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Call Of Duty 3 |
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Versione per la stampa -
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la review nel forum
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Produttore:
Activision
Sviluppatore:
Treyarch
Lingua:
Italiano
Versione:
Pal
Genere:
Sparatutto
Giocatori:
1 - 24
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Non è neppure
trascorso un anno, e già abbiamo tra le mani un
nuovo Call of Duty, ma questo non può che farci
piacere, visto il lavoro svolto da Treyarch. Il gruppo
di sviluppatori avvicendatosi all’originale team
Infinity Ward (a quanto pare questi ultimi, attualmente
sono all’opera sul prossimo capitolo) ha infatti
impiegato il proprio tempo a disposizione per incrementare
notevolmente l’impatto grafico, ma anche per rafforzare
l’unico vero punto debole del precedente capitolo:
il multiplayer.
Proprio il fattore Live, lo scorso anno aveva decretato
il grande successo del FPS di Activision, come titolo
di lancio della console, nonostante i parecchi limiti
auto-imposti da un net-code non proprio ottimale (lag
e disconnessioni erano all’ordine della partita),
da modalità fin troppo classiche e da un numero
assai limitato di giocatori contemporaneamente. Bene,
dimenticate tutti questi difetti, perché oramai
appartengono al passato.
Il numero di contendenti è ora triplicato(!!!),
permettendo ad un massimo di ben VENTIQUATTRO soldati
di darsi battaglia all’interno delle grandi arene,
realizzate appositamente per questo nuovo capitolo (comunque
di questo ne parleremo in un secondo momento). La seconda
miglioria riguarda il codice di rete, ora stabile ed ottimale
come non mai. Non se ne poteva proprio più di messaggi
tipo: “rete scollegata”, perchè il
gioco non reggeva otto giocatori; oppure personaggi che
scomparivano all’improvviso mentre stavi sparando,
o di un’altra miriade di bug analoghi, dovuti ai
continui lag (e chi lo aveva provato prima della patch
correttiva non può che darmi ragione).
Grazie alla correzione di tutti questi difetti è
stato possibile aggiungere una pletora di nuove caratteristiche
davvero entusiasmanti, ad un gioco che già allora
era più che promettente.
Activision ci aveva promesso un gameplay ancora più
immersivo e tante gustose novità…hanno mantenuto
in pieno la promessa! Oltre alle rifiniture tecniche sono
state implementate le caratteristiche da noi tutti attese:
innanzitutto l’aggiunta dei mezzi: jeep in grado
di far muovere agilmente tre soldati (uno alla guida,
uno come passeggero ed uno alla mitragliatrice), moto
con sidecar e temibili carriarmati! Il delirio della battaglia,
che risulta dall’impiego di questi strumenti bellici,
riporta alla mente le incursioni a bordo dei warthog in
Halo2.
Oltre a questa non indifferente implementazione, va ad
aggiungersi la possibilità di scegliere una classe
per il proprio soldato, come avviene in Battlefield o
Team Fortress. All’inizio di ogni respawn vi viene
concessa l’opportunità di impersonare: due
tipologie di fucilieri, ciascuno armato in modo differente;
un mitragliere, il ricognitore, dotato di fucile di precisione,
binocolo e radio per richiedere un bombardamento; il granatiere,
armato di lanciarazzi; l’unità di supporto
con in dotazione mitragliatrice pesante e munizioni extra
da distribuire, e per finire il medico in grado di rianimare
i soldati feriti.
L’adozione dei diversi ruoli sembrerebbe snaturare
l’esperienza originale, ma in realtà rende
più raffinato il gameplay. Lo arricchisce incredibilmente
e gli dona nuova linfa vitale con un tocco di strategia.
Questa novità apre le porte a nuovi stili di gioco
ed organizzazioni più attente dei gruppi: maggior
coesione e gioco di squadra.
Sempre in merito alla sola modalità multiplayer,
salta subito all’occhio l’inedita introduzione
di un pulsante per effettuare un breve scatto. Durante
questa veloce corsa a capo chino (come in Gow), non sarete
in grado di fare fuoco, ma avanzerete davvero in fretta.
Caratteristica davvero utile per muoversi in massa verso
i punti focali o per sfuggire in fretta dai guai (molto
utile per il medico quando deve raggiungere in fretta
i feriti).
Queste novità si fanno sentire in modo evidente
nella nuova modalità “guerra”. I due
schieramenti si fronteggiano respingendosi a vicenda,
con l’obbiettivo di conquistare tutte le bandiere
presenti sulla mappa seguendo un preciso ordine. Questa
modalità convoglia tutte le forze nelle zone dove
ci si contende il punto strategico per l’avanzata.
Si assiste quindi a disperate ritirate ed eroiche rimonte,
come fin’ora non si era visto nella serie.
I miei più sentiti complimenti sono comunque rivolti
ai level designer, riusciti nell’arduo compito di
realizzare arene ampie e variegate. Sono da apprezzare
sia le mappe urbane, che consentono l’uso intelligente
di mezzi (anche come riparo ambulante per i fanti), sia
quelle rurali, particolarmente brillanti per l’effetto
estetico (lanciate un fumogeno nel bel mezzo della boscaglia
e si scatenerà l’inferno).
Insomma, divertente, caotico, carico di novità,
eccetera, eccetera…ma se volessi giocarci off-line
sarebbe ugualmente entusiasmante?
Le cose non si discostano, poi così tanto, da quanto
giocato in Call of Duty 2, eccezion fatta per qualche
bug di troppo durante le scene pre-calcolate in game (a
volte non partono quando dovrebbero), per gli obiettivi
meno chiari ed evidenti del solito, per un IA meno brillante
di quanto ci si sarebbe aspettati e per una trama che
nell’intrecciare gli eventi, confonde le idee anziché
chiarirle. Se non ci fosse la bandierina che all’inizio
delle missioni ci dice di quale esercito facciamo parte,
sarebbe difficile capire se siamo Americani, Polacchi,
Inglesi o Canadesi.
Treyarch ha svolto un gran lavoro per fornire maggior
libertà di scelta al giocatore, che ora può
scegliere la propria strada senza troppi sbarramenti.
Ciascuna delle quattordici missioni della campagna è
ambientata in Francia, all’interno di mappe di dimensioni
ragguardevoli…ma anche qui ho da fare le mie rimostranze
per la povertà che questa scelta ha comportato:
l’abbandono degli eterogenei setting Russi e Nord
Africani (le campagne del secondo mitico episodio), che
hanno impoverito la seppur valida varietà dei teatri
bellici.
L’introduzione di alcuni quick-time-events mi ha
onestamente lasciato interdetto, perché si alternano
diversivi originali ed appaganti, a noiose attività
di routine. Si tratta pur sempre di sperimentazione che
gioverà nei prossimi capitoli della serie, ma che
per ora a conti fatti non aggiunge quasi nulla al gioco.
Prendendo in esame anche la longevità dell’esperienza
single-player, che si attesta sulle classiche dodici/quattordici
ore, posso ritenere che siamo assolutamente nella media
degli action game per console.
Il miglioramento del comparto grafico è stato uno
dei punti su cui il team di sviluppo ha speso molte energie
per proporre evidenti migliorie. Il loro duro lavoro si
nota da una serie di tocchi di classe non indifferenti,
primo fra tutti la presenza di un folto manto erboso,
che ricopre colline e spazi aperti delle campagne francesi,
donando incredibile realismo all’ambiente.
Il valido motore di CoD2 non è stato riscritto
da zero, ma sapientemente rivisitato. Questo ha permesso
di introdurre le luci dinamiche ed ha incrementato notevolmente
il numero di soldati a video, riportandoci ai fasti del
primo capitolo, quando le colline brulicavano di uomini
armati e mezzi, che vomitano piombo da tutte le parti
(ricordate l’assalto alla “Piazza Rossa”?).
Il caos derivante dal engine rinnovato è ancora
più evidente nelle fangose battaglie sotto la pioggia
battente, in questi casi lo schermo è sommerso
da un’orgia di effetti: fumo, esplosioni, acqua
e terra che si alzano, soldati che combattono…da
restare atterriti per lo sgomento. La guerra è
una cosa sporca è CoD 3 la rappresenta in pieno.
Anche l’interattività col fondale sembra
incrementata, grazie al sapiente uso di effetti particellari
ed al posizionamento di elementi distruggibili in posizioni
strategiche. Il senso generale, che deriva da ogni scontro
on ed off line, è quello sopra descritto di ragionata
confusione, proprio come se venissimo catapultati nel
bel mezzo di una battaglia.
Tutta questa meraviglia ha però un prezzo, infatti
le texture se inquadrate da distanza ravvicinata, lontani
dal furore del combattimento, lasciano insoddisfatti per
la risoluzione e la piattezza, ma per notarlo dovreste
fermarvi e come si suol dire: “chi si ferma è
perduto!”
A parte i difetti elencati durante questa recensione,
Call of Duty 3 è da considerarsi un buon seguito,
che colma le lacune del suo predecessore e propone una
buona manciata di innovazioni.
Anche se inciampa in difetti generalmente banali, non
si può non applaudire al lavoro svolto da questi
ragazzi. |
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Votazione
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Grafica: 9
Sonoro: 8.5
Giocabilitá: 8
Longevitá: 8
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Voto Finale |
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+ Punta di diamante:
+ Ottime modalità multiplayer su Live
+ Realizzazione tecnica di alto livello
+ Controlli ancor più precisi, rapidi ed intuitivi
- Pecora nera:
- Il singleplayer non è all'altezza del multiplayer
- Evidenti bug durante le sequenze scriptate
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