FOXCATCHER
Una storia americana
il nuovo film di
Bennett Miller
con:
Steve Carell, Channing Tatum, Mark Ruffalo, Sienna Miller e il Premio Oscar® Vanessa Redgrave
nominato a 5 Premi Oscar®:
MIGLIOR REGIA – Bennett Miller
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA – Steve Carell
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA – Mark Ruffalo
MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE – E. Max Frye e Dan Futterman
MIGLIOR TRUCCO E ACCONCIATURA – Bill Corso e Dennis Liddiard
Mark Shultz (Channing Tatum) è campione d’oro olimpionico di lotta libera assieme al fratello Dave (Mark Ruffalo). La sua vita è sola, povera e spenta.
La via d’uscita da questa vita gli viene data quando John du Pont (un irriconoscibile Steve Carell) lo convoca e gli offre di trasferirsi nella sua tenuta, Foxcatcher, per allenare la prossima squadra americana di lotta libera in vista delle olimpiadi di Seoul 1988.
Tra i due nasce un rapporto padre-figlio, ma Mark dovrà però fare i conti con lo stile di vita malsano di John che rischia di portarlo fuori strada…
Il film cambia ripetutamente protagonista.
All’inizio seguiamo Mark, incapace di uscire dall’ombra del fratello con la quale ha un rapporto morboso.
Seguiamo poi John, che investe enormi quantitativi di denaro forse nel tentativo di farsi amare e avere finalmente l’approvazione della madre.
Infine ci concentriamo sul fratello di Mark, Dave, suo allenatore che riesce ad essere un carismatico portatore di valori positivi.
Il film inizia estremamente lento, probabilmente con lo scopo di studiare in modo introspettivo i personaggi.
Lunghi(ssimi) silenzi si alternano a desolate panoramiche di paesaggi americani.
Questa lentezza si protrae per tutto il film, che sembra non arrivare mai a un punto di svolta che potrebbe dare vita a scenari più interessanti di allenamenti, silenzi e paesaggi , dove emergono sì le personalità dei personaggi, ma che difficilmente riescono a essere di interesse per lo spettatore
I truccatori sono il cardine del film. Ogni attore è stata trasformato in modo perfetto per assomigliare al suo corrispondente nella vita reale. Channing Tatum è abbruttito sie nel fisico che nei tratti somatici, Mark Ruffalo è stempiato. Abbiamo poi uno Steve Carell quasi irriconoscibile, naso ingrossato e tante rughe aggiunte sul viso per assomigliare in modo straordinario al vero Du Pont. Proprio quest’ultimo è il punto cardine di una sceneggiatura in cui le sequenze scorrono lente e inesorabili.
Per concludere:
Qui parliamo di un film sofisticato sulla fragilità umana, non adatto a chi cerca un film da guardare con una pizza e due amici. Foxcatcher è un lungometraggio dalla fotografia e regia che puntano a un palato fine, dove i silenzi parlano più delle parole.
Questo è quello che continuavo a ripetermi tra i numerosi sbadigli.
L’allenatore è un padre, l’allenatore é un mentore, l’allenatore ha un gran potere sulla vita degli atleti.
Recensione a cura di: Manuel Bustamante