“Ancora un rumore nel fogliame…
probabilmente deve essere stato un uccello
tropicale. Quest’isola sarebbe stupenda
se non ci fossero quei brutti ceffi alle
mie calcagna”.
“Eccone altri tre: uno trasporta qualcosa
verso quella capanna e gli altri due stanno
discutendo. Forse con un colpo mirato alla
testa non gli darei il tempo di dare l’allarme…
forse… ma da questa posizione in basso
non ho speranza; l’unica soluzione
è portarmi su quell’ altura
strisciando nel fogliame sperando che non
mi sentano”.
Tuck! (rumore di legna che si spezza). “Cos’è
stato!” Gridano quelli, e la barra
attorno al radar si riempie lentamente indicando
il pericolo.
“Lancio una pietra in un’altra
direzione è resto immobile ad osservare,
magari non si accorgeranno di me”.
Vanno a perlustrare…
“Atri interminabili secondi, che fanno
scivolare il mio dito sul pulsante che regola
la cadenza di fuoco del mio fidato M16,
poi… no, la soglia di guardia dei
soldati diminuisce, credono sia stato un
animale, e tutto torna tranquillo”.
“Finalmente ho raggiunto il punto
più indicato per metterli a tacere
per sempre; il primo è già
nel mirino e…” BANG!
Il colpo che gli trapassa la testa lo spinge
con un movimento secco verso la roccia ai
suoi piedi.
“Gli altri due si guardano in giro;
hanno realizzato che sono presente ma non
sanno dove si nasconde il loro carnefice”
il pulsante del mouse si trasforma nuovamente
in grilletto e dispensa ancora morte al
più vicino dei due rimasti in vita.
Anche il suo corpo si accascia, dopo che
con ferocia il proiettile gli ha fatto compiere
un brusco movimento (talmente fluido e reale
da lasciarmi basito); dopodichè le
sue membra cadono sull’altro cadavere
poggiandosi perfettamente sopra come una
coperta.
Ancora BANG! “mancato!”.
BANG! “Dannazione! L’ho
mancato di nuovo”.
Il soldato tira la leva e si scatena il
finimondo.
Le sirene del campo iniziano ad urlare mettendo
in moto l’intelligenza artificiale
collettiva di coloro che fino ad un’attimo
fa erano le mie prede, trasformatesi ora
in miei cacciatori.
Nel giro di pochi secondi si dispiegano
in modo tale da circondarmi lungo le pendici
della collina da cui portavo i miei colpi
da cecchino.
“Non c’è più tempo
di ragionare; seleziono la più letale
delle quattro armi che porto con me e da
assassino silente mi trasformo in Rambo,
sbucando dalle fronde e premendo ancora
una volta a fondo il grilletto del mouse.”
“La natura più bella mai vista
in un videogioco si trasforma in inferno
digitale; i miei aguzzini mi circondano,
ma riesco a stenderli uno ad uno e contemporaneamente
ammiro quello che forse è attualmente
il più potente motore grafico mai
realizzato, gestire con scioltezza l’impressionante
mole di dati gettata a video.
Tutto si muove fluidamente e realisticamente
durante la battaglia, finche l’ultimo
bossolo tocca il suolo e ritorna la pace
di sempre.”
GRAFICAMENTE come si evince dalle
mie parole, Far Cry e quanto di più
spaventoso si sia mai visto muovere sui
nostri monitor.
Sembra di assistere ad una tech Demo o ad
un Benchmark naturale, ma totalmente interattivo.
Vasti paesaggi tropicali dettagliatissimi,
con un orizzonte posto talmente in là,
che stenterete a credere ai vostri occhi.
Le zone all’aperto godono di un magistrale
uso dei colori e degli effetti di luce ed
ombra; gli interni sono anch’essi
molto curati, ma non sempre risultano affascinanti
ed ispirati.
Il Cry Engine sembra non tralasciare nulla
offrendo ogni sorta di effetto visivo ed
in più supporta una gestione della
fisica assolutamente plausibile.
Ma le lodi tecniche di questo gioco non
si fermano alla parte video, ma si estendono
anche al comparto SONORO, che gestisce
in modo magistrale sia il 5.1 che il 7.1,
permettendo al giocatore di sfruttare uno
tra i più accurati e meglio riusciti
audio posizionali concepiti per questo genere
di giochi. Non è infatti difficile
individuare con assoluta precisione ogni
rumore sia nella jungla che nei sotterranei
scavati nell’arcipelago.
Sebbene la libertà concessa sia notevole,
vi ritroverete ben presto imbrigliati in
azioni ordinarie per un FPS, ed il plot
inizialmente originale, si rivela il solito
dopo le prime entusiasmanti battute.
La relativa semplicità della trama
(la cui musa ispiratrice è palesemente
l’isola del dottor Monroe) non va
ad intaccare in alcun modo la GIOCABILITA’,
che si attesta su livelli altissimi grazie
alla possibilità di decidere la propria
strategia di gioco senza la minima presenza
di binari che vi guidano in modo troppo
rigido durante le fasi di esplorazione all’aperto.
Ovviamente quando sarete nelle strutture
chiuse come navi o laboratori segreti, il
livello di libertà decisionale si
restringerà per ovvi motivi (corridoio,
corridoio, stanza, corridoio.. ), ma non
in maniera così opprimente.
Far Cry garantisce un buon numero di ore
di sano divertimento blastatorio, condito
con momenti stealth e fasi ad alta tensione
soprattutto grazie ai suoi originali paesaggi
tropicali che invogliano il giocatore a
permanere il più a lungo possibile
sull’isola, anche dopo la fine dell’avventura
in single player.
Infatti la modalità multigiocatore
on-line permette un esperienza decisamente
valida e convincente, sempre per merito
dell’innovativa collocazione delle
arene di gioco in lussureggianti foreste
tropicali, adatte ad improvvisi e furiosi
scontri a fuoco come perfette per appostamenti
e cecchinaggio (che non risulta privilegiato
grazie ai riflessi sul mirino telescopico
che rivelano la presenza a chi è
sotto il fuoco nemico).
Decisamente un ottimo gioco che soddisfa
un po’ tutti i palati, con la sua
immediatezza il suo fascino selvaggio e
la grafica strepitosa (sentiremo ancora
parlare del CryEngine) che lascia di stucco
chiunque metta piede nell’arcipelago
allestito dai ragazzi della Cry Tech.
|
|
|