I picchiaduro vecchia scuola sono un genere ormai in estinzione, antico retaggio dei vecchi titoli a 16 bit, epoca in cui il genere letteralmente furoreggiava. Il nostro orgoglio italiano della Crian Soft hanno deciso di riportare in auge i fasti di quell’epoca fortunata videoludicamente parlando. Il gioco è giunto su Steam grazie al contributo fondamentale di Milestone.
KARATE KID
Il titolo in questione come già accennato ci riporta indietro nel tempo a vestire il kimono d’ordinanza di un baldo giovane che una volta concluso il suo allenamento durissimo per diventare un vero maestro di karate si aggira per la città in cerca di avversari di livello da sconfiggere e migliorare così la sua tecnica.
Il gioco presenta così caratteristiche ibride tra gioco di ruolo e beat em up in cui Ken dovrà farsi largo a suon di pugni per primeggiare nella vita. Ken punta tutto sul combattimento e fin dall’inizio del titolo potremo migliorare i parametri del nostro personaggio attraverso tutta una serie di durissimi allenamenti volti a rinforzare fisico e mente. Il gameplay è principalmente basato su coordinazione e resistenza in modo da migliorare le nostre peculiarità.
Gli allenamenti sono parecchio divertenti dato che il training è basato su tutta una serie di minigiochi tutti diversi che spezzano in maniera efficace il ritmo dei combattimenti.
Gli incontri veri e propri sono infatti tutti parecchio tosti e lunghi e quindi qualche diversivo non guasta per migliorare lo spirito generale del gameplay. Se da questo punto di vista il titolo avesse visto l’introduzione di una storia di livello sarebbe stata un’atmosfera davvero perfetta.
TUTTA TECNICA
Il discorso legato al gioco di ruolo è legato a doppio filo alle statistiche che appunto aumentano con gli allenamenti. Per iscriverci ai vari tornei inoltre dovremo lavorare al porto come scaricatore.
Il gioco come già evidenziato è parecchio tecnico con tutte le mosse spiegate per filo e per segno con i vari nomi in giapponese.
Gli scontri sono tutti parecchio impegnativi e vi troverete di fronte anche a infortuni che spezzano in maniera efficace il ritmo.
Non esiste un vero e proprio tutorial e quindi dovrete sperimentare sul tatami le varie tecniche per risultare alla fine vincitori. Le sfide sono sempre abbastanza lente e tattiche quindi dimenticatevi sicuramente mosse speciali e combo velocissime da migliaia di colpi, perché questo non è proprio il caso.
I combattimenti sono comunque tutti così lunghi e impegnatevi che il senso di stanchezza che proverete sarà proprio realistico. Purtroppo il titolo non è stato implementato con una modalità multiplayer con cui cimentarsi con gli amici o altri avversari casuali.
LA BELLEZZA DEL DOJO
Per quanto concerne il comparto tecnico la caratterizzazione dei personaggi risulta forse un po’ troppo anonima e superficiale rispetto ai canoni classici del genere.
Molto meglio invece per quello che concerne l’aspetto sonoro con musiche d’atmosfera, soprattutto nei combattimenti,in un crescendo nelle fasi più delicate della lotta. Ottimo anche per quanto riguarda il gameplay il supporto ai joypad che aumenta esponenzialmente il feeling con il titolo e quindi di conseguenza il divertimento.
Un buon secondo episodio che farà la felicità degli aficionados del genere.
Un trampolino di sicuro successo per il terzo capitolo per gli italianissimi Crian Soft.
Recensione a cura di: Luca Longobardi