La Tecnica
Avviate il dvd, e, nel caleidoscopio di suoni della registrazione della conversazione, immergetevi nella prima sequenza: molto di quello che si può dire, a proposito di abilità cinematografica, è racchiuso nei cinque minuti d'apertura di questo piccolo gioiello.
Coppola, che ha sempre abituato i suoi fan a una sorta di "gigantismo" (la saga del Padrino, ma soprattutto l'immenso Apocalypse Now), da una sterzata che pare quasi una sorta di "respiro" proprio nel cuore della saga della famiglia Corleone, e che riporta alla mente le migliori prove di un altro grandissimo del cinema, Alfred Hitchcock. Meglio di quanto il pur bravo DePalma potrà mai fare, Francis Ford confeziona un thriller che inchioda, impaurisce, sconvolge per la perizia e la tecnica in modo altrettanto vibrante rispetto alla storia stessa: oltre all'apertura, cito almeno la sequenza - a dir poco straordinaria per capacità visionaria e semplicità unite a un ritmo incalzante - dell'albergo, che mi ha riportato alla mente i fasti di Shining e del miglior Lynch, ma non svelo altro per evitare di "rovinare la festa".
Se, comunque, il grande Hitchcock lasciava soli i suoi protagonisti assumendo la parte di uno spettatore "divertito" delle loro vicende (ottimo esempio di humor inglese), Coppola non smentisce il suo "sangue latino" prendendo sì le distanze dal suo protagonista, ma tessendo attorno a lui una vera e propria tragedia, pur se non evidente, anzi, al contrario, sottile e subdola, in linea con lo spirito della pellicola stessa. Proprio in riferimento al personaggio, grandissimo merito va dato a uno straordinario Hackman, che, come di consueto, regala un interpretazione magistrale, che si colloca senza dubbio fra le sue migliori (ricordo Gli spietati, Il braccio violento della legge e I Tenenbaum, solo per citarne alcuni), affiancato da un Ford giovane ma già in ottima forma e da un bravo Cazale.
Ottima ed essenziale la fotografia, così come la colonna sonora.
Sempre a proposito della parte "sonora" della pellicola, giù il cappello per il lavoro straordinario di Walter Murch, direttore del suono, che orchestra le tracce audio della conversazione come un direttore d'opera, e incanta con riverberi, scatti, e un campionario di suoni da antologia, che, inutile negarlo, la rimasterizzazione in 5.1 non fa che esaltare. Un lavoro così grande da essere secondo, per varietà e innovazione, soltanto a quello sentito per "Gli invasati" di Robert Wise, nel 1963.
Tornando all'approccio registico, splendide anche le scene della festa dopo la convention degli addetti alla sicurezza, tutta girata nel laboratorio di Harry, e il primo rifiuto dello stesso Harry a fornire i nastri al succitato Stett, che, in parallelo, compie lo stesso percorso del protagonista osservandolo da lontano, aumentando a dismisura, e senza primi piani o parole, il senso di angoscia e minaccia che la sua figura incarna.
Nel complesso, dunque, un prodotto straordinario anche sul piano tecnico, giustamente premiato a Cannes con la palma d'oro, e come di consuetudine per i prodotti "scomodi" e di qualità, ignorato all'assegnazione degli Oscar.
Concludo con qualche appunto sulla qualità della "confezione", ottimamente rimasterizzata (come dicevo a proposito della traccia audio) e visivamente discreta, pur se con la pecca (?) di una versione - chissà poi per quale motivo, essendo un edizione italiana - soltanto in lingua originale, con la possibilità, in ogni caso, dell'utilizzo dei sottotitoli: nonostante la resa del film sia comunque ottima e il rischio che si sarebbe corso, effettivamente, in una sovrapposizione degli effetti creati da Murch per la conversazione, so benissimo che la maggior parte dei fruitori preferiscono versioni italiane delle pellicole, per cui sempre meglio essere a conoscenza di questo particolare prima dell'acquisto (che vale comunque la pena di essere "rischiato", anche perché, se proprio devo convincervi, nelle quasi due ore della pellicola non sono presenti poi così tanti dialoghi, e molti degli effetti andrebbero ascoltati in originale).
Contenuti Extra
La sezione dei contenuti extra, pur se decisamente scarna, regala comunque le sue soddisfazioni quando affianca, ai consueti commenti audio del regista e di Murch, al trailer e ai credits, l'interessantissimo documentario "Primo piano su: La conversazione", che mette in luce molti degli aspetti legati alla realizzazione tecnica del film e alla collaborazione fra Coppola e Hackman, con bellissimi dialoghi fra i due che chiariscono molto bene quale sia il rapporto fra un regista e i suoi attori (in particolare, molto interessante il passaggio in cui il regista spiega a Gene Hackman come affrontare la scena del party in relazione a quello che sarà l'uso delle inquadrature e il montaggio), con continui confronti e consigli su come gestire una scena, una reazione particolare del personaggio, o un gesto. Un bello spaccato di quella che è la vita "dietro le quinte".
Commento Finale E' difficile poter anche solo rendere a parole un giudizio per film che segnano un epoca, e ancora di più se le pellicole in questione sono, in realtà, molto meno conosciute di quello che ci si aspetterebbe da simili capolavori. E' dura, per me, anche affrontare questo termine, che ritengo una pesante eredità per qualsiasi pellicola: forse troppo per il film in questione, anche considerando come "IL capolavoro" del regista "Apocalypse Now", eppure, in un certo senso, mai così azzeccato, per funzionalità, intelligenza, ritmo e intensità narrativa.
Con tutti i suoi difetti e gli eccessi, Coppola, con questo lavoro certo più "silenzioso" (quasi assurdo pensarlo, considerando che la sua base è "sonora") di tanti altri, mette a tacere qualsiasi dubbio, con il pensiero che forse, a "restare in ascolto", potremmo essere noi, meravigliati da opere come questa. Una macchina quasi perfetta. Chapeau.
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