Italians Game Developers Summit
Costruendo la games industry in Italia
In corrispondenza della Milan Games Week, dal 24 al 26 ottobre 2014, si è tenuto il secondo Italian Game Developers Summit. L’evento dedicato agli sviluppatori di videogiochi italiani organizzato da AESVI, l’associazione di categoria che rappresenta l’industria dei videogiochi nel nostro paese.
Quest’anno sono state coinvolte circa 1000 persone tra professionisti, studenti e docenti provenienti da tutta Italia. E’ stato inoltre possibile provare un certo numero di titoli, da quelli più vociferati fino a quelli che ancora devono far parlare di sé.
Tra questi ho trovato il chiaccherato Red:Out, del team 34 Big Things. Si tratta di un promettente racing game dove ci troviamo a pilotare a velocità folli navi a propulsore nucleare. L’unreal engine fa il suo mestiere, tanto che pare quasi di giocare una versione nextgen del famoso Wipeout.
Chi gioca su tablet non potrà che gradire Song of Pan, un puzzle platform sviluppato dalla piccola e promettente Balzo. Nei panni di un satiro al quale Zeus ha rubato i poteri divini, il giocatore deve risolvere enigmi sempre più complessi nel tentativo di riportare tutte le sue pecore all’ovile. Il gioco si fa metafora di un processo di crescita e miglioramento interiore: di livello in livello, infatti, sarete in grado di recuperare i poteri perduti e recuperare la vostra divinità.
Cave! Cave! Deus Videt di We Are Muesli è una visual novel di grande profondità intellettuale e dalla grafica interessante, vincitrice del Bosch Art Game del 2013. Ispirato alle opere del pittore olandese Jheronimus Bosch, questo gioco mobile decisamente curioso rappresenta la realizzazione del sogno di una coppia di giovani creativi pubblicitari, copywriter lui e art director lei, che, desiderosi di sperimentare nuovi modi di narrare, si sono lanciati nell’auto-produzione di video game.
Una riflessione interessante è quella proposta da Fotonica, sviluppato da Santa Ragione. Arcade pluripremiato dalla grafica minimale ed elegantissima, questo infinite running ci costringe a rivedere le nostre abitudini di gioco: fintanto che terremo premuto un tasto continueremo ad accumulare velocità, mentre rilasciando il pulsante saremo in grado di saltare.
Sempre per chi ama giocare da mobile, More Here Eye e OverVolt ci riportano sul binario del puro intrattenimento. Il primo, sviluppato dalla Lonely Crew, è un casual game a scorrimento orizzontale che mette a dura prova i riflessi: bisognerà far cambiare colore al nostro avatar per evitare che esso cada in una pozza o vada a sbattere contro degli ostacoli lungo il percorso.
OverVolt, invece, è la versione digitale del gioco delle slot cars secondo Interactive Project. Pensato per dare il massimo in modalità multiplayer online, OverVolt è un gioco di corse immediato nelle meccaniche di gioco, ma non così banale come potrebbe sembrare.
Tra i giochi per computer che ho provato, l’auto-ironico Doom & Destiny Advance – sviluppato dai giovanissimi “nerd” di HeartBit – mi ha riportata ai tempi dei primi Final Fantasy. Esilarante gioco di ruolo multipiattaforma, questo titolo ci permette di condividere il viaggio epico di 4 amici catapultati in un mondo fantasy pullulante di mostri da affettare.
Storm in a Teacup, ci delizia con Nero, un puzzle game esplorativo dalle atmosfere fiabesche e dai forti contrasti cromatici. Il gioco, ancora in fase di sviluppo, sarà disponibile per Xbox One a partire dal prossimo anno. Di questo titolo colpiscono immediatamente la colonna sonora immersiva e il ritmo tranquillo, che stuzzica l’esploratore che è in noi – purtroppo poco godibile nell’ambiente caotico della fiera. Chi ha amato Journey non potrà che gradire anche questo titolo.
Forge Reply era presente con In Space We Brawl, party game tutto italiano giocabile su Ps3 e Ps4. Frenetico e spassoso, il titolo coinvolge fino a 4 giocatori in sfide spaziali all’ultimo colpo di laser. Chiara citazione ad Asteroids, il gioco venne concepito quasi per caso come rimedio alla paura di volare di un membro del team di sviluppo durante un viaggio in aereo.
Di natura e genere completamente diversi, Lone Wolf ci trasporta nel mondo fantastico dell’omonima saga di Joe Dever. Forge ci regala un gioco che è un po’ un libro interattivo e un po’ un rpg. Di grande impatto grafico e dalle meccaniche di gioco mai banali: la cura in ogni dettaglio e lo sforzo compiuto in termini di immediatezza dell’interfaccia fanno di Lone Wolf un titolo che sicuramente non piacerà solo ai fan di Dever e dei suoi libri.
Gli esperimenti che più hanno incuriosito i visitatori erano sicuramente quelli che utilizzano l’innovativo device Oculus Rift. Tra i titoli presentati quello che più ci ha colpito per originalità è stato Tonzilla.
Sviluppato in tempo record dalla fiorentina KRUR, questo gioco vuole aiutarci a superare l’imbarazzo che generalmente si prova nel cantare in pubblico. Sarà proprio grazie alla voce che il giocatore potrà salvare il mondo dagli alieni che lo hanno invaso. Divertente da guardare, oltre che da giocare.
Non solo professionisti del settore in fiera: è stato possibile incontrare anche alcuni dei rappresentanti del P.O.N.G., il laboratorio dell’Università Statale di Milano. La passione per la professione e il desiderio di sfondare traspaiono dai prototipi in sviluppo a disposizione dei curiosi, come Judgment Day e Crowd Crush.
E’ soprattutto parlando con questi ragazzi che non si può fare a meno di pensare che il futuro dei videogiochi, come si sente dire spesso ultimamente, è indie.
E’ innegabile che il fenomeno di ascesa delle produzioni indipendenti nel mondo video-ludico sia ormai argomento di grande interesse non solo per gli amatori, ma anche per un pubblico più vasto ed eterogeneo.
Ogni anno il numero di sviluppatori cresce, assieme all’entusiasmo di una comunità di giocatori sempre più alla ricerca di sperimentazione, innovazione e creatività. E’ facile, oltre che auspicabile, aspettarsi un’ulteriore crescita di questo settore per il prossimo anno.
Editoriale a cura di: Lara Gianotti
Ciao, volevo avvisare che ci sono alcuni piccoli errori nell’articolo. Io faccio parte del laboratorio P.O.N.G ed è un laboratorio dell’Università Statale di Milano non del Politecnico. Inoltre il link associato quando si clicca su Judgment Day e Crowd Crush porta al sito di un terzo gioco indie sviluppato da altri ragazzi del P.O.N.G che si intitola appunto DSMARVIN.
Io sono il creatore di Crowd Crush quindi se volete linkarlo correttamente ecco il mio sito web: http://andreamercuri.weebly.com/
Ciao e grazie!
Ciao Andrea… Grazie per la segnalazione. Abbiamo corretto l’articolo. Complimenti per Crowd Crush.