Intervista con Christian Lichtner

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“La cosa più importante per me è aver firmato qualcosa capace di unire le persone”

Christian Lichtner è stato un autore di fumetti per 10 anni prima iniziare a lavorare nel 2009 alla Blizzard come art director di Diablo 3.
Non si trattava di un nome nuovo nell’industria dei videogiochi: Già nel 2005 Chris era al lavoro su “Darksiders: Wrath of War”.
Nonostante la marea di interviste sostenute nei giorni precedenti Chris si rivela molto disponibile a rispondere alle mie domande e lo fa con gran simpatia e cordialità

Quale era l’aspetto di Diablo 3 che più di ogni altro volevate migliorare con questa espansione?
Sicuramente il drop (sistema che gestisce quali e quanti oggetti vengono lasciati alla fine di un combattimento).
Abbiamo voluto creare un concetto di drop evoluto, che noi chiamiamo “smart drop”.
Si basa su un concetto di qualità più che di quantità, quindi si raccoglieranno meno cose, ma migliori, più potenti e più affini al tuo personaggio.
Per esempio se sei un barbaro troverai asce e armature e non tomi magici e archi!
E’ stata aggiunta la “adventure mode” che si può riassumere con “entra, spacca tutto, divertiti!” un’altra novità introdotta sono le “taglie”: si tratta di vere e proprie missioni che consistono nell’eliminare un particolare boss o nel recuperare un determinato oggetto con  una ricompensa al completamento, il tutto con una dinamica ancora più casuale rispetto a Diablo 3.
Abbiamo anche voluto dare più possibilità di scelta tra i personaggi, aggiungendone anche uno nuovo: il crociato appunto.

Qual’è stata l’idea più pazza che avete concepito, ma che non c’è l’ha fatta ad arrivare in produzione?
(ride) molte! moltissime! ma non me la sento di dirtele!
Anche le idee più pazze vengono messe da parte per essere poi riutilizzate.
Capita spesso di essere in un brainstorming
e dire “hey! ma ricordi quell’idea che abbiamo avuto 6 mesi fa?”.
In pratica, non buttiamo via niente.
nessuna idea viene cestinata

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Quale ritieni sia stata la parte più difficile dello sviluppo di questa espansione?
Beh, nessuna in particolare, è stato tutto molto complesso.
Creare un gioco è un processo difficile, chiunque nel settore ti dirà la stessa cosa.
Implica tantissime variabili e sono molte le cose che possono andare storte.
Il pubblico ormai ha gia giocato appieno i primi tre capitoli, e qua abbiamo voluto creare un atmosfera molto più gotica e dark con nuovi personaggi e un nuovo cattivo “l’angelo della morte”.
Un cattivo molto simbolico per ciò che rappresenta: la fine.

Di sicuro hai una lista di videogame preferiti, ce n’è uno in particolare che vorresti aver firmato?
Questa è una bella domanda, è difficile scegliere.
La risposta riguarda ciò che abbiamo voluto ottenere con Diablo 3: Reaper of Souls.
Sai, tutti i miei ricordi più belli legati ai videogame derivano dall’aver giocato con i miei amici perché
è da queste cose che arrivano i momenti migliori…
sei online o sei semplicemente sul divano con un amico, ci si colpisce, ci si affronta e poi anni dopo quei ricordi ritornano con un “hey!
Ti ricordi di quella volta che ti ho battuto?”.
Questa sensazione, è qualcosa della quale voglio fare parte, è importante per me fare dei giochi che supportino queste emozioni.
sono molti i giochi che ci riescono e vogliamo farlo anche noi
penso che il migliore modo per giocare Diablo sia con i tuoi amici, sia che ci si trovi insieme sul divano di casa, sia online.
La cosa più importante per me è aver firmato qualcosa capace di unire le persone.

pandemonium-(2)

Che cosa suggeriresti a una persona che desidera entrare nella Game Industry?
oh! che bella domanda!
sicuramente la passione è la prima cosa, niente può sostituire la passione!
sono dell’idea che se vuoi veramente fare qualcosa, il modo per poterlo fare lo troverai.
Prendiamo me ad esempio.
Prima di iniziare a lavorare nel mondo dei videogiochi moddavo (cioè modificavo, personalizzavo) videogames, ho iniziato con “counter strike”.
Aggiungevo degli oggetto o sviluppavo le texture e oggi, quando sviluppo videogame a livello professionale la sensazione che provavo allora si ripete amplificata
Ancora adesso, a distanza di anni, quando mi capita di vedere un mio lavoro sullo schermo per quanto piccolo sia provo una sensazione impagabile nel pensare “oooh! Ma quello l’ho fatto io!”
Quindi, se vuoi lavorare nei videogames ti consiglio di cominciare già a fare qualcosa a livello amatoriale, ci sono un sacco di risorse disponibili con cui fare pratica.
Non credo esista un momento migliore di questo per diventare qualsiasi cosa si voglia, le risorse disponibili oggi io non le avevo 20 anni fa…
oggi puoi andare su youtube e potrai trovare qualcuno che ti mostrerà come fare un modello per il tuo videogame preferito, qualcun’altra come dipingere texture…è una cosa fantastica.
reclutiamo persone da tutto il mondo.
Sfogliamo continuamente portfoli e praticamente ogni giorno mi arriva qualche mail da un membro del team che mi segnala qualcosa: “hey! hai visto la fan art di questo barbaro! è magnifica” oppure “questa fan art di Zeratul è grandiosa”.
Per esempio, mi ricordo di questo ragazzo che oggi lavora assieme al team di Starcraft 2…
Faceva fan art e un giorno abbiamo visto il suo profilo su deviantart.
oggi lavora in California con il team di sviluppo.

Oltre al talento, che cosa cerchi in un membro del team?
Passione e la capacità di lavorare assieme.
Può suonare semplice ma in realtà è davvero difficile, creare un gioco non è facile, e il lavoro di squadra è essenziale.
Diablo 3: Reaper of Souls non è il lavoro di una sola persona, è il lavoro di un team/una squadra e sono molto soddisfatto del risultato finale
Guarda per esempio Westmarch (la cittadina fulcro degli eventi), è una città dall’aspetto molto gotico ma è allo stesso tempo quel genere di città che non esiste da nessuna parte… per ottenere questo risultato, per creare una cittadina che sembri reale anche se non lo è, il lavoro di squadra nella rielaborazione dei riferimenti, delle fonti storiche è essenziale

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Qual’è la tua fonte di ispirazione? Quali sono i tuoi idoli?
Oh beh, praticamente ogni cosa.
Le persone che seguo nel settore sono quelle capaci di unire i giocatori attorno a un videogame.
E torniamo al nostro discorso di prima: la cosa più bella è quando fai un gioco che ti fa divertire assieme ai tuoi amici.
Ritengo di non ammirare e aver ammirato delle persone in particolare, ma delle qualità.

Diablo 3 prima del suo rilascio, ha ricevuto molte critiche da parte del pubblico per via delle scelte artistiche.
Come ha reagito il team a queste critiche?
Creare un videogame è un lavoro molto personale, nella quale investi tutto te stesso per far si che al giocatore piaccia il gioco, non ho mai incontrato nessuno nel settore alla quale non interessasse questo.
Ricevere feedback negativi è sempre un buon inizio, perchè così ti fai delle idee su come migliorare il gioco.
Ascoltiamo la community guardando youtube, leggendo i forum…riflettiamo su tutto e cerchiamo di modellare l’esperienza di gioco sulla base delle osservazioni che ci vengono fatte.
Si può considere Diablo 3: Reaper of souls una risposta alle richieste della community: molte delle idee presenti nel gioco, come Il drop intelligente e l’adventure mode, sono frutto delle richieste del pubblico.
Accettare le critiche ci permette di creare delle esperienze di gioco migliori

Cosa vedi nel tuo futuro? Dove ti vedi tra 10 anni per esempio?
(ride) Lavorerò a Diablo 10!
Vuoi dire Diablo 4?
(ride ancora) No dai! Siamo diventati molto più veloci ora!

Comunque, Mi vedo ovviamente a lavorare ancora con i videogame e, spero, ancora in Blizzard.
Amo questa casa di produzione e posso dire che rappresenta tutti i miei  ideali di gamer.
Ho sempre voluto lavorare in Blizzard perchè fa sempre il meglio che può per i giocatori.
Tutti i miei ricordi più divertenti sono legati ai loro giochi… per esempio, ricordo quando provai le prime beta di starcraft e warcraft…ero senza fiato!
Un’altra cosa speciale è che chiunque lavori in Blizzard gioca ai videogames è fa parte della community…
è un onore per me farne parte e dopo l’uscita di diablo 3: Reaper of Souls posso dire con certezza che facciamo ancora dei grandi giochi!

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La sera è stato poi il momento dei festeggiamenti.
Blizzard non si è risparmiata organizzando un open bar per gli invitati nella chiesetta di via Paolo Lomazzo, a Milano.
Una location molto accogliente che consiglio a tutti di visitare, anche fosse solo per una birra  con gli amici.

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Un saluto dal vostro inviato preferito.

Editoriale a cura di Manuel Bustamante

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Maurizio
Maurizio
10 anni fa

Bellissima intervista e bellissima spiegazione, mi ha fatto venire voglia di comprare l’aggiornamento di Diablo 3 !