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Music
- Editors: The Back Room |
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Editors |
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la review nel forum
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L’eredità dei Joy Division si fa sentire,
è una certezza… l’inghilterra, orfana
da oltre un ventennio della band di Ian Curtis, sta sfornando
a cadenza annuale band che in un qualche modo tentano
di continuare il discorso iniziato con quel capolavoro
che risponde al nome di “unknown pleasure”.
Una delle più valide proposte della nebbiosa isola
furono gli “Interpol”, che con l’album
di esordio “turn on the bright lights” attirarono
l’interesse di tutti quelli che lasciarono il cuore
sulle note di “transmission”…ma purtroppo
qualcosa in questo altrimenti memorabile esordio non andò
per il verso giusto, il problema di questi novelli poeti
oscuri era quello di sentirsi troppo rockstar e nelle
apparizioni risultavano decisamente troppo eccentrici
per essere degni di paragone con i sobri e decisamente
più coinvolgenti Joy Division… fortunatamente
(o sfortunatamente a seconda delle interpretazioni…)
i
tentativi di emulazione non si sono fermati qui, e così
la band simbolo della dark wave è ritornata ad
essere il termine di paragone per un'altra straordinaria
band con il relativo straordinario esordio, gli Editors
appunto.
L’album inizia da subito deciso e incalzante, il
primo pezzo “lights” parte graffiante e senza
inutili preludi, una chitarra dirompente ed una voce sofferta
sono la base per una successiva imponente e adeguatamente
rabbiosa sessione ritmica. Ma non è un caso, ogni
singolo pezzo dell’album ha una propria identità,
tutte hanno quella giusta dose di atmosfera e groove che
servono per strappare emozioni direttamente allo stomaco…
da segnalare per
intensità ed eleganza compositiva la splendida
“fingers in the factories” e la struggente
“distance”… Una vera sorpresa, una band
che riesce ad essere celebrativa senza scadere nel plagio,
mantentendo nel contempo una dignità compositiva
ed una estetica personale degne di essere portavoce di
un movimento che sta faticosamente risogendo dal baratro
in cui era caduto in questi anni,
movimento che ha subito regressioni estetiche e culturali
troppo provocatorie per essere ignorate…
Voto: 8 |
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TRACKLIST:
1. Lights
2. Munich
3. Blood
4. Fall
5. All sparks
6. Camera
7. Fingers in the factories
8. Bullets
9. Someone says
10. Open your arms
11. Distance |
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