Non tutte le ciambelle
riescono col buco, proprio per questo anche sviluppatori
navigati come Digital Reality possono toppare. Il competitivo
ambiente degli strategici in tempo reale ha già
visto questo team, protagonista nella realizzazione di
giochi di discreto livello come “Afrika Korps vs
Desert Rats” e “D-Day”. L’abbandono
dell’ambientazione storica della seconda Guerra
Mondiale in favore di un setting moderno, poteva essere
un’ottima idea per rinnovare l’offerta (di
solito si ha a che fare con Fantasy, come Warcraft o ricostruzioni
storiche), ma nell’implementazione sono state commesse
delle leggerezze, che ne hanno compromesso l’appetibilità.
Le tre campagne si sviluppano in un contesto fantapolitico
dall’indiscutibile plausibilità, narrando
gli eventi che legano assieme la World Forces (WOFOR),
un’organizzazione nata nel 2007 dall’alleanza
di grandi nazioni come Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia
ed Inghilterra (noi Italiani come al solito siamo fuori
da queste cose) per fronteggiare il dilagare planetario
del terrorismo. Poi c’è “L’Ordine”,
un’alleanza che combatte per utopistici ideali,
risultando agli occhi dell’opinione pubblica una
crudele organizzazione. Per finire c’è la
Repubblica popolare Cinese, fuori dai giochi per lungo
tempo, in quanto dichiaratasi neutrale, e poi coinvolta
nel conflitto a seguito dell’ascesa al potere di
un potente gerarca militare.
Il quadro, che si presenta davanti ai nostri occhi, è
giocabile attraverso le tre suddette campagne belliche
(il libretto suggerisce di affrontare il gioco nell’ordine
proposto per godere a pieno la trama) che, una volta portate
a termine, sbloccano una missione extra di epilogo per
chiudere la storia.
Ogni fazione in gioco avrà a disposizione ovviamente
i propri combattenti ed i propri strumenti bellici. Come
la Wofor potrà usare i “demoman” per
abbattere i carri armati nemici, così l’Ordine
potrà sfruttare i RPG-9 dei propri Mujahidin, e
così via.
La formula di gioco è quella classica, basata sulla
gestione di un numero predeterminato di truppe sul campo
e l’eventuale intervento di rinforzi disponibili
dopo il conseguimento di obiettivi primari o secondari.
Ogni volta che si raggiunge un punto cruciale della missione,
viene assegnato un punteggio, che permette di “acquistare”
truppe fresche e mezzi da richiamare nel teatro bellico.
Nonostante le buone premesse e la lunga esperienza della
sviluppatore nel campo degli RTS, “War on Terror”
non risulta divertente da giocare ed è poco intuitivo
da gestire (in particolare la telecamera, che per come
la si metta, sembra non inquadrare mai ciò che
effettivamente ci interessa). I display, che ci forniscono
le informazioni indispensabili e non, risultano quanto
mai invasivi, occupando buona parte del campo visivo.
Sebbene sia possibile ridurre ad icona ogni elemento informativo,
giocare senza questi complica non poco la vita…in
pratica è un cane che si morde la coda (come cantava
Freddy Mercury “…I can’t live with you!
But I can’t live without you…”).
La guerriglia urbana, che deriva dall’azione, risulta
meno affascinante delle battaglie su vasta scala approdate
sui nostri PC, proprio grazie agli ultimi giochi di Digital
Reality.
Il problema è da imputare alle tattiche applicabili
a questa categoria di scontri, dove la gestione è
più attenta alle singole unità che agli
interi plotoni. La confusione e la frammentarietà
risultante da questa formula di gioco è quasi frustrante.
Il rischio che si corre è quello di ritrovarsi
a catapultare tutte le proprie forze in massa verso l’obiettivo,
al posto di applicare strategie più profonde e
soddisfacenti, ottenendo non più di una volta una
clamorosa disfatta.
Insomma “War on Terror” perde gran parte delle
caratteristiche che generalmente affascinano i giocatori
degli RTS. Si potrebbe dire che lo sviluppatore è
un po’ vittima del suo tentativo di rinnovamento
concettuale.
Dal punto di vista grafico, non c’è da lamentarsi
del lavoro svolto, confermando ancora una volta le capacità
dei coder di questa software house. Ancora una volta però,
le unità appiedate si confondono tra loro, non
avendo evidenti segni distintivi che ne evidenzino la
loro funzione (ma per quale motivo non mettono dei bei
colori sgargianti? Che si arrangi il realismo, io voglio
la giocabilità!).
La quantità di roba a video che spara, urla ed
esplode in un’orgia di pixel premia gli occhi dei
possessori di computer High-End, con anti-aliasing a go-go
e texture pulite e definite.
Come di consueto non manca la modalità multigiocatore,
che permette un’ampia gamma di scontri oltre al
solito “scontro mortale”.
Non vorrei sembrare cattivo, ma sono deluso dall’ultima
fatica Digital Reality perché non mi ha dato quel
senso di familiarità dei comandi che sono abituato
ad avere in questo genere di giochi. Mi è sembrato
di non avere il controllo della situazione, anzi di essere
vittima del gioco e non artefice degli eventi.
A tutti capita di inciampare e di fare un autogol, comunque
se siete dei fanatici degli RTS, vi suggerisco di dare
almeno una possibilità a questo titolo, perché
al di là delle mie personali impressioni (dovute
ai paragoni con altri titoli sviluppati dallo stesso team),
le buone idee ci sono e qualche partita la si può
fare con piacere senza rimanerne totalmente delusi.