Banzai!!!!!!! Che tradotto dall'antico giapponese
vuol dire "il modo più banale
di iniziare una recensione che parla del
Giappone".
Cari i miei sensei e sempai di tutta Italia,
preparate le katane perché dal 13
febbraio potrete usarle a volontà
nel nuovo spettacolare gioco che uscirà
per PS2, partorito dalle menti creatrici
di Kengo e Bushido Blade e distribuito da
Ubi Soft, ecco a voi Sword of the samurai.
Lo so, molti di voi diranno "ohh, il
solito gioco in cui devi metterti a fare
appendiciti volanti ad una miriade di nemici
ebeti" e invece io dico no miei cari,
questo è proprio un bel gioco e se
mi presterete orecchio (tutte le orecchie
inviate non saranno restituite dalla redazione
nda) vi spiegherò brevemente perché.
Tutto comincia nel Giappone feudale, terra
che tante volte è fonte d'ispirazione
per i creatori di videogames, specialmente
nell'ultimo periodo. Voi siete un samurai
in erba, e dico voi perché dovrete
proprio crearvelo voi, secondo il vostro
gusto, in tutto e per tutto, aspetto, vestito
e via dicendo.
Comincerete subito a combattere, non farete
nemmeno in tempo a pensare "ecco, il
naso è troppo grosso, e il vestito
non si intona con la katana" ce già
vi troverete a decidere del vostro futuro,
potrete essere mercenario o paladino infatti.
Il gioco in se stesso è semplice,
si tratta di un percorso di vita del vostro
eroe che si troverà ad affrontare
sempre nemici nuovi, ogni volta più
difficili, in alcuni casi anche più
di uno insieme, e anche 30 tra i maestri
storici giapponesi. In tutto ciò
voi mi chiederete dov'è l'originalità,
bene. L'originalità sta nel combattimento.
Il combattimento è l'elemento principale
del gioco, quello intorno cui ruota la vostra
fortuna, non è strutturato in modo
che basti sferrare colpi a destra e a manca
per vincere un duello, bisognerà
invece mettere a frutto tutto quello imparato
nelle sessioni d'allenamento, tenute da
un dojo master, che vi permetteranno di
apprendere tutte le tecniche possibili,
di creare personali combinazioni, personali
stili, insomma non dipenderà da quanto
bene hanno lavorato i ragazzi della Lightweight
la vostra vittoria, dipenderà da
quanto sarete in grado di mettere a frutto
ciò che avrete imparato. Inoltre
nel corso del gioco potrete perfezionare
ulteriormente con malizie imparate sul campo.
Graficamente il gioco non è
un capolavoro, diciamolo, però si
difende bene.
Le texture sono magari un po' povere ma
sicuramente passabili, via abbiamo visto
di molto peggio no?
Le animazioni sono realizzate molto bene,
i combattimenti corrono via molto fluidi
e questo aiuta a tenere una condotta di
guerra più che dignitosa. Notevoli
sono poi i FMV che, come da tradizione,
intermezzano i combattimenti.
Il Sonoro è anch'esso
dignitoso, ma nulla di più, certo
sono realizzate bene le musiche tipiche,
e gli effetti sonori sono anch'essi realizzati
in modo da dare una sensazione di realtà
al gioco, ma non è certo il parametro
principe nel valutare un gioco di questo
tipo.
La giocabilità è molto buona,
i comandi filano via lisci come l'olio e
permettono di controllare bene il combattimento,
fattore questo sì fondamentale per
il gioco. Nulla da eccepire insomma, very
good.
La Longevità del gioco è
data innanzi tutto dalla sostanziale bellezza
del gioco, realizzato bene e che appassiona.
Inoltre, ad aiutare una trama che in sostanza
non c'è ci sono varie sottomissioni
in cui sarete impegnati che vi faranno acquisire
nuove abilità e vi permetteranno
di collezionare ben 100 spade, tutte diverse,
ognuna con delle peculiarità che
le rendono diverse tra loro.
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