Giunto finalmente a noi dal paese del sol
levante un nuovo prodotto made in SONY in
grado di far gridare di terrore anche gli
abitanti della “collina silenziosa”!!!
Questa volta però non ci saranno
ne padri disperati in cerca della figlia,
ne vedovi inconsolabili e neanche giovani
donzelle perseguitate da mostri, sacerdotesse
ed investigatori privati... i protagonisti
di Forbidden Siren sono molti e per la maggior
parte indifesi senza nessun arma che non
sia il mero intelletto...
Scordatevi quindi armi da corpi speciali
(come quelle della S.T.A.R.S.) e mostri
abnormi (infettati da chissà quale
variante del virusT) che infestano Racoon
City...
Citazioni a parte il nuovo prodotto scaturito
dalla mente di Keiichiro Toyama (l’uomo
a cui dobbiamo gli incubi e le notti insonni
generate dal primo Silent Hill...) mira
ad “oscurare” tutti i
survival horror fino ad ora prodotti (niennntepopoddddimeno....);
bhe... ci è riuscito!
N ulla fino ad oggi era riuscito a terrorizzare
il giocatore come Forbidden Siren, nessuno
poteva immaginare che si sarebbe innovato
un genere ormai inflazionato da nebbie ovattanti
e zombiegenetici...
Come una buona parte di voi sono stato stregato
anch’io dalle oniriche atmosfere di
Silent Hill, così come sono rimasto
senza fiato alla vista del primo Biohazard
(resident evil per gli amici...), emozione
riprovata in eguale intensità vedendo
il “rebirth” per GAMECUBE,
ma con Forbidden Siren e successo un qualcosa
che mi ha spiazzato...
Ogni survival horror uscito (seguiti compresi...)
poneva il giocatore in una situazione più
o meno analoga alla concorrenza rendendo
di conseguenza ogni partita da giocare meno
entusiasmante della precedente.
Difficilmente i programmatori potevano intervenire
sul gameplay di conseguenza il giocatore
sapeva che cosa avrebbe incontrato in un
nuovo cap di R.E. cosi come sapeva cosa
lo attendeva tra le stanze dell’ospedale
in S.H., la metodica è sempre stata
la stessa... con questo titolo non più.
La vicenda si svolge tutta in 3 giorni e
viene vissuta dai 10 protagonisti che utilizzerete
missione dopo missione sullo sfondo di un
paesino isolato chiamato Hanyuda circondato
da acque rosse tempestate da una continua
pioggia color ruggine.
L’inizio è a dir poco spiazzante...
un ragazzino (Kyoya SUDO il primo dei vostri
personaggi...) assiste ad una bizzarra cerimonia,
viene scoperto e, in preda al panico, corre
all’impazzata cercando di sfuggire
ad un sadico poliziotto pronto a fargli
saltare la testa!
Proprio qui inizia il vostro incubo, prendete
i comandi di Kyoya e via a cercare la maniera
migliore per non finire steso dai colpi
sparati dallo sbirro inferocito!
Disarmante... voi da soli senza sapere ne
dove andare ne cosa fare, un tizio imbruttito
alle calcagna che spara come nei saloon
( ha anche parecchia mira!!) e nessuna arma
per difendersi!!
Come se non bastasse nascondersi non serve,
vi troverà... chiudere le porte?...
non siamo a Racoon City qui le sanno aprire,
sa correre, sa arrampicarsi e il suo unico
scopo e farvi la pelle... il problema è
che non è il solo... ogni abitante
di Hanyuda attenterà alla vostra
vita nella maniera più atroce possibile.
Fatte le dovute premesse sezionerò
in varie parti questo capolavoro per farvene
assoporare ogni singola porzione...
Grafica: impressionante... dall’istante
in cui scomparirà la scritta “Playstation
2” sarete catapultati in una sequenza
che sembra rubata a “the RING”
una scritta “project SIREN”
che velocemente viene disturbata da una
perdita momentanea della “sintonia
canale” lasciandovi in compagnia
dello schermo frusciante... (cominciamo
bene...), effetto semplice ma notevole.
Svolto l’iter per incominciare a giocare
parte il filmato accennato poco fà...
fuori dal mondo!!!
Un effetto da vecchia pellicola “anni
30” avvolge un teatro poligonale
che infonde nel giocatore un senso di disturbo
(debitore a mio avviso di una frangia cinematografica
cara a David Fincher...) necessario per
affrontare gli avvenimenti che lo coinvolgeranno.
Tutto è realizzato con una cura impressionante
i volti in particolare sono ad un millesimo
dal foto realismo! ...inappuntabile.
Ma si sa che i filmati anche se meravigliosi
sono sempre filmati, e il motore del gioco?
come se la cava? ...SPLENDIDAMENTE!!!!
Il fotorealismo espresso nei filmati è
ineccepibile anche durante il gioco, e se
ad un primo approccio i fondali non vi convinceranno
avrete modo di ricredervi.
La mole di poligoni in movimento è
di tutto rispetto, con una fluidità
ed un dettaglio nelle texture davvero ammirevoli,
al vertice della produzione PS2 (riferita
ovviamente ai prodotti dello stesso filone...).
le locazioni sono molto varie e soprattutto
molto vaste, tutte dalla geometria complessa
e dettagliata, “imbellite”
da quell’effetto “noise”
tanto caro a K. Toyama (aleggia lo spettro
di Silent Hill...).
Pregevole l’illuminazione dinamica
dei lampioni e della torcia in vostro possesso
(purtroppo non è sempre con voi...
nelle sezioni con padre MAKINO vi mancherà
un bel po’!).
I personaggi vantano un numero considerevole
di poligoni animati in modo dinamico, realistico
e senza rallentamenti dettati da inceppi
nel motore grafico.
In tutto il gioco prevale la sensazione
di vedere un film horror girato da Dreyer,
la “poesia” e l’inquietudine
sono solo alcune delle suggestioni di cui
è capace l’impatto visivo espresso
in ogni frame di questo giocofilm nipponico.
L’unico appunto, seppur minimo, è
l’assenza di un filtro anti-aliasing
in alcune cut-scene pochi secondi certo
ma fastidiosi, soprattutto inspiegabili...
perchè proprio li e durante il gioco
no? mah... dubbi amletici....
Continua
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