|
Best games |
|
|
Siti Partner |
|
|
|
|
In collaborazione |
|
|
|
|
|
PS3
- Tom Clancy's Splinter Cell Double Agent |
|
|
|
|
Tom Clancy's Splinter Cell Double Agent |
|
|
Versione per la stampa -
Commenta
la review nel forum
|
|
|
|
|
|
Produttore:
Ubisoft Entertainment
Sviluppatore:
Ubisoft
Lingua:
Italiano
Versione:
Pal
Genere:
Azione
Giocatori:
1 - 6
|
|
|
|
|
|
|
Sam Fisher non
è più lo stesso da quando sua figlia è
morta in un tragico incidente. Si butta a capofitto in
ogni missione disperata, soprattutto se il rischio di
morte è altissimo. Il suo capo ed amico Lambert
decide quindi di dargli una possibilità di redenzione;
il compito è uno dei più delicati, infiltrarsi
tra le fila della John Brown Army (JBA), ed in qualità
di infiltrato, svolgere il lavoro sporco del National
Security Agency (NSA). Il rischio che si corre, è
che il delicato equilibrio psichico, in cui versa lo stato
d’animo dell’agente Fisher, lo porti a commettere
l’errore di farsi scoprire o peggio ancora, di farsi
coinvolgere dal nemico a tal punto, da passare al di là
della barricata.
L’avventura, orchestrata dall’onnipresente
scrittore Tom Clancy, giunge alla sua quarta edizione
con uno zaino carico di novità strutturali. La
vita dell’infiltrato ci guida attraverso una continua
serie di dure scelte: seguire gli ordini dell’agenzia
per la sicurezza nazionale, oppure guadagnare la fiducia
dei terroristi, compiendo atti efferati? In pochi secondi
ci toccherà più volte scegliere delle altrui
vite. Qualcosa di molto difficile, persino in un videogioco.
L’agente Fisher è costretto a fare buon viso
a cattivo gioco, deve partecipare ad operazioni per conto
della JBA e nello stesso tempo cercare di accomodare le
richieste del NSA, sabotando le sue stesse attività
(ovviamente mascherando il tutto). Finché si tratta
di eseguire gli ordini in “territorio nemico”,
Sam può optare per qualsiasi tipo di atteggiamento:
furtivo, aggressivo o quello che più vi aggrada
come stile di gioco. Quando le “gite fuori porta”
giungono al termine ed arriva il momento di tornare alla
base, verrà dato al nostro eroe modo di muoversi
nella casa dei terroristi, come se foste uno di loro.
In questi momenti Double Agent dà il meglio di
sè. I vari boss della JBA vi impartiranno degli
incarichi da portare a termine entro un periodo di tempo
prestabilito, e non appena vi daranno le spalle per dedicarsi
alle loro mansioni, sarà per voi il mometo di agire
come una serpe in seno. Questi momenti senz’ombra
di dubbio sono tra i più adrenalinici dell’intero
gioco.
In una delle missioni all’interno della base della
JBA, dovrete installare una ricetrasmittente sul ripetitore
posizionato sul tetto, permettendo al NSA di intercettare
le comunicazioni radio dei terroristi, e nello stesso
tempo dovrete assemblare delle mine per conto dei vostri
“nuovi amici”. Il problema è che l’accesso
all’area dell’obbiettivo è riservata
e sorvegliata, quindi bisognerà utilizzare tutte
le tecniche possibili ed immaginabili per agire in incognito,
senza insospettire nessuno. Il risultato finale di queste
missioni è quanto di più simile ad un film
si sia mai visto in un videogioco: capita non di rado
di ritornare al proprio posto, solo all’ultimo secondo,
un po’ come avviene ad Hollywood (3…2…1…Zack!...Bomba
disinnescata!).
Il maggior spessore della trama è accresciuto da
alcune situazioni, in cui una vostra decisione fulminea
può stabilire la vita o la morte di uno o più
individui, come per esempio quando vi viene data un’arma
e vi viene ordinato di uccidere a sangue freddo un intruso
per dimostrare la vostra fedeltà. Ad accentuare
l’emozione di questi eventi, l’inquadratura
si sposta dalla classica terza persona agli occhi di Sam.
Un leggero rallenty, un po’ di sfocatura, l’audio
lievemente ovattato, creano la tensione che diventa palpabile,
in particolar modo quando la nostra decisione influenzerà
il resto dell’avventura.
Questo nuovo Splinter Cell rappresenta un mezzo punto
di rottura con il passato. Abbandonata la vecchia “tutina”
nera da ninja dell’agente di Third Echelon, il nuovo
Sam Fisher è un uomo nuovo, abbruttito dalla vita
(volto segnato e sguardo alla Charls Bronson), distrutto
dal rimorso e dai sensi di colpa, che ora combatte anche
alla luce del sole. La revisione degli ambienti classici,
spesso lontani dalle ombre a cui eravamo abituati, ha
imposto al giocatore una modifica nei modi di effettuare
infiltrazioni silenziose. Il design delle mappe è
decisamente più variegato, ricco di bivi e di possibilità
di approccio all’obbiettivo. Non si prova più
la sensazione di essere incanalati in un tunnel, ma ci
si sente liberi di decidere, nel bene e nel male, sia
la strada da intraprendere che il modo di opera.
Le scelte da fare nel gioco coinvolgono in maniera decisiva
anche l’evolversi della trama. Se decideremo di
compiere delle efferatezze, avremo la possibilità
di farci belli agli occhi di Emil Dufraisne (il boss della
JBA), ma se dovessimo decidere di sentirci in pace con
la nostra coscienza, evitando di compiere attentati o
uccidere innocenti potremmo giungere ad altri risvolti
della storia.
Il ruolo del doppio giochista è forse il vero stimolo
per il giocatore al raggiungimento, sia degli obbiettivi
primari sia di quelli secondari.
Una delle novità di Splinter Cell Double Agent
è stata l’adozione di un motore grafico più
performante rispetto al passato. L’edizione per
XBox 360 ha saputo fare bella mostra di se (senza comunque
offrire nulla di trascendentale) grazie alla semplice
adozione di un Unreal Engine 2.5, riveduto e potenziato
a tal punto da garantire un’esperienza visiva di
tutto rispetto, che esalta in più occasioni il
carattere next-gen del gioco. Purtroppo la conversione
per Playstation 3 appare da subito castrata da diverse
limitazioni estetiche. Prima di tutto si nota il frame-rate
claudicante in più occasioni, ed il sacrificio
del dettaglio grafico per il raggiungimento dei trenta
fotogrammi al secondo.
Chi ha provato la controparte Microsoft, inizialmente
farà fatica a digerire le limitazioni dell’edizione
Playstation 3, limitazioni inspiegabili considerato il
motore grafico adottato. Superato il primo duro colpo,
Sam Fisher catalizza l’attenzione lontano dai difetti,
con una storia affascinante e una giocabilità sempre
ad alto livello. La maggior necessità di improvvisare
ed agire in fretta ha accresciuto notevolmente anche il
pathos, rendendo questo episodio il più cinematografico
della serie.
Le dolorose limitazioni grafiche non inficiano più
di tanto il fluire di Double Agent, ma se come me avete
messo le mani prima sul gioco per Xbox 360, rimarrete
senz’altro delusi dal lavoro svolto in fase di conversione.
Attualmente Splinter Cell è l’unico stealth
game per Playstation 3, quindi se amate il genere non
potete farvi sfuggire questo titolo, nella speranza che
il prossimo capitolo venga realizzato con un occhio di
riguardo per la console Sony. |
|
|
|
|
Votazione
|
|
Grafica: 6.5
Sonoro: 8
Giocabilitá: 8.5
Longevitá: 8
|
|
|
|
Voto Finale |
|
|
|
+ Punta di diamante:
+ Trama ricca di bivi
+ Personaggio carismatico
- Pecora nera:
- Comparto grafico sacrificato
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|