Dopo un parto
decisamente travagliato, il pargoletto di papa Gearbox
e mamma Ubisoft arriva finalmente sugli scaffali,
certo si è fatto attendere parecchio, ma la domanda
che mi sono posto mentre il gioco veniva caricato nella
mia X360 era: sarà valsa la pena aspettare tanto
tempo?
La risposta mi si è dipanata dinnanzi come una
granata esplosa in pieno viso… un qualcosa di dirompente
che non credevo di ritrovare in un videogioco…ma
andiamo con ordine…
La guerra è sporca come l’animo umano…
Se come me avete adorato il serial TV “Band of
Brothers” non faticherete a commuovervi dopo
i primi minuti passati in compagnia del Sgt Matt Baker…
i riferimenti narrativi erano palesi già dal nome
scelto per la serie videoludica, ma mai come in questo
capitolo la narrazione del gioco riesce ad essere evocativa
ed emotivamente intensa quanto la fortunata miniserie
firmata Steven Spielberg-Tom Hanks, sicuramente molti
dei pregi ludico/narrativi sono da attribuire al contesto
storico in cui è ambientata la vicenda, (l’operazione
market garden… la più grande disfatta dell’esercito
angloamericano in territorio nemico, cercando di assicurarsi
punti strategici, gli alleati persero l’intera prima
divisione aviotrasportata britannica e la brigata autonoma
dei paracadutisti polacchi…) e al modo in cui la
sceneggiatura preparata per il gioco riesce a collegare
il fatto storico alla vicenda (fittizia ovvio, ma drammaticamente
verosimile…) personale del protagonista.
Tramite i numerosi intermezzi filmati (realizzati con
il motore del gioco…) scopriremo la psicologia del
protagonista e quanto sia diffide per lui accettare e
reagire al proseguo degli eventi… le similitudini
tra Matt Baker e Winters (protagonista della fortunata
miniserie TV) si fanno via via più evidenti, vivere
quelle emozioni anziché assistervi passivamente
è un qualcosa di inedito per un titolo dello stesso
filone…fino ad oggi nessun videogioco a sfondo bellico
era riuscito a rappresentare così bene l’emotività
dei propri personaggi, un pregio non da poco considerato
quello che pensano i più (leggasi stampa non specializzata,
benpensanti e tutti gli attivisti antivideogioco…)
degli FPS. Decisamente la parte meglio riuscita di tutta
la produzione Ubisoft, non è difficile immaginare
il perché dei numerosi posticipi…una trama
così ben congegnata, un lavoro così complesso
e articolato in fase di sceneggiatura devono aver richiesto
molto tempo…molto di più delle ottimistiche
previeni di lancio iniziale…
Ma veniamo al gioco vero e proprio, come per i predecessori
il gioco è essenzialmente un FPS con forti commistioni
strategico/tattiche.
Avremo quattro squadre da gestire (selezionabili tramite
le “frecce” del D-pad), tutte con abilità
diverse, la scelta di ognuna di queste andrà effettuata
in base alla loro idoneità al contesto.
Le differenze sostanziali sono caratterizzate dal volume
di fuoco che sono in grado di produrre, ma avere più
potenza non è sempre la soluzione di tutte le diaspore,
gli aggiramenti e i fuochi di copertura sono sempre la
mossa più azzeccata, pianificare un attacco sfruttando
il terreno di scontro (visionabile anche tramite un utilissima
mappa tattica…) permette di individuare i migliori
punti in cui coprirsi. Apprezzabile l’introduzione
della possibilità di danneggiare sensibilmente
gli scudi temporanei, molti nemici , una volta privati
del riparo andranno in totale panico, un’ottima
occasione per attaccarli in maniera veloce ed incisiva!
Nella struttura di base non si differenzia in modo davvero
straniante rispetto ai prequel, certo aggiunge alcune
finezze rese possibili dal passaggio generazionale.
Ottimo il sistema implementato per dare ordini alla squadra,
veloce e intuitivo, peccato che a volte i “nostri”
non capiscono esattamente dove andare e si posizionano
esattamente sulla linea di tiro nemica… fortunatamente
i casi di demenza artificiale del nostro team benché
presenti, sono piuttosto rari… non male l’I.A.
dei nostri avversari piuttosto veloci e reattivi, se gli
sorprendiamo avremo pochissimo tempo prima che qualcuno
di loro ci crivelli di colpi.
Un approccio tipicamente “arcade” garantisce
“morte certa”, se li volete affrontare dovrete
necessariamente pianificare ogni attacco, viene premiata
sempre e solo l’efficacia dell’operazione,
la velocità di esecuzione è relativamente
importante.
Il gioco offre anche momenti un po’ meno “tecnici”
ed intelligentemente si collocano esattamente dove il
giocatore ha bisogno di spezzare la tensione…
Una foto sbiadita dal tempo…
Tecnicamente il gioco cerca di essere al passo coi tempi
ma a fatica, nonostante l’implementazione dell’ormai
famosissimo Unreal Engine 3, gli ambienti non hanno un
numero di poligoni sufficiente per regalare scorci dello
stesso impatto di call of duty 4, specie in relazione
alla qualità delle texture applicate alle superfici,
tutto nella più totale normalità, ma nonostante
tutto non sono certo meno impattati del resto degli FPS
bellici apparsi su console… d’altro canto
i volti dei nostri personaggi sono impressionanti sia
per l’animazione e l’espressività sia
per la realizzazione tecnica davvero notevole. Altro fattore
da considerare è l’implementazione lell’illuminazione
dinamica, davvero ad uno stadio eccelso specie nelle raffigurazioni
in notturna, evocative come in pochi altri titoli, e non
riscontrabili nello stesso filone, almeno non a questo
livello…
Ottime le musiche gli effetti e il doppiaggio, ancora
una volta eseguito ad arte da veri artisti che hanno saputo
interpretare dei personaggi dandogli uno spessore riscontrabile
solo in mass effect…
Conclusioni:
un titolo affascinante ed evocativo come pochi, prende
spunto da una grande opera ma lo fa in modo referenziale
mettendoci tanto del proprio e costruendo una trama articolata
e raccontata in modo sublime, i lievi difetti tecnici
poco infangano quello che ad oggi definirei:
”miglior FPS sulla seconda guerra mondiale mai
realizzato…”
Fatelo vostro, giocatelo online, offline a a tutti i livelli
di difficoltà (il veterano è davvero tosto!
Nessun riferimento video e bastano 2 colpi per morire!!),
non ve ne pentirete!