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Alan Wake |
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Versione per la stampa -
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la review nel forum
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Produttore:
Microsoft Game Studios
Sviluppatore:
Remedy Entertainment
Lingua:
Italiano
Versione:
Pal
Genere:
Avventura
Giocatori:
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Finalmente è
qui, dopo 5 estenuanti anni di lavoro il nuovo titolo
Remedy è una realtà.
È stato difficile seguirne lo sviluppo, in più
di un’occasione molti avevano pensato addirittura
alla cancellazione tanto che il nomignolo affibbiato al
gioco era diventato “Alan Fake”.
L’importanza del progetto del team che ha dato i
natali ad uno dei personaggi più importanti nel
mondo videoludico (il mai troppo lodato Max Payne…)
aveva raggiunto proporzioni tali che ogni nuova notizia
sulle caratteristiche altro non faceva che alimentare
un hype che all’annuncio della data di rilascio
aveva raggiunto dimensioni abnormi.
Le premesse per un prodotto eccellente c’erano tutte
a partire dalla componente narrativa e dalla struttura
a episodi come nel più eccellente serial televisivo.
Metodologia non nuova nei videogiochi a suo tempo infatti
fu adottata anche dal malriuscito Alone in the Dark, una
celebre vittima dell’hype da egli stesso generato.
La contaminazione tra cinema e videogiochi nel corso degli
anni è diventata sempre più frequente, al
punto che le differenze in certi frangenti sono quasi
tutte a favore della maggiore (ovviamente!!!) interattività
del nostro hobby preferito, prodotti come Heavy Rain ne
sono un esempio lampante ma non solo, lo stesso Mass Effect
in entrambi i capitoli propone dialoghi integrati in modo
sublime nella struttura di gioco e, soprattutto, determinanti
per lo svolgersi della vicenda, con diramazioni e libertà
di scelta tali da coinvolgere il giocatore come è
più di un film!
Alan Wake non fa eccezione, benche la struttura su cui
poggia non è certamente quella “emotivamente
libera” dei titoli citati poco fa, coinvolge
e rapisce il giocatore in modo incisivo grazie ad un gameplay
si classico (alla silent hill per intenderci…) ma
giustificato in ogni sua parte dalla sceneggiatura che
non temo smentite nel dire che è tra le più
riuscite e trascinanti di questa generazione di console.
“Scusi vado bene di qui per Bright Falls?”
“Si, segua le indicazioni per Castle Rock, è
sulla strada per Twin Peaks”
Per chi non avesse colto le citazioni del titolo del paragrafo
(se siete tra questi preoccupatevi…) e bene chiarire
i punti di riferimento più evidenti di Alan Wake.
Il paese che prende il nome di Bright Falls e gli ambienti
circostanti è dove si svolge la vicenda, il luogo
in questione è arroccato tra i monti, immerso nei
boschi più cupi che il mondo abbia mai visto e
popolato da abitanti con più scheletri nell’armadio
che l’ossario vaticano…
i parallelismi con l’opera di David Lynch (quel
Twin Peaks che Mediaset ebbe la scelleratezza di trasmettere
la prima messa in onda in prima serata come fosse una
soap alla Dinasty…) già da questa breve descrizione
si sprecano ma non solo, la vita apparentemente tranquilla
della comunità del luogo, la presenza maligna che
rende gli abitanti qualcosa di oscuro e sinistro nelle
ore notturne ha molto in comune con la cittadina che fa
da sfondo alle numerose vicende narrate dal grande Stephen
King nei suoi numerosi romanzi, quella Castle Rock che
abbiamo imparato ad amare e temere…
Per quanto numerose le citazioni palesi, volute e non,
non sono mai fuori luogo, anzi per lo più sembrano
quasi celebrative e di fatto riescono a rendere Alan Wake
anche più interessante. Se avvertite una certa
familiarità nelle locazioni è perché
nel vostro background culturale ci sono legami con le
opere degli autori che hanno ispirato il lavoro di Remedy,
e tutto sommato è una sensazione piacevole.
La storia di base narra di uno scrittore di romanzi appena
trasferito in questa strana cittadina e della misteriosa
scomparsa della moglie… il perché e il percome
di tutto non è compito mio dirvelo, la componente
narrativa come vi ho detto è forse la parte più
interessante di tutto il gioco ed è giusto che
la conosciate attraverso di esso.
Il gameplay di suo non offre soluzioni diverse da quanto
siamo abituati, benché presente l’esplorazione
non è parte integrante della sua fattura, il gioco
procede con una certa linearità e con una successione
di momenti accuratamente sceneggiati per suscitare in
voi una reazione emotiva, una maggiore libertà
di azione avrebbe allentato un po’ la tensione che
di fatto sarà vostra compagna per tutta la durata
del gioco.
Pur non appartenente al genere dei survival horror, Alan
Wake ne riprende alcuni dettami per sorprendere e toccare
le corde emotive giuste ad ogni giocatore. Impossibile
non sentirsi braccati durante la notte, impossibile non
sentire un forte senso d’alienazione durante il
giorno… le ore passano inesorabili scandendo le
giornate di Bright Falls apparentemente tutte uguali,
ma qualcosa vi tiene d’occhio, sa di voi e dei vostri
limiti…sa come ostacolarvi… questa sensazione
e sempre presente e vi mette nella posizione di essere
sempre allerta sempre “svegli”… i combattimenti
sono comunque presenti in numero sufficientemente ampio,
le vostre armi più importanti sono le torce elettrice
e le batterie per alimentarle, merce rarissima nelle pellegrinazioni
notturne a Bright falls.
La luce è l’unica cosa in grado di indebolire
chi vi attacca, così facendo sarete in grado di
attaccarli con un arma da fuoco e liberarvene.
La lezione impartita dal capolavoro horror di casa Konami
(silent hill 2….) ha fatto si che Remedy realizzasse
il protagonista come un uomo comune con i limiti “bellici”
dello stesso, Alan non è una macchia da guerra,
ha difficoltà a correre per troppo tempo, si stanca
in fretta e non ha una grande dimestichezza con le armi,
ovvio che i punti in comune con James Sutherland di SH2
sono più di uno, ma non è di plagio che
si parla, è più capire come fare imparando
la lezione da chi la sa fare…
Per quanto classico il tutto funziona in maniera egregia
e ottiene ciò che il team si era proposto di ottenere,
tensione a pacchi e voglia di continuare la storia per
qualsiasi giocate che ha l’audacia di immergersi
nei misteri di Bright falls.
Ombre e luci…
Come molti di voi avranno intuito dai video, dalle foto
e da quanto detto fino ad oggi, Bright falls offre paesaggi
di una bellezza impressionante. Il lavoro svolto dal team
è assolutamente encomiabile per ciò che
concerne l’atmosfera e l’utilizzo eccellente
delle fonti di illuminazione. Nel panorama ludico della
console microsoft abbiamo imparato ad ammirare delle opere
di rara bellezza tecnico/estetica (gears of war è
ancora oggi un termine di paragone per tanti giochi…)
e Alan Wake pur non presentando un motore grafico così
performante riesce ad affascinare come pochi altri titoli
sul mercato.
L’ambiente e la sua struttura rapisce ed incanta,
quello che meno convince al momento (sono previsti DLC
riparatori e ottimizzanti…) sono alcune animazioni
e un tearing fastidioso che fortunatamente non è
presente in modo costante.
Ottime le musiche e la selezione dei brani su licenza
da inserire, tutti estremamente azzeccati e pensati in
modo “narrativo”, effetti sonori e doppiaggio
ancora una volta efficaci.
Concludendo
Alan Wake si è fatto attendere per tanto, troppo
tempo, l’ultima fatica di Remedy pur non raggiungendo
lo status di capolavoro riesce ad incollare il giocatore
dal primo all’ultimo minuto affascinandolo con un’atmosfera
davvero eccelsa per quanto derivativa da tante altre forme
di intrattenimento, consigliato dunque ai fan del thriller
vecchia maniera e a chi non cerca l’originalità
a tutti i costi.
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Votazione
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Grafica: 8.5
Sonoro: 8
Giocabilitá: 8
Longevitá: 8
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Voto Finale |
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+ Punta di diamante:
+ Atmosfera eccellente
+ Coinvolgente da subito
+ Ottima struttura narrativa
- Pecora nera:
- Piccoli e ma fastidiosi problemi
tecnici(anche se a quanto pare momentanei…)
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