In una catena di montaggio a Detroit, nel 1957, succedono strani fatti: un operaio perde una mano ed un suo collega poco dopo muore in circostanze misteriose; in entrambi i casi è coinvolta una Plymouth Fury rossa e bianca. Nel 1978, a Rockbridge, California, Arnie Cunningham, un giovane timido e impacciato, si barcamena con difficoltà nella vita di tutti i giorni (soprusi da parte del compagno Buddy e della sua banda di prepotenti, difficoltà con le ragazze, sottomissione al volere dei genitori), in questo aiutato dall'amico Dennis, il quale è il suo esatto opposto.
Ma la vita di Arnie subisce un improvviso cambio di rotta il giorno in cui scopre Christine (la Plymouth del prologo) e la acquista, seppur ridotta malissimo, dal vecchio proprietario. Arnie si dedica anima e corpo alla riparazione di Christine, e parallelamente sembra anche ricostruire la propria vita: diventa sicuro di sè, conquista Leigh, la ragazza più carina del college, e comincia a prendere le distanze da Dennis. Una notte, però, gli sbandati capeggiati da Buddy riescono ad intrufolarsi nel garage in cui Arnie tiene Christine e la distruggono. Ma l'automobile si ripara da sè, e dopo aver tentato di uccidere Leigh, riesce nell'impresa con Darnell (il proprietario del garage) e l'intera banda di Buddy. A questo punto Dennis e Leigh prendono coscienza degli strani poteri di cui è dotata Christine e della cattiva influenza esercitata sul comune amico, e decidono di distruggerla con un caterpillar. Durante il duello tra i due veicoli Arnie viene sbalzato fuori e muore, ma Christine, nonostante venga prontamente pressata e ridotta ad informe blocco metallico, dà ancora segni di vita.
Si può ben immaginare cosa possa aver attratto Carpenter leggendo il romanzo di Stephen King; ecco un altro tassello che va a comporsi nella definizione del mosaico-Male, un Male stavolta non troppo spirituale o evanescente, ma meccanico, fatto di leve e pistoni e cilindri.
Christine è il Male, già dalla sua nascita in produzione miete le prime vittime e non si fermerà mai (vedi il finale più che aperto). Sinonimo della sua sovrannaturale malvagità è l'autoradio, che si costituisce come vera e propria voce della vettura, anticipandone gli intenti in maniera inquietante. In quest'ottica la scelta delle musiche è in “Christine” particolarmente curata e significativa riguardo lo sviluppo degli eventi.
Quando l'amico di Arnie tenta di forzarla Christine diffonde le note di “keep a knockin' but you can't come in” di Little Richard (“Bussa ma non potrai entrare”!), e quando più tardi lo stesso Dennis proverà a farla a pezzi col caterpillar echeggerà “Rock'n'roll is here to stay” di Danny & the juniors (“Il rock'n'roll è qui per rimanerci”!).
Arnie, dal canto suo, è un altro degli antieroi carpenteriani, un emarginato, ma lo spunto interessante del film è che proprio grazie all'influsso della propria automobile Arnie opera una trasformazione che lo rende “uomo di prima classe”, con tanto di bellezza mozza fiato al suo fianco e temuto da tutti i bulli della scuola.
Il problema è che il male non si ferma, non si accontenta, vuole tutta la sua anima e arriva a plasmarlo completamente quasi fosse una proiezione della sua stessa vettura.
Il film non è certamente uno dei più memorabili del regista, ma offre spunti interessanti e va consultato per chi voglia entrare nel mondo carpenteriano e sviscerare tutte le sfumature della sua poetica.