Produttore: Namco Bandai
Sviluppatore: Namco Bandai
Lingua: Inglese
Versione: Pal
Genere: Platform
Giocatori: 1 + multiplayer
PER VERI VETERANI
Chi non conosce il personaggio di Pacman, la pallina gialla più famosa del mondo dei videogames, non può essere certamente considerato un gamer degno di questo nome. Per i più giovani quindi Namco Bandai corre in soccorso mettendo sul mercato questo ottimo Pacman Museum, a un prezzo veramente contenuto tra l’altro, che raccoglie ben nove titoli di tre generi differenti. Pane per nostalgici insomma.
GAMEPLAY CLASSICO
ll gioco è basato sui classici titoli legati al franchise di Pacman, sia in due dimensioni che in tre dimensioni con una buona scelta di possibilità di titoli. Si può andare ad esempio dalla semplicità del Pacman classico fino alla frenesia del Super Pacman.
Qualsiasi gioco verrà selezionato è importante dire che comunque verranno supportate delle scoreboard nuove di zecca in locale per vantarsi con gli amici così come un simpatico sistema di stamps che ci permetteranno di decorare le homepage o le schermate di gioco in modo così da mostrare a tutti anche in questo caso i nostri risultati.
Un’ottima raccolta con un’interfaccia rivista e interessante. La cosa interessante è che anche potremo passare da un titolo all’altro in maniera molto rapida e senza avvertire troppo lo stacco di schermata o tipologia.
CREA DIPENDENZA
Il gameplay di Pacman come sapranno tutti crea parecchia dipendenza e questo Museum mantiene l’interesse sempre alto grazie alla varietà di offerta. Le ultime versioni supportano anche il multiplayer fino a quattro giocatori in cui dovremo quindi non solo mangiare i fantasmini classici ma anche gli altri Pacman in una sfida all’ultimo sangue.
Avremo a disposizione anche il Pac Attack che ripropone la formula di Tetris in una chiave un po’ diversa.
Insomma in questo titolo ce n’è davvero per tutti i gusti in questo Pacman Museum e non si tratta solamente di fan service ma di giochi che comunque potrebbero appassionare moltissimo anche chi, molto pochi speriamo, non ci abbiano mai giocato.
Un buon modo per cominciare insomma!
Recensione a cura di: Luca Longobardi