Costruire una
città non è roba da poco, non si tratta
infatti, di avere solo tanti soldi da investire e voglia
di fare, ma servono grandi capacità decisionali
e attenzione alla pianificazione.
“Sim City” ci ha insegnato che le città
sono composte da palazzi, fabbriche e quant’altro,
City Life invece, ci dice che non è il cemento,
ma i cittadini ad essere la città.
Le soluzioni innovative, proposte da questo gioco nei
confronti dei titoli gestionali, riguardano appunto le
differenti classi sociali che popolano la metropoli che
via via andremo a creare ed i loro fabbisogni.
La prima volta che mi sono cimentato nello sviluppo
del mio comune è stato un mezzo disastro: in
men che non si dica il budget è andato in rosso,
disordini e rivolte sono scaturiti ad ogni angolo. La
causa di tutto ciò è stata la pianificazione
del mio agglomerato urbano, costruito come se avessi
iniziato una partita a Sim City. Conscio dei miei errori,
ho dato il via ad una nuova partita.
L’imbarazzo della precedente sconfitta morale
ha subito lasciato il posto ad uno strano senso di soddisfazione.
City Life richiede molta più attenzione nella
costruzione, perché i vari ceti sociali, che
popolano il comune in costruzione, hanno le loro affinità
con alcuni ed entrano in conflitto con altri; e mirano
anche ad un ovvio miglioramento del loro status. Ovviamente
si immagina di poter separare in modo netto queste classi,
costruendo quartieri distanti per evitare rappresaglie,
ma nostro malgrado ci troviamo a dover far collaborare
tutti per lo sviluppo della comunità. Alcuni
edifici infatti, richiedono l’impiego di cittadini
di diverso tipo. Per esempio un garage necessiterà
solo di “colletti blu”(questo è il
nome di una delle sei categorie), mentre un supermercato
richiederà non solo l’assunzione dei summenzionati
“colletti blu”, ma anche quella del ceto
opposto.
In questo caso si tratta di luoghi di lavoro, quindi
tranquillamente collocabili lontano dai guai, ma quando
si tratta di ambulatori medici o di drogherie, vi toccherà
cercare di collocarli a metà strada tra i diversi
quartieri, anche perché le infrastrutture di
pubblica utilità hanno una gittata di efficacia
limitata.
La gestione dei conti, risulta altrettanto ricca. I
vostri introiti deriveranno sia dalle tasse, che sono
pagate dai cittadini (migliore sarà il loro stato
sociale, più soldi riuscirete a scucirgli) sia
dalle industrie. A controbilanciare i guadagni, ci saranno
le spese derivate dalla gestione di ospedali, centrali
di polizia, scuole, dalla depurazione delle acque e
dalla produzione della corrente elettrica. Queste ultime
due in particolare però, vi permetteranno di
recuperare altro danaro, se infatti avrete un surplus
nello smaltimento dei rifiuti o nella generazione di
energia, arriverete ad avere ottimi ricavi.
Dalla mia descrizione tutto questo può sembrare
complicato e frustrante, ma al contrario risulta affascinante
e decisamente divertente. Un po’ come Sim City,
ma decisamente più profondo, il tutto condito
da una spettacolare grafica tridimensionale, che ci
porta dalla visuale aerea fino in mezzo alle strade
per vedere come si comportano i nostri cittadini. Considerando
che si tratta di un gioco gestionale, va riconosciuto
al motore grafico un alto grado di eccellenza, permettendo
una gestione veloce di ogni elemento, senza dover rinunciare
al dettaglio durante le passeggiate in prima persona.
La costruzione di nuovi edifici e l’espansione
dei confini cittadini non sono fini a se stessi, ma
volti al conseguimento di obiettivi, di volta in volta
più ardui. Si parte dal raggiungere una quota
minima di abitanti, per poi mirare ad avere introiti
base mensili sempre più alti, o innalzare una
percentuale degli abitanti verso un certo ceto sociale.
La remunerazione per la realizzazione di questi traguardi
è l’accesso a nuovi edifici e nuovi lotti
di terreno, per trasformare il piccolo paese in gigantesca
megalopoli.
L’assenza di una modalità multiplayer
non si fa minimamente sentire, grazie alla natura stessa
del gioco. La longevità è comunque garantita,
sia dal buon numero di scenari giocabili normalmente,
sia dall’editor di questi ultimi.
Monte Cristo ha svolto un ottimo lavoro in grado di
catturare per ore ed ore chiunque avesse voglia di cimentarsi
in questa tipologia di giochi.