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Vampire Rain |
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Versione per la stampa -
Commenta
la review nel forum
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Produttore:
AQ Interactive
Sviluppatore:
Artoon
Lingua:
Inglese
Versione:
Pal
Genere:
Azione
Giocatori:
1 - 8
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L’estate
2007 si è rivelata almeno fino ad ora la più
carica di uscite videoludiche più o meno interessanti.
La maggior parte di questi titoli sono disponibili sulla
console verde crociata della casa di Redmond. Uno degli
ultimi arrivi è questo Vampire rain (da adesso
VR…), un titolo che fa parte del trittico made in
japan importato direttamente da microsoft in occidente
(gli altri due sono il modesto Tenchu Z e lo sparatutto
di square-enix project silpheed)… purtroppo esattamente
come il compatriota Tenchu Z, il titolo dei nipponici
Artoon non tenta in alcun modo di colmare il divario attuale
tra sviluppatori occidentali e orientali, ma contrariamente
ai ninja di from software riesce ad essere un po’
più interessante, almeno sotto il profilo narrativo.
In una città non meglio precisata degli states,
vive e prolifera una nuova specie di esseri viventi che
il governo chiama “camminatori notturni”,
la minaccia rappresentata da questi individui è
tale da mettere in discussione la sopravvivenza dell’intera
razza umana! Il governo ormai in pieno stato di allerta
invia una squadra speciale incaricata di trovare e annientare
i capibranco, i primi pseudo vampiri che hanno dato inizio
alla procreazione della stirpe dei camminatori…un
impresa disperata che si dipanerà in una sola notte
e porterà John Lloyd e compagni ad agire in maniera
veloce, silenziosa e implacabile… certo non è
quello che si dice una trama da oscar, ma nella sua linearità
offre spunti interessanti è grazie ad alcuni effetti
pregevoli (una pioggia torrenziale che vi accompagnerà
per tutta le durata del gioco…) riesce a mantenere
un’atmosfera sicuramente oppressiva, così
come deve essere quella di un action game a sfondo horror.
Samuele pescatore, ingranaggi metallici e anemici pestiferi…
A quanto pare in nipponia le idee in ambito gameplay cominciano
a scarseggiare, nel bizzarro tentativo di unire più
generi in un solo gioco, Artoon ha realizzato di fatto
un clone anomalo di sprinter cell, aggiungendo alcune
dinamiche prese di peso dalla famosa saga ideata da Hideo
Kojima e shakerando il tutto con alcuni cliché
cari all’horror movie dei primi 80’…il
risultato è un modesto stealth game con rari momenti
di blastaggio liberatorio. In tutto il gioco dovremo muoverci
nell’ombra e sfruttare l’ambiente per trovare
le strade più idonee per arrivare ed eliminare
l’obiettivo… nei giochi da cui VR trae ispirazione
si lascia una certa dose di libertà nella scelta
del percorso per arrivare a destinazione, cosa che purtroppo
non accade nel prodotto Artoon, la strada da percorrere
è sempre una ed una sola, l’area da esplorare
è sempre e comunque circoscritta, uscire dall’area
prevede un dirottamento forzato nella parte circoscritta,
così come l’avvistamento da parte di uno
dei camminatori nelle parti dove non è contemplato
lo scontro, prevede la morte certa e quasi istantanea.
Le dinamiche legate al “ritenta sarai più
fortunato” tanto odiate dagli avventori dei vari
tomb raider, tornano più implacabili che mai, con
tutto il carico di “vetusto gameplay” che
comportano… per aiutarci nell’avventura avremo
tanti gadget ultratecnologici che abbiamo imparato ad
amare nei vari capitoli dello stealth made in ubisoft,
qui in chiave diciamo “horror” dove non si
svelano solo le fonti di luce e/o le fonti di calore,
ma la natura stessa dei camminatori per distinguerli dai
normali esseri umani. L’Arsenale di cui disporremo
diventerà via via di tutto rispetto, una nutrita
schiera di sputafuoco e non solo ci darà la possibilità
di annientare in modo spesso coreografico buona parte
dei camminatori.
I’m killing in the rain!
Arriviamo alla costante negativa (attuale…) dei
titoli di matrice nipponica sulla console di casa microsoft,
la grafica. Benche non sia totalmente negativo (l’effetto
pioggia è reso in maniera discreta, buoni gli effetti
generati sulle tute dei personaggi, riflessi e gestione
delle fonti di luce abbastanza plausibili…) l’impatto
generale è piuttosto blando. La sensazione è
la stessa provata per Tenchu Z, un titolo pensato per
la vecchia generazione adattato alla “speriamo che
non se ne accorgono” alle console attuali…il
risultato, come dicevo qualche riga fa, non è tutto
da buttare, ma lascia l’amaro in bocca perché
sappiamo benissimo cosa è e in grado di fare la
bianca ammiraglia di Zio Bill… la ambientazioni
sono tutte molto simili, la struttura architettonica di
ogni area non varia mai e ci ritroviamo sovente a pellegrinare
tra casermoni poligonali tutti simili e raramente affascinanti
adornati da texture di qualità altalenante e nella
norma più che mai accertata da 2 anni a questa
parte. Per i personaggi il discorso differisce ma in parte,
se da un lato il nostro protagonista vanta una sufficiente
mole poligonale e una discreta animazione, dall’atro
i nemici, i coprotagonisti e tutta la grafica dell’HUD,
sembrano uscire dalla passata generazione di console e
schede video…triste apprendere che anche nei team
di sviluppo appena nati la pigrizia impera…il perche
non ci è dato sapere, ma il futuro di questi alla
luce di quello che sta producendo l’occidente, lo
vedo piuttosto cupo…
Discreto il sonoro, musiche a tratti azzeccate
ed effetti sonori persistenti ma adeguati, il problema
è il doppiaggio, piatto e inconsistente privo di
qualsiasi velleità recitativa…triste come
il comparto tecnico sopraccitato…
Concludendo, VR è un gioco onesto ma a tratti
frustrante, un idea di base interessante sfruttata per
il 70% male e per il restante 30 in maniera approssimativa,
un po’ di impegno in più da parte del team,
e una lavorazione più lunga e accurata, poteva
trasformare questo poco riuscito action/stealth in un
franchise di tutto rispetto, purtroppo neanche questa
volta gli amici del sol levante sono riusciti a fare centro... |
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Votazione
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Grafica: 5.8
Sonoro: 5.8
Giocabilitá: 5
Longevitá: 6.5
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Voto Finale |
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+ Punta di diamante:
+ Atmosfera a tratti riuscita
+ Animazioni carine
- Pecora nera:
- Grafica “old gen”
- Struttura “sbaglia e
riprova” ormai obsoleta
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