La Tecnica
Alla luce delle ultime reviews proposte,
con l’intero ciclo dedicato ai lavori
di Nolan, pare superfluo sottolineare di
nuovo il talento indubbio del regista britannico:
per la prima volta alle prese con un lavoro
“high-budget”, alle dipendenze
di Hollywood e a confronto con un cast “stellare”,
nonostante gli scarsi incassi ottenuti negli
USA, il giovane cineasta non sfigura, e,
anzi, confeziona un prodotto che unisce
il gusto autoriale al cinema destinato al
grande pubblico, pur non raggiungendo i
picchi di Memento.
Supportato da un ottimo staff – scenografia
e fotografia ottime, musica adeguata e un
lavoro splendido al montaggio – e
da attori che non hanno bisogno di alcuna
presentazione – interpretazione grandiosa
di Pacino, che pare, a tutti gli effetti,
non aver dormito con il suo personaggio,
tanto è evidente il suo declino fisico
con il passare dei minuti, altrettanto bravo
Williams, perfettamente sotto le righe,
anonimo quanto basta per essere considerato
innocuo o agghiacciante -, Nolan confeziona
un prodotto per i suoi standard certo più
convenzionale, ma, effettivamente, di molto
superiore alla produzione registica americana
degli ultimi anni (parlando, ovviamente,
delle cosiddette “nuove leve”).
In particolare meritano una citazione il
crescendo delle “allucinazioni”
legate a sonno e stanchezza che colpiscono
Dormer, perfettamente rese attraverso le
immagini e montaggi frenetici quanto brevi
funzionali anche a detta di medici specialisti
– come si può constatare seguendo
il documentario nella sezione extra -, il
ritmo serrato delle pur non numerose scene
d’azione, l’ottima sceneggiatura
e i giochi di luce sfruttati in quasi ogni
scena del film, come a sottolineare la presenza
forzata di questo giorno senza fine, sia
esso in ambienti chiusi o all’aperto,
a evidenziare il “grigio” (in
senso fisico e figurato) o i colori (splendido
il contrasto fra il calore sprigionato dagli
interni dell’albergo e la freddezza
dell’esterno). Straordinari, a mio
parere, i montaggi quasi sovrapposti della
luce che filtra nella camera di Dormer e
del sangue assorbito dalle fibre della camicia,
nel continuo ricorrere della prima immagine
della pellicola.
Una citazione meritano anche la sequenza
del cane nel vicolo, non tanto per quanto
riguarda lo svolgersi effettivo dell’azione
o la risoluzione della trama, quanto per
la “mise en scène”, e
l’inseguimento sui tronchi galleggianti,
che comprende anche ottime, pur se brevi,
riprese subacquee.
In conclusione, una pellicola sicuramente
promossa anche dal punto di vista tecnico,
che, pur mancando dell’originalità
che fino a questo momento aveva contraddistinto
le opere del regista, resta impeccabile
in ogni suo ulteriore aspetto, di certo,
e di molto, superiore all’originale,
dello stesso titolo, a opera di Erik Skyoldbyaerg,
del 1997.
Chiudo confermando, per quanto riguarda
l’edizione italiana, l’ottima
resa sia audio che video.
Contenuti Extra
L’ottima edizione di questa pellicola,
editata dalla Medusa, presenta una sezione
di contenuti extra davvero esaustiva, suddivisa
fra i due dvd presenti nella confezione:
nel primo disco, oltre al film, troviamo
le consuete opzioni di commento del regista,
di Seitz (sceneggiatura), Dorn (fotografia),
Pfister (fotografia) e Crowley (Scenografia),
oltre alle sezioni dedicate al cast artistico
e tecnico e – raro ma utile –
all’elenco dei doppiatori italiani.
Nel secondo disco, invece, l’ampia
scelta propone il backstage con numerose
riprese delle location e della realizzazione
delle scene – tutte registrate in
presa diretta e senza alcun commento (può
essere noioso guardarle, ma sicuramente
rende benissimo l’idea di quello che
è il lavoro di una troupe cinematografica)
-, lo speciale dedicato al film (corredato
da interviste al regista, al cast e ai produttori
– presenti, fra gli altri, anche Soderbergh
e Clooney – e arricchito da retroscena
riguardanti la pellicola stessa –
di nuovo Nolan parla dell’attenzione
posta al protagonista e al lavoro svolto
per fare in modo che lo spettatore “entri”
principalmente nella sua testa –,
gli attori – interessante il confronto
fra gli stili e il comportamento di Pacino,
più intimista e misurato, e Williams,
socievole, estroverso e “incontenibile”
-, i temi trattati – di nuovo il regista
torna a parlare di un “grigio costante”,
e non di un mondo dove a scontrarsi sono
“bianco” e “nero”-,
l’associazione a Memento, certamente
simile, per approccio, attenzioni verso
il ruolo principale e utilizzo del concetto
di “doppio” a Insomnia), un
interessante intervista improvvisata di
Nolan a Pacino girata sei mesi dopo la fine
delle riprese (occasione per notare quanto
un regista giovane come Nolan si senta suggestionato
dal grande Al – che, soprattutto nella
prima parte dell’intervista, ribalta
i ruoli quasi involontariamente –
e ascoltare gli aneddoti di una vera e propria
leggenda cinematografica, con citazioni
di Serpico e riferimenti a Lumet –
regista, a quanto pare, molto teatrale –
a Robert DeNiro – interessante, per
quanto non “simpatico”, il suo
“aforisma” – e Francis
Coppola – straordinario il racconto
di Pacino a proposito della scena del funerale
del Padrino: all’epoca, riporta Al,
i produttori erano spesso presenti alle
riprese e, terminata la giornata, obbligavano
la troupe a smontare, tenendo buone le scene
girate fino a quel punto: proprio nell’occasione
del funerale, lo stanco Pacino, poco prima
di lasciare il set, trovò Coppola
in lacrime seduto su una vera pietra tombale
perché privato della possibilità
di girare una scena -), una scena inedita
tagliata dal “final cut” (un
dialogo fra Dormer e l’albergatrice
Rachel, interpretata da Maura Tierney che
approfondisce la vita privata del detective
e il suo rapporto con il defunto collega),
un esaustivo speciale sul disturbo dell’insonnia
e sulla situazione vissuta da Dormer nel
corso della storia, la ripresa di una valanga
caduta molto vicina a una delle location
durante la realizzazione del film, il trailer
e, per chiudere, interviste e biografie
di Pacino, Nolan, Williams e Swank. Contenuti
extra esaustivi (a volte troppo), completi
e ricchi di curiosità.
Era davvero difficile proporre un edizione
migliore.
Commento Finale
Nolan chiude (momentaneamente) il suo ciclo
con un lavoro sicuramente sotto i suoi standard,
almeno per quanto riguarda la parte più
“artistica” del concetto, eppure
trascinando lo spettatore in un crescendo
di tensione, ansia e dubbio che, come già
detto, nasconde molto più di quello
che, normalmente, da un film “di genere”
ci si aspetterebbe.
Una volta ancora consiglio la visione di
questa pellicola, elogiandone tecnica, intreccio,
direzione e ritmo. Non avrà la forza
di Memento, né i tentativi di sperimentazione
di Following, ma di sicuro conferma il grandissimo
talento di questo trentacinquenne inglese
che, almeno per il momento, pare essersi
trasferito in pianta stabile a Hollywood.
Se le premesse sono queste, potete scommettere
che il suo Batman Begins sarà il
miglior capitolo della saga del celebre
eroe dei fumetti dal tempo delle trasposizioni
di Tim Burton.
Nell’attesa, sedetevi comodi, preparate
le vostre coscienze al confronto, i vostri
corpi alla veglia e gustavi a fondo questo
piccolo gioiellino.
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