista
è una modifica genetica che gli permette
di vedere in maniera quasi perfetta in totale
assenza di luce… ”inutile
in un pianeta con tre soli” direte,
giusto certo… ma se da li a poco arrivasse
un eclissi che condannerebbe il pianeta
ad un buio totale per un tempo indefinito?
Chi potrebbe riconoscere la strada giusta
senza la minima fonte di energia e di luce?
Bravi, indovinato!!! Volenti o nolenti Riddick
è la loro unica speranza… ma
lui non basta, la popolazione che abita
il pianeta appartiene al buio, il crepuscolo
è il loro territorio di caccia e
guarda caso gli esseri umani casualmente
precipitati sono carne fresca e pronta al
consumo… al di la della storia, che
ha di base la fuga come in tutti gli horror,
è proprio l’interazione fra
i personaggi e la loro consapevolezza di
essere braccati da un qualcosa di forte
e indefinibile a rendere il ritmo del film
incalzante.
La parte davvero convincente è la
commistione di generi che questo film riesce
a realizzare. Da una parte abbiamo un protagonista
carismatico e dalla presenza tipica dell’action
movie, dall’altra abbiamo una trama
da fantahorror che ai tempi fu dimora del
solo alien, queste due parti unite creano
un tipo diverso di intrattenimento che per
impatto visivo/narrativo, alla ricerca di
parallelismi con il mondo videoludico, si
potrebbe accostare al primo Devil May Cry.
Per concludere questa pseudo analisi non
si può che applaudire la splendida
interpretazione di Vincenzo Gasolio e la
trama sapientemente costruita intorno ad
un nuovo antieroe che ha fatto della ruvidezza
caratteriale l’arma giusta per entrare
nell’immaginario dell’horror
moderno.
Contenuti speciali:
• introduzione del regista David Twohy
che spiega le origini del personaggio e
della saga che ne è scaturita, mostrando
poi alcune delle fasi di montaggio del secondo
cap cimenmatografico
• trailer del gioco PC-XBOX “the
chronicles of riddick escare from butcher
bay”
• un’anticipazione di “the
dark fury” l’o.a.v. realizzato
da Peter Chung con tanto di bozzetti e stralci
del lavoro per intero.
• Un microdocumentario sull’evoluzione
di Riddick come personaggio e la sua evoluzione
all’interno delle vicende narrate
• Making of e commenti del regista
durante la visione
• Diario di bordo del mercenario Jones,
nemico giurato di Riddick
|
|
|