David Cage è una sorta di visionario nel mondo dei videogiochi. Colui il quale che forse è meglio riuscito a unire e coniugare assieme il mondo del cinema con quello dei videogiochi. Le sue opere sono infatti dei veri e propri lungometraggi interattivi in cui le scelte morali rappresentano dei veri e propri bivii che porteranno a risvolti della storia completamente inaspettati.
Otto anni fa uscì per Playstation 3 Heavy Rain, in cui il controllo di tre diversi personaggi e le varie diramazioni della trama in base alle nostre scelte rappresenta forse l’anticipatore di questo Detroit Become Human.
Il titolo rappresenta un nuovo capitolo nel mondo delle avventure grafiche, sempre con un alto tasso di coinvolgimento e dal grande impatto emotivo. Le tematiche queste volte sono legate al mondo degli androidi, in un universo futuribile alla Blade Runner. Vediamo quale è stato il risultato.
DETROIT ANNO 2038
Il setting è quello di una Detroit del futuro, una megalopoli tra vent’anni, in cui la Cyberlife Corporation è diventata la leader mondiale nella produzione di androidi a uso domestico.
Tutti i lavori oramai sono svolti da questi automi sempre perfettamente funzionanti e quindi in molti hanno perso il lavoro, generando così parecchio malcontento nella popolazione.
I protagonisti della nostra storia sono tre androidi differenti, ognuno con una propria storia e un modo di vedere differente.
C’è Connor che è un agente di polizia super avanzato che è stato donato dalla Cyberlife alla polizia di Detroit per aiutare nelle indagini sui cosiddetti devianti ossia quegli automi che sembrano mal funzionare e hanno iniziato a ribellarsi e attaccare il genere umano. Dovremo spesso dare la caccia ai nostri simili e questo ci porterà dinnanzi a più di un dilemma morale.
Poi c’è Kara, ovvero il personaggio che è stato protagonista della prima demo e che era quasi solo una tech demo delle potenzialità di Playstation 4, è un androide domestico che aiuta la piccola Alice a sfuggire al padre violento.
Infine abbiamo Marcus un androide osteggiato dal figlio del suo padrone che si ritroverà prima a commettere un atto orribile e poi a ribellarsi agli umani, scegliendo di volta in volta se in modo pacifico o violento.
Avremo sempre noi il controllo completo della situazione e quindi saremo sempre noi i registi delle varie trame e sottotrame. Alcune scelte cambieranno drasticamente il corso degli eventi eliminando magari completamente dei personaggi oppure ribaltando completamente da cima a fondo la storia.
SCELTE E DIALOGHI
L’intelaiatura del gameplay è quella del passato, con molto spazio all’esplorazione, risposte multiple nei dialoghi e quick time events nei momenti più concitati. Avremo anche il controllo della telecamera che potrà essere intercambiata con due tagli molto cinematografici a piacimento. L’avventura in questo modo terminerà in circa 10 ore anche se naturalmente la rigiocabilità sarà altissima, dato che potremo intraprendere i vari bivi narrativi e scoprire i molteplici finali. Quando porteremo a termine un capitolo ci verrà presentata una schermata di riepilogo con tutte le possibili biforcazioni evidenziando quelle che di volta in volta abbiamo scelto. Potremo quindi rigiocando tentare di imbroccare scelte diverse per vedere dove queste ci porteranno.
Le scelte sono sempre molto emozionali e i momenti che ci porteranno a riflettere profondamente su chi sia il vero mostro senz’anima sono veramente molti. Il tutto con una visuale privilegiata attraverso gli occhi degli esclusi che rende la narrazione ancora più particolare.
Il tutto in un ambiente molto realistico e ben ricostruito come la Detroit del futuro, con la sua vita, i suoi palazzi e il suo traffico indiavolato. Grandiose anche le animazioni facciali dei personaggi con una caratterizzazione che prenderà forma in base a ogni nostra scelta.
Buono anche il doppiaggio disponibile in molteplici lingue.
CAPOLAVORO DELLA FANTASCIENZA
Cage è riuscito a dare vita a un titolo che prende e piene mani dai classici della fantascienza sia a livello letterario che cinematografico ma innova e ci offre uno spaccato inedito che emoziona e fa riflettere.
Il tutto in una metafora sulla diversa e sull’accettazione dell’altro. Le similitudini con un’altra serie di grande successo attualmente come Westworld si sprecano.
L’ennesimo successo di David Cage e della sua Quantum Dream che emoziona e fa riflettere con una produzione di altissimo livello anche dal punto di vista tecnico.
Review a cura di Luca Longobardi