Nemmeno due anni…incredibile!
Come abbiano fatto i Reflection a confezionare in così
poco tempo il 4° cap di Driver è un vero mistero,
reso oltremodo oscuro dal fatto che lo sviluppo del temibile
predecessore Driv3r durò ben 4 anni e visti i risultati
ottenuti allora, è lecito chiedersi se sono davvero
riusciti a migliorare il seguito in metà del tempo…
il problema più grande del contestatissimo Driv3r
fu l’incredibile successo di vendita nonostante
la mediocrità del prodotto,
lo spettro di quel GTA, che diventava un blockbuster ad
ogni capitolo, aleggiava maligno sul team di Newcastle,
un confronto troppo difficile che impedì allo sfortunato
3° capitolo marchiato Atari di tracciare nuovi parametri
nel genere che aveva in un qualche modo inaugurato…il
risultato purtroppo lo conosciamo tutti, un brutto clone
del simulatore malavitoso di casa Rockstar…
Evidentemente il team di Gareth Edmonson non aveva alcuna
voglia di rinunciare alla sfida con gli ex colleghi ora
conosciuti come Rockstar North ed ecco spuntare questo
Parallel lines…prima che pensiate ad un'altra gigantesca
bufala copia/incolla da GTA vorrei rassicurarvi, questa
volta ce l’hanno fatta!!! Proprio nell’anno
di passaggio alla nuova generazione di console, Atari
rilascia sull’attuale un gioco che omaggia i capitoli
usciti sulla ormai gloriosa e anziana PSOne!!! Finalmente
il titolo della serie torna ad avere importanza, in D.P.L.
il protagonista è un pilota e nel gioco la parte
fondamentale è la vostra abilità al volante…quello
che ci si aspettava da Driv3r…meglio tardi che mai!!!
’70 vs 2K…
Il sottotitolo è quanto mai azzeccato per delineare
quanto accade nella storia. Inizierete le vostre scorribande
nei favolosi ’70 (c’è chi direbbe che
i favolosi furono i ’60 o i ’50…musicalmente
a mio avviso i ’70 furono davvero il top per il
rock…), esteticamente e “ludicamente”
tutta questa parte è un autentico omaggio ai vari
Starsky & Hutch, Chips, N.Y.P.D. etc etc… niente
male davvero, l’atmosfera è ricreata in maniera
egregia, i dettagli non mancano, dall’abbigliamento
al tipo di auto presenti fino ad arrivare alla musica
selezionata per la track list, superba!!! per ogni artista
è stato scelto un brano (tra cui figura la splendida
“suffragette city” di un certo David Bowie,
che proprio in quegli anni realizzò le cose migliori…)
tra i più significativi ed esaltanti, assolutamente
perfetti per calarvi nel personaggio di The Kid un ragazzetto
magro e svelto (almeno per il periodo dedicato ai ’70)
dal carisma eccellente, in poco tempo riuscirà
a farvi dimenticare il poco loquace Tanner insidiando
addirittura il sempre verde Tommy Vercetti, per quanto
riguarda la componente “tamarro/ludica” il
nuovo Driver segna alcuni parametri interessanti e soprattutto
riusciti…poi ad un tratto qualcosa cambia nella
vita di T.K. cambia in modo drastico e di colpo vi ritrovate
ai giorni nostri con tutta un'altra serie di problematiche,
le atmosfere si fanno decisamente più cupe e crude
così come le musiche, improvvisamente vi mancheranno
i colori e gli ambienti assaporati poche ore prima (benché
la grande mela nei ’70 non fosse esattamente il
posto più vivibile degli states, molto meno di
ora decisamente…), le scanzonate melodie che facevano
da tappeto alle rocambolesche fughe a bordo delle fiammanti
muscle car da voi pesantemente cutomizzate saranno solo
ricordi, la cattiveria e il malessere trapelano copiose
dalle canzoni scelte per le vostre prodezze al volante.
Per quanto decisamente più performanti e guidabili
le supercar odierne non sapranno rilasciare quel feeling
che tanto sentivate nella prima metà del gioco…nulla
di male badate, il passaggio è assolutamente funzionale
alla trama, questa volta decisamente più complessa
e articolata rispetto al passato, ma il cambiamento repentino
almeno all’inizio lo digerirete a fatica, benché
il carisma e la personalità di T.K. ritroveranno
nuovo vigore con l’aspetto e l’esperienza
accumulati… il brutto clone di GTA che rappresentava
Driv3r viene definitivamente dimenticato diventando finalmente
qualcosa di assolutamente autonomo calcando le scelte
di gameplay che lo resero popolare in passato, finalmente
in questo capitolo si guida in maniera sconsiderata, spregiudicata
e finalmente libera, la città e il vostro parco
giochi e finalmente pulsa di vita propria, le fughe dagli
sbirri saranno sempre più spericolate, la densità
di traffico (in Driv3r il più delle volte assente…)
è tale da richiedere una prontezza di riflessi
a tratti davvero fulminea…la maggior parte del gioco
ricorda le atmosfere di film quali “il braccio violento
della legge”senza dimenticare le dinamiche registiche
della pellicola che fu a suo tempo la principale fonte
di ispirazione della serie, quel “Driver l’imprendibile”
(Walter Hill 1978) che annovera tutt’ora le più
impressionanti sequenze di inseguimenti mai visti sul
grande schermo.
Tanner vs T.K.
La cosa che colpisce immediatamente, non appena parte
il filmato iniziale, è la qualità a tratti
sconvolgente dello stesso, i filtri applicati e la composizione
poligonale delle anatomie e degli ambienti è da
capogiro, un qualcosa che non teme confronti se non con
il cinema di genere…finito il filmato mi aspettavo
un duro contraccolpo dalla grafica in-game, mi sono dovuto
ricredere!
I passi avanti rispetto al predecessore sono allucinanti!
Le vetture finalmente risultano credibili sia nel design
sia nel comportamento in strada, i tocchi di classe si
notano soprattutto sul frangente “fisico”
gli incidenti sono quanto mai realistici e spettacolari,
le vetture una volta danneggiate risentono in prestazioni
e più e grave il danno più l’andatura
ne risentirà peggiorando progressivamente fino
a che non sarete costretti a prenderne in “prestito”
un'altra… come nel precedente cap, tra i veicoli
disponibili, fanno capolino anche le motociclette decisamente
più agili e veloci ma anche molto più difficili
da padroneggiare. Come accennavo poc’anzi il design
dei mezzi è finalmente diventato qualcosa di cui
andare fieri, le auto in particolare sono piacevolmente
accattivanti a livello estetico specie quelle che popolano
la “gioventù” di T.K. altro enorme
pregio è la possibilità di “upgradare”
il vostro mezzo nelle maniere che ritenete più
opportune, alcune con le giuste operazioni in fase di
assetto e potenziamento tramite NOS e quant’altro
diventeranno delle vere e proprie “bare” su
4 ruote. Gli ambienti vantano una buona solidità
poligonale, i fenomeni che affliggono Driv3r e i vari
GTA (pop-up, flickering sul fondale, draw-in…) sono
quasi assenti in D.P.L., la stabilità del frame
rate da’altro canto non è propriamente eccelsa
ma vista la mole di poligoni a schermo non credo sia il
caso di lamentarsi più di tanto, non tanto quanto
la definizione delle texture sui fondali…queste
sono onestamente troppo slavate, a volte eccessivamente
piatte e mal realizzate, talmente brutte che faticherete
a capire cosa vogliono rappresentare…la buona notizia
e che le noterete sono quando scendete dalla macchina
per andare a piedi…fortunatamente capita molto ma
mooolto raramente…
Dopo due anni i Reflection aggiustano il tiro realizzando
finalmente quel Driver che tutti aspettavano, certo non
eccelle su tutti i parametri, ma finalmente riesce ad
avere un identità propria portando la serie verso
la genesi stessa del franchise, un gioco dove l’abilità
al volante è la parte focale di tutto il gioco…dove
la trama riesce a coinvolgere intricandosi tanto da diventare
torbida come l’asfalto rovente della grande mela,
teatro delle due realtà che affronterete nei panni
di The Kid...
Recensione a cura di:
Toni Viceconti
Votazione
Grafica: 7
Sonoro: 8.5
Giocabilitá: 8
Longevitá: 8
Voto Finale
7.8
+ Punta di diamante:
+ Finalmente Driver!
+ Impegnativo
+ Trama coinvolgente
+ Colonna sonora eccellente
- Pecora nera:
- Esattamente bastardo come driver! (il primo e il secondo…)