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Xbox 360 - Ace Combat 6: Fires of Liberation |
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Ace Combat 6: Fires of Liberation |
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Versione per la stampa -
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la review nel forum
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Produttore:
Namco Bandai
Sviluppatore:
Namco Bandai
Lingua:
Italiano
Versione:
Pal
Genere:
Sparatutto
Giocatori:
1 - 16
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Pronti al decollo
Bene da questo momento ha inizio la mia prima rewiev riguardante
un titolo XBOX360, la cosa mi intriga, soprattutto
visto il fatto che ho avuto il piacere e l’onore
di avere tra le mani uno dei titoli che più di
altri stavo aspettando. L’ennesimo punto aggiudicato
alla “Dama Bianca” nonché altra
esclusiva passata dalle mani di Sony in casa Microsoft.
Per chi non conoscesse il titolo credo basti sapere che
siamo di fronte al titolo per antonomasia dei combattimenti
aerei su consolle: ACE Combat.
Finalmente su Next Gen
A ormai poco + di 2 anni dal passaggio a questa nuova
generazione di consolle (l’arrivo di X360), arriva
a dare man forte ad un parco titoli capace di accontentare
anche il giocatore più esigente un gioco che mi
duole dirlo non ha veri contendenti al trono di miglior
simulatore di combattimento aereo su consolle. Ace combat
6 infatti forte dei suoi predecessori arriva ai fedeli
di casa Microsoft senza aver bisogno di grandi presentazioni,
un piccolo accenno sulla nuova trama e qualche spezzone
ricavato da prove del gioco infatti sono bastati a chi
come me è un appassionato del genere, a cominciare
il countdown per l’uscita di questo nuovo capitolo
della saga.
Ricevo la scatola dal Tony, la guardo mi esalto e con
un po’ di febbricitante attesa controllo sul retro
se ciò che aspettavo maggiormente era realtà:
Ondine multiplayer 2-16, sto per morire…
Accendo: la tv, console, inserisco il disco e appena accendo
il dolby in camera mia sembra di stare su una pista di
decollo, joypad alla mano comincio questo test alla scoperta
di “Fires of Liberation”
La storia
Tutto comincia qualche anno antecedente al tempo in cui
si svolgono i fatti: il mondo vive in una situazione pressoché
pacifica, gli abitanti vivono la loro vita consci che
nessuna guerra turba il futuro prossimo, di conseguenza
la società cresce in maniera positiva senza alcun
problema. Di lì a poco una cometa incrocia l’orbita
terrestre scaraventando migliaia di meteoriti sulla superficie
della terra, Gracemeria viene risparmiata da questa “pioggia”
purtroppo a farne le spese è un paese confinante
chiamato Estovakja.
Le città sono distrutte e il numero degli sfollati
cresce di giorno in giorno: la situazine si fa così
critica da spingere l’istituzione di un governo
militare con il compito di ristabilire un po’ d’ordine
nelle città distrutte. Non contenti della graduale
rinascita del paese, i politici iniziano a guardare con
sempre maggiore interesse ai paesi confinanti, un’invasione
dopo l’altra porta il potere Estovakjano ad espandersi
a macchia d’olio su tutto il pianeta, a resistere
all’invasione resta esclusivamente una regione da
conquistare: Gracemeria.
Proprio qui comincia la nostra avventura, seguiamo infatti
la vita di una donna sposata ad un pilota di caccia, la
giornata scorre come sempre: nulla infatti sembra turbare
la quiete degli abitanti di Gracemeria, improvvisamente
scatta l’attacco a sorpresa delle forze aeronautiche
estovakjane. La resistenza dell’aviazione mista
alle forze navali e terrestri per un po’ riescono
a sostenere l’attacco, ma le forze avversarie sono
troppo numerose e ben organizzate per resistere, così
i piloti più in gamba sono costretti a rifuggiarsi
negli ultimi baluardi della forza militare di Gracemeria.
La donna è costretta a fuggire in fretta dalla
nazione, ma non solo la paura di un conflitto militare
mina il suo stato d’animo, ad aggiungersi alla già
complicata fuga si aggiunge il fatto che nessuna notizia
della figlia giunge a lei: la bambina infatti proprio
durante l’attacco si trovava in gita scolastica
al meraviglioso castello di Gracemeria. Non tutto è
perduto, le forze di Gracemeria si stanno riorganizzando
e anche per la nostra protagonista arriva qualche messaggio
rassicurante, durante un intervento radio riesce a scorgere
fra la folla intervistata, la voce della figlia, inizia
così la sua ricerca.
Il vecchio e il nuovo
Ciò che fin da subito si intuisce facendo un
po’ di pratica con i controlli del nostro jet è
sicuramente che la base solida dei già collaudati
“Squadron Leader” e “The Balkanian
War” è rimasta pressocchè intatta.
Se si ha già avuto a che fare con i titoli citati
sopra basterà qualche secondo per domare anche
gli aerei più difficili da gestire, tutto ci fa
infatti sentire a “casa”. Per chi invece
si approccia per la prima volta a questo gioco ci vorrà
solo qualche minuto in più per piegare al nostro
volere ogni caccia, le virate sono semplici e man mano
che gli aerei nemici cadranno sotto i nostri colpi non
ci accorgeremo nemmeno di quanto sia stato facile imparare,
tutto è sotto controllo.
La rivoluzione vera e propria si avverte nel momento in
cui ci si guarda intorno, il metallo degli aerei e i fondali
sono perfetti, la grafica è sorprendente, il salto
di qualità alla Next Gen è avvertibile infatti
sin da subito, il boato dei propulsori, il cielo terso,
tutto ci invita a immergerci totalmente in questa nuova
avventura.
Ogni particolare sembra stato creato con cura maniacale,
tutti i modelli degli aerei sono così fedeli all’originale
che sembra quasi di vedere un film e non un videogioco,
la trama poi rende il tutto più reale, nonostante
in alcuni momenti la troppa fantasia abbia portato gli
sceneggiatori a vera e proprio fantascienza. Purtroppo
mi duole ammetterlo, dopo qualche momento di gioco a smontare
questa sensazione di realismo grafico estremo ci pensano
le texture e i modelli del terreno sotto le nostre ali,
volando infatti a bassa quota saltano subito all’occhio
la scarsa ricercatezza e precisione nel creare una terra
in cui tutto sembra vero, si ha troppo spesso un effetto
“Google Earth” la tridimensionalità
di una moltitudine di particolari infatti è solo
apparente, avvicinandoci sempre più si noterà
infatti che sono solo immagini, quello che sembrava un
palazzo, potrebbe benissimo essere solo un parcheggio…che
delusione.
In pratica se con la levetta analogica destra spostiamo
lo sguardo al cielo sopra di noi veniamo rapiti dai colori,
dagli oggetti in movimento: gli inseguimenti aerei, la
scia lasciata da questi mezzi e le esplosioni aumentano
l’adrenalina in circolo, ma se lo sguardo volge
sotto di noi, beh addio esaltazione.
Tutto questo potrebbe essere giustificato dal fatto che
in realtà il terreno ci serve un po’ a poco,
in fondo stiamo volando, ma se l’impegno dimostrato
nella creazione dei modelli dei caccia fosse stato usato
anche solo per metà di ciò che sta sotto
i nostri piedi, beh credetemi l’effetto sarebbe
stato incredibile.
Qualche parola invece va espressa al comparto sonoro che
ha lavorato duramente per rendere l’esperienza più
coinvolgente possibile, acceleriamo e i motori fanno tremare
le pareti di casa, ci esplode un aereo accanto e il nostro
vicino suonerà il campanello per chiederci se stiamo
bene. Insomma uno dei punti forti dei Ace combat 6 è
sicuramente l’audio.
L’evoluzione vera e propria del titolo in questione
si ha soprattutto durante le fasi di gioco, una fra tutte
e in tanti come me saranno contenti sta nel fatto che
parecchi saranno i momenti in cui cimentarci in un atterraggio
o in un decollo, cosa che è sempre molto mancata
nei predecessori, è fantastico poter lasciare il
campo di battaglia atterrare per un rifornimento di arsenale
e ripartire a dare supporto ai nostri compagni.
Alleati che a differenza di quello visto fino ad ora non
saranno semplicemente solo piloti, ma anche mezzi navali
e terrestri, insomma dal punto di vista dello sviluppo
di quelle che erano le più grosse mancanze a questo
titolo alla Namco si sono dati da fare e questo fa onore
alla casa di produzione.
Infine la caratteristica enorme e sconvolgente del titolo
è rappresentata dal multiplayer, non voglio rovinare
la sorpresa di chi ancora non l’ha provata, è
una cosa davvero indescrivibile e mai provata, porta il
divertimento ad uno step successivo, non ho mai e ripeto
mai provato una cosa così esaltante, comunicare
con il tuo squadrone, dare ordini, creare formazioni come
nella realtà mi lascia senza fiato ogni volta che
clicco sull’opzione multiplayer. Provare per credere.
Concludendo
In sintesi va detto che il trasloco a casa Microsoft
ha solo fatto bene ad Ace combat, le migliorie tecniche
sono state notevoli e anche se alcune pecche potevano
proprio essere evitate, direi che questa è la dimostrazione
che Namco non è solo Dragon Ball, ma anche una
casa di produzione in cui i giochi non devono avere per
forza un protagonista animato e visto in tv per essere
apprezzati pienamente, la voglia di giocare ad ace combat
difficilmente cala soprattutto se si ha la possibilità
di giocare in multi, va detto in ogni caso che questo
non deve essere un punto di arrivo ma una buona base per
giochi futuri. Sia ben chiaro che Ace combat rimane “simulazione”
e non SIMULAZIONE, un F15 che carica 65 missili non credo
sia stato ancora inventato, ma in ogni caso questo è
un titolo da mettere lì vicino ad Halo, COD4, GOW
e ad altri pochi titoli che personalmente mai e poi mai
farei uscire dalla mia collezione. |
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Votazione
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Grafica: 8
Sonoro: 9
Giocabilitá: 9
Longevitá: 8
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Voto Finale |
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+ Punta di diamante:
+ Preso il meglio dai predecessori
+ Salto di qualitą notevole
+ Multiplayer da paura
- Pecora nera:
- Qualcosa in pił per il terreno poteva essere fatto
- Nessuna periferica aggiuntiva al momento
- Possibilitą di atterrare in automatico
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