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PS3
- The Elder Scrolls IV: Oblivion |
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The Elder Scrolls IV: Oblivion |
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Versione per la stampa -
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la review nel forum
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Produttore:
Take 2 Interactive / 2K Games
Sviluppatore:
Bethesda Softworks
Lingua:
Sottotitoli in Italiano
Versione:
Pal
Genere:
Gioco di Ruolo
Giocatori:
1
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Caspita! Parlare
di Oblivion è una cosa davvero difficile. E’
come se mi venisse chiesto: “parlami del mondo”.
Da dove si parte? Dalla sua storia? O forse dalla sua
fauna? Non è per nulla semplice descrivere ciò
che può essere compreso solo vivendolo in prima
persona. Attraversare, un passo dietro l’altro,
le lande sconfinate di Tamriel o più precisamente
la regione di Cyrodiil, ha un senso di profondità
e concretezza raro in un videogioco. La natura domina
selvaggia e rigogliosa su tutte le terre, circondando
roccaforti e cittadelle difese da alte mura. Dovunque
voi siate, volgendo lo sguardo verso la capitale, potrete
sempre intravedere in lontananza l’alta torre, da
dove la famiglia imperiale per anni ha governato e protetto
i suoi sudditi, ma ora, corrono tempi bui e qualcosa di
terribile sta per accadere…
“Ho visto cose che voi umani non potete neppure
immaginare” (Blade Runner)
“Ho attraversato in lungo e in largo quelle lande
ricoperte di vegetazione, ho incontrato uomini e donne,
trattato con creature di ogni razza, affrontato predoni
e mostri; quando calava la notte cercavo una locanda
per scambiare due chiacchiere con gli astanti ed avere
un letto in cui dormire, poi quando sorgeva il sole
depredavo antiche rovine. Ogni mia decisione è
stata dettata dal libero arbitrio e non dalla predestinazione
ad agire lungo un percorso prefissato.”
Anche se c’è una storia da seguire ed approfondire,
la libertà di divagare e perdersi nelle proprie
peregrinazioni, offerta da Oblivion, ci spinge a girovagare
alla ricerca di nuovi luoghi da esplorare, ci invoglia
a far crescere e rafforzare l’alter ego che abbiamo
creato all’inizio.
L’ampia scelta concessa inizialmente, disorienta
chi è abituato agli RPG di stampo nipponico.
Non esistono binari rigidi che ci guidano: “questo
puoi farlo, quello no. Quell’altro potrai farlo
in un altro momento, quell’altro non potrai mai
farlo”. Tutto si può fare sin da subito,
e non esistono zone inizialmente inaccessibili, ma solo
luoghi più difficili da raggiungere. Questo gioco
sembra dirci: “Volere è potere”!
Il viaggio del nostro personaggio inizia da una lurida
cella della Capitale Imperiale, dove il fato gli farà
incontrare “nientepopodimenoché”
l’Imperatore Uriel Septim in carne ed ossa. Da
lui riceverà il più importante incarico
mai affidato ad anima viva: trovare il suo ultimo erede
Martin Septim, tenuto nascosto da un suo uomo fidato.
Sarete anche incaricati di aiutarlo a chiudere le fauci
di Oblivion, luogo terribile da dove provengono spietate
creature demoniache. Una volta fuori dalla vostra gabbia,
starà a voi decidere sia se seguire o meno gli
eventi principali, sia la condotta morale da matenere.
“La forma...”
La fase iniziale in cui vi muovete nelle segrete del
castello, funge da tutorial per apprendere le basi del
gioco e vi guida nella creazione del personaggio. E’
possibile decidere razza, aspetto, sesso, classe...
persino sotto quale stella siete nato!
Una volta decisa la forma, arriva il momento di creare
la sostanza, e qui i meriti sono tutti del geniale sistema
di crescita di The Elder Scrolls IV, in grado di rendere
unico ogni alter ego digitale. Qualsiasi azione da voi
compiuta, determina un miglioramento in quella determinata
attitudine. Per intenderci, se combatterete con una
spada, ad ogni colpo messo a segno, vedrete accrescere
la vostra bravura con le armi da taglio, se al camminare
prediligerete la corsa, aumenterete la vostra resistenza.
Scassinando serrature, la vostra abilità nel
violare lucchetti accrescerà e così via.
Un sistema di crescita davvero entusiasmente, visto
che i risultati sono da subito evidenti (ricorda molto
da vicino il metodo di alcuni Gdr cartacei).
Ogni qual volta viene raggiunto un determinato punteggio
in una determinata abilità, il nostro personaggio
aumenterà di grado, passando da apprendista a
qualificato, fino a diventare maestro. Queste promozioni
vengono evidenziate in modo particolare da nuove abilità.
Se per esempio vi dilettate nell’alchemia, potrete
creare pozioni sempre più efficaci, dapprima
conoscendo solo un paio di proprietà dei vari
ingredienti e arrivando alla fine a riconoscere tutte
le caratteristiche di ogni erba.
“...ma anche la sostanza”
Quando si sviluppa un RPG di questo genere, una delle
cose più difficili da realizzare, è senz’ombra
di dubbio un sistema di controllo adatto al joypad di
una console. Se questo infatti, non è perfettamente
equilibrato e se la distribuzione dei pulsanti più
importanti non è di facile accesso, anche la
più bella delle avventure può diventare
ingiocabile. Per nostra fortuna Oblivion offre il massimo
della comodità senza scendere a compromessi.
La posizione dei comandi è praticamente perfetta
e la risposta è pressocchè immediata.
I combattimenti sono i primi a beneficiare di un’interfaccia
utente così snella. Un dorsale per attaccare,
l’altro per difendersi ed un grilletto per lanciare
gli incantesimi. Il resto dei combattimenti sono completamente
lasciati alla fantasia del giocatore, che in base alle
proprie caratteristiche, ed al proprio stile di gioco
deciderà se lanciarsi in duelli all’arma
bianca o in raffinate tecniche magiche: raffiche di
palle di fuoco e orde di mostri evocati scagliati all’indirizzo
del nemico!
Tra una peregrinazione ed un combattimento ci si rende
conto di quanto sia immenso il lavoro svolto da Bethesda
Softworks. Girovagando a cavallo per le immense foreste
di Cyrodiil si scovano continuamente rovine da esplorare
e si incontrano persone disposte ad offrirci avventure
da affrontare. Sebbene la quest principale non sia eterna
(anche se lunga e curata) le possibilità offerte
sono talmente numerose, da soddisfare qualsiasi avventuriero.
La varietà delle sottotrame ha dell’incredibile
e la possibilità di aggregarsi alle varie gilde,
in base al proprio comportamento, dà un’ulteriore
tono di profondità. Un plauso va senz’altro
al design dei vari dungeon ed alla ricchezza di dettagli
e di carattere di personaggi ed ambienti.
E’ poco ma sicuro, Oblivion è il più
longevo gioco attualmente disponibile per PS3.
Se questo non dovesse bastarvi, sappiate che anche
a livello tecnico, Oblivion sà mostrare ottime
qualità. Bethesda, in controtendenza con gli
sviluppatori odierni, ha dimostrato cosa può
fare un eccellente lavoro di ottimizzazione sull’hardware
di Playstation 3. L’attenta fase di conversione
ha permesso un ulteriore incremento del dettaglio grafico,
una migliore profondità del campo visivo ma anche
un frame rate lievemente più stabile e caricamenti
degli ambienti dimezzati (nell’ordine dei tre/cinque
secondi). Qualche bug qui e lì è rimasto
a ricordarci, che per i miracoli si stanno ancora attrezzando.
The Elder Scroll 4 è un vero capolavoro! A conti
fatti non teme confronti con nessun gioco attualemnte
disponibile. Sia che vi piacciano gli action, sia che
siate patiti di RPG, la profondità e la ricchezza
di contenuti di Oblivion saprà catturare l’attenzione
di chiunque per mesi e mesi.
Da comprare ad occhi chiusi! |
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Votazione
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Grafica: 8.5
Sonoro: 9
Giocabilitá: 9.5
Longevitá: 10
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Voto Finale |
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+ Punta di diamante:
+ Il mioglior RPG attualmente
in circolazione
+ Talmente ricco, che farete
fatica a staccarvene
- Pecora nera:
- Mancano il lanciafiamme e le
macchine da F1...
- ...quindi, trattandosi di un
fantasy non manca nulla!
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