Il titolo sviluppato da Lesta di cui abbiamo
già parlato in precedenza è
finalmente stato pubblicato, quindi ora
ci è data la possibilità di
mettere a nudo pregi e difetti di questo
strategico in tempo reale, ambientato per
l’appunto durante la prima Guerra
Mondiale.
Partiamo col dire che l’intento degli
sviluppatori era quello di creare un prodotto,
di cui tutti potessero fruire immediatamente,
senza doversi sorbire estenuanti letture
di istruzioni enciclopediche o noiose sezioni
di tutorial.
In pratica, i comandi da tastiera ed i controlli
via mouse sono quelli classici dei vari
“Age of Empire”.
Proprio basandosi su questa scuola di pensiero,
la meccanica base è quella del recupero
delle risorse da investire nell’addestramento
di nuove truppe.
La domanda più ovvia è: ma
allora cosa c’è di originale
in questo gioco, da spingermi all’acquisto?
Presto detto, la stupefacente quantità
di unità gestibili; nessun limite
al numero di truppe, in grado di superare
in pochi minuti di gioco il migliaio di
soldati!...“Allora è una
figata?” Direte voi... Non esattamente,
aggiungo io, un pò a malincuore.
L’evoluzione degli eventi su schermo
richiedono il costante utilizzo del consigliere
economico: una sorta di aiuto alla gestione
delle risorse, che costantemente si occupa
di racimolare cibo, legname, oro, ferro
e petrolio, per poi creare in modo costante
unità. Questo potrebbe sembrare comodo,
ma limita parecchio il tatticismo dei più
blasonati titoli a cui si ispira.
Per giunta la soverchiante quantità
di truppe da gestire a volte non permette
una ben che minima organizzazione disciplinata.
Esistono comandi per raggruppare fanteria,
cavalleria e quant’altro, ma non appena
si scatena uno scontro la battaglia diventa
ingestibile, e spesso risulta vincitore
chi ha la maggior quantità di carne
da cannone.
Le mappe delle missioni non presentano scenari
troppo ispirati, e spesso il tutto si traduce
in un accumulo di un migliaio di soldati
per poi scatenare l’inferno.
All’inizio questa cosa può
risultare carina, perchè vedere quella
massa di persone che si muove su schermo
fa un certo effetto, ma quando vi renderete
conto che non avete il totale controllo
della situazione, le cose cambieranno radicalmente,
trasformando il vostro sorriso in una smorfia
di rabbia.
Il comparto estetico risulta piacevole nonostante
l’assenza della terza dimensione di
cui non possiamo più fare a meno.
Edifici, mezzi ed unità sono realizzati
in maniera più che discreta con animazioni
accettabili per un RTS. Una nota negativa
della grafica, riguarda un problema ricollegabile
alla difficoltà nel riconoscere le
varie tipologie di soldati, che si distinguono
per particolari a volte fin troppo piccoli
per essere identificati facilmente.
Tutto sommato questa parte si può
considerare sufficiente, con un pò
di riserva per ciò che concerne i
menu, non proprio allo stato dell’arte
per scelte stilistiche, cromatiche e di
disposizione dei pulsanti.
Le musiche sono forse la parte sviluppata
peggio, non a livello qualitativo, ma proprio
per la scelta dei brani che poco calzano
con lo stile del gioco... inadeguate, ecco
come definirle... inadeguate.
Gli effetti sonori invece sono realizzati
con cura e le voci dei soldati rispondono
come al solito ad ogni clic del “topo”.
Da giocare questo “La Grande Guerra”
non è brutto, ma ha troppi punti
del game design che restano in sospeso,
ad esempio le missioni risultano poco appassionanti,
e la struttura delle mappe lascia il giocatore
in una situazione di tediosa ricerca dell’obbiettivo
da schiantare.
Insomma non riesce a seguire le orme dei
suoi padri nei punti dove questi hanno fatto
la storia del videogioco.
Quindi bocciato? Non direi.
Casomai, usando un termine arcaico, direi
che è rimandato a settembre.
Speriamo che alla Lesta sappiano conservare
quanto di buono creato con LGG, colmando
le lacune presenti e trasformando il brutto
anatroccolo in un bel cigno.
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