“New radius?
Un postaccio… quel poco di buono che c’era
nella gente è stato spazzato via dalla corruzione,
dalla burocrazia e dalla politica. Un nuovo sindaco regna
incontrastato, il risultato è una sorveglianza
feroce con telecamere sparse ovunque e un corpo di polizia
(i cck…) che non lascia il tempo di respirare…le
forme di espressione dei movimenti giovanili sono diminuite
per paura e le poche crew rimaste invece di stringere
alleanze combattono fra di loro per un misero muro da
“graffiare”…una situazione insostenibile…occorre
trovare una soluzione…occorre trovare il coraggio
di ribellarsi…ci vogliono sistemi di comunicazione
estremi…un qualcosa che forse i “benpensanti”
possono togliere dai muri, ma non potranno mai cancellarlo
dai tuoi ideali…una silente rivoluzione condotta
con armi non convenzionali,…una rivoluzione in bomboletta
spray....”
Quanto riportato nelle righe qui sopra è il mio
personale pensiero maturato nelle ore in cui giocavo a
questo piccolo ed inaspettato gioiellino ludico/narrativo.
Il nuovo titolo prodotto da Atari si erge fiero e sicuro
del suo valore in un panorama più che affollato
in ambito console, diciamocelo chiaro di action/adventure
la ps2 (come l’xbox..) è strapiena, molti
di questi sono di ottima fattura, ma tra tutti Getting
Up riesce ad emergere, e per certi versi sorprende. Sin
dalle prime battute si ha l’impressione che il gioco
non è un action di tipo comune, ogni sua parte
gode di rifiniture e tocchi di classe tutt’altro
che scontati…per i dettagli continuate a leggere…
Il gioco dovrebbe narrare le gesta di un giovane writer
di nome Coltrane (nel gioco il nome per esteso viene detto
una volta sola, a tutti gli effetti voi lo conoscerete
solo come “Trane”, contrazione con cui si
firma…) che schiacciato dall’ipocrisia cittadina
intraprende una personale battaglia contro il sistema
da lui identificato come corrotto e dittatoriale (come
dargli torto…in certi momenti durante il gioco mi
sembrava di girare per Milano altro che fantasiose città
di nome new radius!!). La sua avventura lo porterà
a perfezionare le tecniche per realizzare graffiti sempre
più grandi e complessi (un modo a lui congeniale
di esprime dissenso per qualcosa…), con la gravante
di doversi difendere da attacchi su più fronti,
che siano poliziotti o crew rivali (voi non appartenete
a nessuna crew…uno spirito libero…) bisogna
imparare a difendersi…attaccando! Le combo nei combattimenti
sono in numero adeguato per divertirvi a spargere dolore
contro i vostri avversari, in più la possibilità
di trovare armi improvvisate vivacizza gli scontri quel
tanto che basta a renderli adrenalici e feroci. Il resto
del gioco pretende da voi dei compiti legati alla spray
art. in ogni sezione ci saranno zone peculiari in cui
fare un graffito, tramite un tasto denominato “intuito”
Trane identificherà con un simbolo la parete ideale
su cui realizzare un graffito, ma se nelle prime fasi
di gioco raggiungerle sarà facile, andando avanti
la sfida cresce portando le pareti “graffiabili”
in zone all’apparenza inaccessibili, un attento
studio dell’ambiente e delle strutture che lo compongono
ci darà la possibilità di capire come raggiungerle
manifestando in Trane doti atletiche particolarmente sviluppate,
una sorta di “prince of persia urbano”(non
me ne voglia Jordan Mechner…).
Più saranno grandi, più saranno in zone
assurde, più i valori che definiscono il vostro
avatar aumenteranno rendendovi sempre più celebri
e allo stesso tempo più temuti…l’unico
neo legato alla risoluzione degli “enigmi in bomboletta”
è la limitata percorrenza di alcune aree, dei vetusti
muri invisibili (videoludicamente parlando ormai appartenenti
al cretaceo pre free roming…) impediscono di esplorare
un ambiente dall’illusorio vasto campo visivo…un
inspiegabile impedimento che sebbene non modifichi in
maniera sostanziale il game play, indispettisce un po’.
Il team che si è occupato dello sviluppo è
ormai noto ai più, i validi the Collective, già
fautori del buon star wars episode 3 “revenge of
the sith” e del sottovalutato buffy the vampire
stayer per xbox.
I primi minuti di gioco basteranno per capire che sotto
la direzione di Marc Ecko il team ha dato il meglio realizzando
il comparto tecnico migliore della loro carriera. La città
è qualcosa di splendido, le periferie degradate,
la metropolitana, i palazzi fatiscenti sono visivamente
dettagliati, strutturalmente solidi e esteticamente accattivanti
come pochi altri. Un ambiente così caratterizzato
deve essere supportato da texture dalla qualità
inappuntabile…tranquilli, ogni superficie gode di
dettagli ragguardevoli, considerate poi che ogni muro
può ospitare una (o più di una sempre diversa…)
“tag” mutandone così l’impatto
visivo, a volte in modo positivo a in altre in modo negativo
(imparare a decidere quale tipo usare, di che colore,
di quale dimensione e soprattutto dove piazzarla sono
aspetti che imparerete a giostrare nel corso dell’avventura).
Non solo l’ambiente stupisce, Trane e i personaggi
che gravitano nella sua vita sono tutti ben fatti, le
animazioni sono sempre puntuali, fluide e realistiche,
le collisioni sono quasi sempre precise, quasi perché
le compenetrazioni di poligoni, benché veramente
sporadiche, sono presenti. Aspetto un po’ trascurato
sono le tipologie di nemici che incontreremo, non particolarmente
ricercate o varie (i membri delle crew rivali si somigliano
tutti così come i poliziotti, debitori non poco
del design dei combine di half life 2). Il protagonista
cambierà look dopo poco tempo e in entrambe le
varianti risulterà carismatico quanto basta, la
scelta di dotarlo di un volto conosciuto (il rapper Talib
Kwely) all’inizio rende un po’ scettici, dopo
la prima ora di gioco invece comincerà a diventarvi
famigliare e vi affezionerete, il personaggio come dicevo
ha carisma da vendere, la battaglia personale narrata
nel gioco diventerà la vostra battaglia, maturerete
insieme a lui e imparerete le tecniche di sopravvivenza
urbana insieme, inizierete dove inizia lui…impossibile
non identificarsi in un ragazzo ribelle che sogna di cambiare
il (suo…) mondo con una forma d’arte…almeno
per me sentirmi così non è stato difficile,
potere dei videogiochi! (fico, atletico e graffittaro
di talento…almeno fossi come lui!!!). Altro aspetto
particolarmente curato sul versante estetico è
la tipologia di graffiti che potrete fare, un “book”
virtuale si aggiornerà automaticamente dandovi
la possibilità in ogni schema di variare la proposta
delle immagini che realizzerete..ci tengo a precisare
che per ognuna di esse è possibile modificarne
il colore in base ai gusti e tutti una volta realizzati
sono qualcosa di splendido, un esplosione di colori e
dinamismo che colora in maniera radicale un’altrimenti
cupa e grigia metropoli che seppur virtuale è imparentata
di parecchio con le città in cui molti di noi vivono…
Ultimo aspetto da considerare è la componente sonora,
i brani che la compongono passano dalla scontato hip hop
al punk/rock, elettronica e altro. Tutte le canzoni proposte
sono comunque godibilissime e per quanto personalmente
non apprezzi particolarmente il rap, non posso che rimanere
soddisfatto delle scelte fatte in questo genere, affascinanti
e azzeccate. Nota stonata il doppiaggio, in italiano si
ma frettoloso e a volte troppo volgare (il linguaggio
ruvido non mi scandalizza minimamente, ma deve essere
adeguato al contesto…in molti casi qui non lo è…)
…per circa il 60% del gioco fa il suo dovere e tanto
basta.
Una sorpresa, un titolo a cui non davo la minima fiducia
e che si è rivelato un gioco di fattura più
che discreta, un altro modo di analizzare la vita di un
graffittaro, senza ipocrisie o moralismi ma con una determinazione
marcata nell’affermare che il graffito come i fumetti
o i videogiochi sono forme d’arte che meritano rispetto
e che in molti casi possono cambiare la percezione del
mondo da parte di chi ne carpisce i più profondi
significati…provatelo, ne vale la pena…
Recensione a cura di:
Toni Viceconti
Votazione
Grafica: 8
Sonoro: 7
Giocabilitá: 8
Longevitá: 8
Voto Finale
8
+ Punta di diamante:
+ Graficamente affascinante
+ Stilisticamente pregevole
+ Graffiti virtuali dalla varietà notevole e dall'impatto visivo a tratti devastante