Il 13 Novembre 2005 è divenuta, suo e nostro malgrado, una data storica per il pro-wrestling. Dopo le tragedie di Owen Hart, Davey Boy Smith, Curt Hennig (per citare solo i più noti al pubblico italiano) anche Eddie Guerrero lascia, nel più improvviso e raggelante dei modi, un vuoto nel cuore dei milioni di fan di tutto il mondo. E, cosa ancor più triste e grave, la vita a soli trentotto anni, la moglie Vicky e le tre figlie di quattordici, nove e tre anni.
Nei giorni appena successivi all'avvenimento i media italiani hanno dato inizio a un circo di illazioni, supposizioni e giudizi da far impallidire i più bassi rotocalchi scandalistici, facendo leva sul burrascoso passato di Guerrero e sulle numerose morti legate all'uso di steroidi nel mondo del wrestling. Il punto più basso, toccato in un articolo presentato su uno dei quotidiani più importanti del nostro paese, ha visto un campione del nostrano wrestling criticare i campioni americani accusandoli di essere disposti a tutto considerate le cifre incassate annualmente dalle superstar della Wwe, su tutte. Noi in Italia prendiamo un massimo di cinquecento euro a serata, e nessuno si dopa.
Complimenti. Non un briciolo di rispetto per la morte di un collega, e soprattutto tanta invidia per chi è riuscito a fare delle aspirazioni il proprio lavoro, la propria vita.
Ma molto, troppo si è scritto a proposito della vicenda e della stessa vita pubblica e privata di Eddie Guerrero, così ho deciso di far battere il cuore di questo omaggio alle sensazioni suscitate dalla visione delle registrazioni dei due show principali della Wwe, avvenute il giorno stesso della morte dell'ex-campione a Minneapolis.
All'apertura di Raw, il primo dei due show omaggio al wrestler messicano, l'intero spogliatoio, booker, annunciatori e il presidente della Wwe Vince MacMahon, disposti all'ingresso della rampa che conduce al ring, in silenzio, accanto alla storica Low rider che Eddie guidava ad ogni entrata in scena: MacMahon stringe il microfono, dietro a lui, chi a testa bassa, chi in lacrime, tutti a indossare una fascetta nera con le iniziali EG e una delle ultime magliette create ad hoc per il personaggio di Eddie, ove campeggia la scritta I'm your papi. Le parole del perfido chairman della Wwe, da sempre personaggio ostile, paiono da subito strette da una morsa di commozione, stentate, sentite ma non volute
Alle sue spalle il nipote Chavo stretto all'amico di antiche battaglie Dean Malenko, Rey Mysterio abbracciato a Shawn Michaels, Chris Benoit con il viso solcato da lacrime: i personaggi, i protagonisti e i beniamini del pubblico non sono presenti, questa sera, solo gli uomini che hanno conosciuto, amato e condiviso piaceri e dolori della professione con Eddie. Jbl, odiato avversario che strappò proprio ad Eddie il titolo Wwe un anno e mezzo fa, si scopre come l'uomo cui Guerrero ha fatto da testimone di nozze, Kurt Angle, uno dei più malvagi fra i personaggi dell'intera federazione, registra l'intervista in memoria di Eddie con la voce rotta, ringraziando di averlo conosciuto, e di aver avuto occasione di migliorare proprio grazie al messicano, nella vita e sul ring. E infine, quasi incredibile, se si pensa a tutti loro come personaggi, il cattivo dei cattivi, il peggiore di tutti, il nemico per eccellenza di ogni wrestler, Triple H, che abbraccia Chris Benoit dopo l'incontro, imita il gesto di Eddie la mano battuta sul cuore e, nell'intervista che lo ricorda, si scioglie in lacrime quasi rimpicciolendo, da quel mezzo gigante che, come la maggior parte dei suoi colleghi, è. C'è chi ancora si stupisce vedendo un uomo piangere, e non oso immaginare cosa queste persone potranno pensare vedendo, paradossalmente, dei personaggi in lacrime, eroi buoni o malvagi che paiono non essere reali, così come i combattimenti che tanto spesso vengono proprio a loro criticati e rinfacciati. E questa volta, come è giusto che sia di fronte alla morte, i personaggi, gli attori, i performer, accantonano le loro maschere evidente il disagio a mantenerla di Rey Mysterio, che, travolto dalle lacrime, la sfila proprio sul finale d'intervista e restano soli di fronte a un mondo che non li conosce per quelli che sono, ma solo per i simboli che portano in scena.
Il wrestling è male, è diseducativo, violento e inutile, si è spesso detto. Certo, potrà non essere la disciplina più edificante del mondo, e gli americani, con le loro manie di grandezza, potranno peccare in gigantismo, fisico e spettacolare, ma le manifestazioni d'affetto, il rispetto dei tifosi, dei compagni, dei semplici colleghi, insegnano, una volta ancora e speriamo definitivamente, che non è l'abito a fare il monaco, che uno spettacolo non è violenza, e che un uomo di più di cento chili che interpreta un personaggio non è paragonabile, in quanto a cattivo esempio, a un politico che condiziona le masse o decide l'educazione con tutte le regole annesse secondo il suo personale metro di giudizio. In particolare, segnalo un episodio che i bravissimi colleghi del sito www.tuttowrestling.com hanno prontamente segnalato, avvenuto proprio durante il tour italiano di Smackdown!, svoltosi nonostante la morte di Eddie. Alla comunicazione di Theodore Long, General Manager dello show, che Rey Mysterio, Chris Benoit e Jbl non sarebbero stati presenti perché volati negli States per i funerali dell'amico Guerrero, i nostri tifosi hanno ben pensato di fischiare il nome di Jbl, heel per copione e quindi ostile al pubblico.
Ma continuiamo a guardare all'esterno, a criticare, a pensare a quanto faccia male il wrestling e quanto bene faccia il calcio, con i suoi petardi lanciati ai tifosi e i tormentoni di nascituri ed improbabili eredi. Il wrestling non è il paradiso, ma, come lo stesso Eddie disse una volta, l'importante è il cuore che sta dietro a un fenomeno, una scelta, una vita.
Non mi pento di nulla di ciò che ho sbagliato, perché so quanto ho lottato per rimediare ai miei errori dichiarò in merito al passato tanto additato appena archiviata la sua morte.
Eddie aveva ragione. Una scelta sbagliata è riscattata dalla volontà di rimediare all'errore. Uno come lui non poteva tirarsi indietro, e, onestamente, credo non l'avrebbe neppure voluto.
Triple H, chiudendo la sua intervista, ha dichiarato Probabilmente ora è da qualche parte, mentendo a qualcuno, barando con qualcuno, così come ha rubato tutti i nostri cuori, citando il motto che da sempre ha accompagnato La Raza : Lie, cheat, steal
Il dvd commemorativo editato qualche anno fa, aveva un titolo simile Cheating death, stealing life
Questa volta Eddie non ce l'ha fatta, eppure, quella Frog Splash ereditata da un amico morto in circostanze forse simili anni fa, quando ancora il sogno del successo era lontano, e il filmato della sua vittoria contro il fenomeno del nuovo millennio Brock Lesnar, proprio grazie a quella mossa, per la notte migliore della sua carriera, paiono smentirci.
Forse non lo sappiamo, e il vecchio Eddie ci ha tirato un altro dei suoi scherzi, e con il suo grande cuore e il sorriso beffardo, e da qualche parte in Messico, su un piccolo ring di paese, dove insegna il suo volo ai ragazzi che, in futuro, saranno i nuovi Guerreros del quadrato
Hasta luego, Eddie, e Viva la Raza !!!
Eduardo Gori Guerrero Llanes, nato il 9 novembre 1967 a Juarez, Messico, deceduto a Minneapolis, Minnesota, Usa, il 13 novembre 2005.
Palmares
Wwa World Trios Title (1992)
Wwa World Heavyweight Title (1992)
New Japan Junior Heavyweight Super Grade Tag Title League (1993)
Ecw World Television Title (1995)
Wcw Us Title (1996)
Wcw World Cruiserweight Title (1997)
Wwf European Title (2000)
Wwf Intercontinental Title (2000)
Wwa International Cruiserweight Title (2002)
Wwe Intercontinental Title (2002)
Wwe Smackdown Tag Team Title (2002)
Wwe Us Title (2003)
Wwe Title (2004)
Wwe Smackdown Tag Team Title (2005) |