Se quando qualcuno
parla di “Golf”, voi pensate esclusivamente
alla macchina, o peggio ancora al maglione di lana, allora
il titolo sviluppato da Fusion Software non fa
proprio per voi.
A quelli che invece, non sanno neppure che un’auto
ha lo stesso nome del loro sport preferito, consiglio
di leggere attentamente questa recensione, perché
al di là dei difetti che affliggono questo prodotto,
si cela un’interessantissima caratteristica che
potrebbe renderli felici.
Innanzitutto parliamo di ciò che non và.
Partiamo dallo spirito golfistico del videogiocatore moderno,
maturato negli anni dalle serie “Links” a
“Tiger Woods”, da “Neo Turf Master”
a “Everybody’s golf”, attraverso questi,
abbiamo visto una pesante evoluzione dei sistemi di controllo
sia simulativi che arcade. Come vedete, non faccio riferimento
solo agli odierni esponenti del genere, ma anche a titoli,
che risalgono più o meno al mesozoico, e tutti,
dico tutti hanno offerto caratteristiche peculiari, che
rendono unica l’esperienza di gioco. Con “Custom
Play Golf” sembra di aver fatto tre passi indietro
nell’evoluzione. La scarsa interattività,
naturale per questo genere di giochi, di solito viene
compensata da un’interfaccia di controllo accattivante,
oppure da una semplicità iniziale, che disarma
il giocatore. Al contrario, questo gioco ci mette di fronte
ad un distaccatissimo set di dati dalla dura assimilazione
(perlomeno inizialmente). La scelta delle mazze, la mira,
il tirare e tutte le altre decisioni vengono messe sul
display come indicazioni di un simulatore di volo. A questo
gioco manca il calore tipico del green, il profumo dell’erba
e degli alberi. CPG è sintetico, freddo. Ciò
nonostante fa il suo dovere, ed una volta digerito il
boccone amaro del primo impatto, ci si trova di fronte
ad un completo simulatore di golf.
Graficamente parlando, prende parecchie bastonate
dal blasonato Tiger Woods. L’eccessiva essenzialità
visiva disturba il giocatore abituato al fotorealismo
della concorrenza. Le animazioni dei golfisti sono fluide,
ma completamente slegate l’una dall’altra,
il pubblico è quasi assente se non per qualche
bitmap qua e la sugli spalti e manca la figura del caddy
che porta le mazze. Insomma ci si trova più o meno
da soli in un ambiente, che sembra stato sviluppato una
decina di anni fa, quando i poligoni erano un lusso targato
Playstation.
Un’altra piccola pecca riguarda l’impossibilità
di saltare i tiri dei giocatori gestiti dalla CPU, non
che disturbi più di tanto, ma visti i tempi di
attesa tra una buca e l’altra, si vorrebbe anche
giocare e non solo aspettare.
Il comportamento della parte audio è più
o meno mediocre: una buona scelta di suoni ambientali,
qualche applauso del pubblico, nessun commentatore a riempire
i momenti morti…più o meno tutto nella norma.
Ora parliamo di ciò che và!
La caratteristica migliore di questo gioco è la
completa personalizzabilità di ogni singolo aspetto
dello stesso, con la conseguente trasformazione del titolo,
da simulatore sportivo ad editor. Quando dico che è
possibile modificare tutto, intendo davvero dire TUTTO.
Non parlo solo delle buche e delle posizioni degli oggetti
sul campo e della colonna sonora, ma anche dell’intero
set di texture, del colore del cielo, del sole o della
morfologia del terreno. Come avete capito, ogni cosa è
stata realizzata per finire nelle sapienti mani dei modders
incalliti. CPG è uno strumento nelle mani della
comunità videoludica. Un abile lavoro di restyling,
da parte di un giocatore, può trasformare una normale
gita sul green in una diciotto buche sulla luna, con tanto
di crateri e gravità lunare.
Il bello dell’editor è la semplicità
d’uso e l’immediatezza anche per i meno avvezzi
a questo genere di cose: si preme il tasto destro, appare
il menù, si sceglie l’opzione e si và
avanti, finche l’opera non è completa.
La creazione e la personalizzazione sono davvero una trovata
fantastica ma, come dicevo prima, non sono supportati
da un motore grafico in grado di soddisfare le esigenze
attuali.
Custom Play Golf alla fin della fiera è
esattamente ciò che vuole essere: un simulatore
sportivo incentrato sulla editabilità di ogni fattore,
sicuramente non potrà rivaleggiare per tecnica
con il mostro sacro di EA, ma la sua caratteristica fondamentale
lo rende un pezzo raro. |