Molte persone
non riescono a capire, quale gusto si possa provare nell’affrontare
un’avventura grafica, genere molto in voga tra gli
anni otta e novanta, in cui bisogna scervellarsi, raccogliere
appunti e faticare come una vecchia Fiat 500 in salita
sullo Stelvio, senza che ci sia un nemico da sbudellare
a colpi di lanciamissili. Semplicemente c’è
ancora chi apprezza la soddisfazione del procedere un
passettino alla volta, facendo faticare la logica piuttosto
che i riflessi.
“Rhem3: La biblioteca segreta” è il
seguito di quei Rhem e Rhem2, di cui và a portare
avanti la storia. La trama altri non è che una
scusa, per motivare la vostra ricerca all’interno
della terza parte di questa sorta di città. L’obiettivo?
Trovare e recuperare un artefatto per conto terzi. La
mia semplificazione può sembrarvi assolutamente
banale ma, più o meno il contesto è questo,
condito da qualche sporadico approfondimento per arricchire
un elemento accessorio come questo. Onestamente, non credo
che interessi a qualcuno, una sceneggiatura da oscar in
un’avventura incentrata sulla risoluzione di puzzle.
Si potrebbe tranquillamente sostenere, che l’intero
complesso all’interno del quale ci muoviamo, è
un immenso labirinto-puzzle e che sarà compito
nostro trovare il bandolo della matassa per raggiungere
il nostro scopo.
Preparatevi dunque carta e penna, perchè ci sarà
da scervellarsi parecchio per raccogliere indizi e risolvere
enigmi al fine di ottenere chiavi e codici per procedere
oltre. Come nel precedente episodio, anche l’ambiente
sarà in continuo mutamente, fornendoci quindi rinnovati
punti di riferimento ad ogni nostra azione, per muoverci
agevolmente nei meandri di Rhem (per chi non lo sapesse,
o per chi non lo ricordasse, il nome della città
è anche il titolo del gioco). L’apertura
di porte chiuse, l’avanzamento nell’avventura,
tutto è sottoposto ad una precisa logica, se ci
si affida alla fortuna non si và da nessuna parte.
Ricordate il precedente capitolo? Seguendo tubi, meccanismi,
collegamenti sarà possibile analizzare la situazione
e rendersi conto che la soluzione di ogni problema è
“lì”, magari non a portata di mano,
ma sempre dove è più ovvio che sia.
I giocatori più smaliziati, che sapranno esplorare
con attenzione ogni dettaglio ed ogni angolo dell’enorme
labirinto, riusciranno senz’altro a cogliere il
senso di questo titolo, che affida allo spirito d’osservazione
gran parte della propria giocabilità. Muovere a
casaccio il mouse sui “punti d’interesse”
interagendo a caso, non conduce da nessuna parte, ma è
assolutamente inutile che ve lo dica, perchè se
state leggendo quest’articolo, sicuramente state
cercando in un videogioco qualcosa di diverso dal solito.
I vostri più cari amici in quest’avventura
saranno un comodo mouse, un blocchetto per gli appunti
ed una discreta dose d’immaginazione, perché
l’anacronistica grafica di certo non aiuterà
chi spera di spremere la nuova GPU DirectX 10. Si può
notare più di un miglioramento nella veste cosmetica,
ma nulla che elevi il gioco da questo punto di vista.
I rendering e le animazioni sono in bassissima risoluzione
e, più in generale, la qualità grezza della
componente visiva ne risente in maniera evidente (sicura
complice di questo scempio è la compressione video).
Per fortuna la grafica non è un fattore fondamentale
per godere a pieno di Rhem3. Almeno le nostre orecchie
sono salve, perchè il sottofondo musicale anche
se un pò ripetitivo, si lega sapientemente con
l’avventura e non disturba i nostri ragionamenti
con note oppressive. Da sottolineare l’impegno profuso
per la traduzione in italiano, sia dei testi che del parlato,
che di tanto in tanto spezzano la nostra solitaria peregrinazione.
Rhem3 porta avanti il proprio vessillo di gioco basato
interamente sulla risoluzione dei puzzle, al di là
di qualsiasi possibile critica o complimento. Una manna
per gli amanti della logica un vero stillicidio per chi
aspetta solo il prossimo Quake. Un titolo difficile ma
non impossibile che sa dare la giusta ricompensa, a chi
con pazienza supera ogni porta chiusa risolvendo gli enigmi.
Un acquisto obbligatorio per chi ha già trascorso
notti insonni nei meandri della città di Rhem.
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