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Haze |
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Versione per la stampa -
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la review nel forum
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Produttore:
Ubisoft Entertainment
Sviluppatore:
Free Radical Design
Lingua:
Italiano
Versione:
Pal
Genere:
Sparatutto
Giocatori:
1 - 24
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Realizzare un
First Person Shooter, avendo come credenziali giochi
del calibro di “Time Splitters” o “007
Goldeneye”, è praticamente una garanzia
di qualità, ma se in fase di realizzazione, il
progetto perde di vista gli elementi caratterizzanti di
ogni buon gioco, allora anche il miglior sviluppatore
può toppare.
Avevo parecchie aspettative per Haze, forse caricato
di troppo hipe, qualcuno ad un vecchio E3 aveva persino
detto che sarebbe stato un possibile rivale di Crysis
per la sua componente grafica.
Purtroppo si sbagliavano, non solo il comparto grafico
sarebbe da rivedere in più punti, per quanto l’intero
sistema di gioco. Non è necessaria un’analisi
approfondita, per rendersi conto che questo gioco sembra
concepito per la passata generazione di console ed adattato
“maldestramente” agli standard attuali.
L’elemento, che nonostante tutte le critiche riesce
a dare un’ pò di tono ad Haze, è il
suo concept in cui affonda le proprie radici.
Nel 2048 gli eserciti, che svolgono ogni sorta
di operazioni militari contro terrositi, dittatori e criminali,
non sono più nelle mani dei governi mondiali, ma
sono affidati alle grandi corporazioni come la Mantel.
Qui i giovani, come il sergente Shane Carpenter
(il protagonista della nostra storia), attirati dalla
possibilità di guadagnare fama e vivere emozioni
forti, si offrono di perorare la causa, e di combattere
i tiranni in giro per il mondo.
La Mantel, per affrontare i pericoli della guerra, oltre
ad offrire una “Santa Barbara” tra
armi e vaicoli, ha dotato i propri soldati del più
grande ritrovato medico moderno: il “nettare”.
Si tratta di una sostanza in grado di incrementare notevolmente
le prestazioni psico-fisiche di chi la assume e di modificarne
drasticamente le percezioni sensoriali. Questo significa
che le truppe, continuamente sottoposte a dosi controllate
di nettare, hanno una visone distorta della realtà,
al punto da perdere gran parte delle caratteristiche che
li rendono umani: individualità, pietà,
coscienza. Solo Shane Carpenter sembra aver conservato
queste elementi distintivi.
Il gioco inizia con il protagonista pronto a prendere
parte ad una missione “umanitaria”.
Il vostro scopo è infatti quello di liberare la
popolazione locale dal signore della guerra noto come
“giacca di pelle” (nome affibiatogli
perché si dice vesta solo con la pelle delle sue
vittime). Ben presto gli eventi prendono una brutta piega,
quando il nettare nelle vostre vene inspiegabilmente smette
di produrre i suoi effetti, aprendovi gli occhi alla cruda
realtà.
Inizierete a vedere il sangue, i morti, la sofferenza
e la devastazione della guerra, ma non voglio spingermi
oltre nel raccontarvi la trama, per non rovinarvi le sorprese
disseminate lungo la storia. Posso solo dirvi che ad un
certo punto, Shane prenderà la decisione di entrare
a far parte dei ribelli, ed inizierà a combattere
con quelli che erano i suoi compagni, modificando buona
parte delle meccaniche di gioco.
Da quanto detto fin a questo punto, pare chiaro che gran
parte dell’attenzione sia stata rivolta alla stesura
di un concept “non banale”. Purtoppo
queste validissime idee si sono infrante contro una serie
di difetti che stroncano brutalmente Haze. Inizialmente
si gioca nelle vesti dei soldati Mantel, avvantaggiati
dal nettare, che evidenzia i nemici, e che ci rende più
forti e resistenti. Poi si passa dall’altra parte
della barricata e si hanno nuove abilità, come
fingersi morto, disarmare il nemico o piazzare trappole.
Peccato che tutto questo risulti inutile, perchè
Haze non ci mette in condizione di giocare al meglio le
sue carte. Sembra di avere tra le mani un FPS vecchia
scuola, che avrebbe sicuramente fatto la felicità
di tutti nella passata generazione, ma che ora pare anacronistico.
Eppure ci sono tutti i classici del genere: combattimento
di squadra, possibilità di trasportare al massimo
due armi e utilizzo dei mezzi, tutto però sembra
sbagliato. Non siamo da soli perchè ci aiuta un
gruppo? Peccato che la loro IA li faccia costantemente
piazzare sulla nostra linea di tiro. Abbiamo il bagaglio
limitato? Tanto le armi sono poche e mal differenziate.
I veicoli? Meglio andare a piedi vista la loro inguidabilità!
Se proprio devo dirla tutta, la cosa che ho digerito di
meno sono state le cut-scene non interattive, che interrompevano
in modo fastidioso il gioco.
Queste si interpongono tra il giocatore e la storia con
stacchi abbastanza netti, fornendo una canale preferenziale
per la bile e non per il nettare.
Per fortuna non è tutto da buttare via. La possibilità
di cooperare in due offline o ad un massimo di quattro
giocatori online è da considerarsi come un valido
argomento a favore del gioco Free Radical. In questo caso
avere a disposizione un veicolo con quattro posti è
davvero una goduria, ed il rischio di trovare un amico
sulla linea di tiro si riduce drasticamente.
Haze riesce sicuramente ad avere una marcia in più
se giocato in tanti. Il multiplayer su Playstation Network
offre tre modalità, due sono le solite e banali
deathmatch e team deathmatch. L’ultima si chiama
Assault e vede due fazioni con obbiettivi ben precisi
contrapporsi. In questo caso è davvero sentita
la differenza tra ribelli e soldati mantel, peccato che
le armi siano fin troppo equivalenti.
Quando un gioco si trova in bilico tra la salvezza e l’oblio,
spesso un impatto grafico di primo ordine è
la carta vincente per risollevare le sorti avverse. Ancora
una volta il nettare non riesce a mascherare la dura realtà.
La prima colpa è senza dubbio delle texture, quanto
di più piatto non vedevo dai tempi di Playstation2.
I modelli poligonali dei mezzi e dei personaggi
sono pieni di spigoli, e le loro animazioni sono decisamente
poco naturali. La cosa più eclatante degli aspetti
negativi, sono gli oggetti che compaiono e scompaiono
quà e là continuamente, così come
i soldati che scendono dalle navi da sbarco, un attimo
prima sono lì, un attimo dopo sono a terra, peccato
che di tanto in tanto non si veda la loro discesa.
Le esplosioni sono decisamente poco gradevoli. Per fortuna
le ambientazioni di gioco sono state maggiormente curate
rispetto ai loro abitanti.
Gli effetti speciali come l’overdose di nettare
o i motion blur durante alcune azioni repentine, sono
senza dubbio l’aspetto grafico meglio riuscito.
Il comparto audio fà venire il mal di mare
a causa dei suoi continui ed irritanti alti e bassi. Il
doppiaggio è valido, ma se i testi da recitare
sono banali c’è poco da fare, soprattutto
se le frasi più scontate vengono ripetute da amici
e nemici in continuazione come il suono dei proiettili.
Abbiamo davvero atteso a lungo per Haze e molti di noi
avevano maturato pareccihe speranze. A volte l’hype
gioca brutti scherzi, il senso di amaro che provoca un
titolo sopravvalutato è senza pari.
Un lancio sul mercato un pò più silenzioso
e con meno proclami, avrebbe dato maggior risalto ai pregi
di Haze, come la modalità cooperativa per quattro
giocatori.
Purtroppo resterà un FPS tra tanti, senza lode
ma con tanti bug. |
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Votazione
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Grafica: 6.5
Sonoro: 6.5
Giocabilitá: 7
Longevitá: 7
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Voto Finale |
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+ Punta di diamante:
+ Concept interessante
+ Co-op online per quattro giocatori
- Pecora nera:
- Meccanica di gioco piatta
- Graficamente poco curato
- Cut-scene non interattive
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