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DOOM 3


Assolutamente terrificante… maledettamente accattivante. Doom3 si rivela ai miei occhi in tutto il suo oscuro splendore. Quasi non riesco a scriverne poiché la voglia di tornate in quel mondo maledetto è davvero tanta.
Ma partiamo per gradi. Quando si accede per la prima volta al gioco la sensazione di realismo è tale che non si fatica assolutamente ad immergersi completamente nella parte. La base, un complesso di ricerca della Union aerospace corporation (UAC), ci appare brulicante di vita.
Ognuno è impegnato a svolgere al meglio le proprie mansioni.
Camminando per la base si possono incontrare degli automi simili ad insetti che ci accompagnano e persone che ci indirizzano nel dedalo di cunicoli che da li a poco si trasformeranno nel peggiore degli incubi digitali che si siano mai visti su uno schermo!
Ma parliamo di inferni… si perchè se un inferno esiste deve proprio essere così!
Io davvero non so se i folli programmatori della Id abbiano fatto un giro turistico li giù o si siano fatti mandare qualche opuscolo da lucifero in persona ma vi garantisco che da adesso in poi farò il bravo pur di non finire in quella bolgia oscura.
E mi raccomado non acquistate last minute per marte.
Dal momento in cui le porte degli inferi vengono aperte tutta la base viene avvolta da un alone di sinistra malvagità e la quasi totalità del personale viene colpito da orrende mutazioni.
I sopravvissuti cadono vittima di carnefici che sino ad un istante prima erano loro colleghi e amici.
In mezzo a questa delirante follia il vostro alter ego verrà contattato dal suo comandante che di volta in volta gli imporrà degli obbiettivi per consentire loro la fuga.

I primi incontri che farete con il personale non più vivo, ma nemmeno abbastanza morto, saranno a dir poco agghiaccianti. Scordatevi i “simpatici” zombi di resident evil o qualsiasi altra apparizione digitale di videogames horror.
Le imperfezioni della pelle, i rilievi e le rughe del viso, i denti scintillanti, le carni molli e appese: erano persone.
Quello che vi si parerà innanzi, complice la grafica, avrà un realismo senza precedenti. I loro movimenti, i giochi di luce sui loro volti contratti, quel tremante desiderio di raggiungervi, tutto vi suggerirà che quello che avete di fronte è vero e molto pericoloso. Le malferme fonti di luce, anche una singola scintilla, si stendono su qualsiasi superficie mettendo in evidenza ogni imperfezione e proiettando ombre fotorealistiche animate in tempo reale.
Considerato che il sistema di ombreggiatura punto per punto costituisce l’elemento di forza del motore grafico implementato da Carmak e soci, il nostro marine è stato dotato di una bella pila, grazie alla quale sarà possibile dissipare le tenebre. Il problema è che spesso ci troveremo ad illuminare cose che non avremmo voluto vedere!
In più quando usiamo la pila non potremo imbracciare nessuna arma e questo contribuirà ad aumentare la tensione.

Immaginatevi ora un corridoio buio, il sibilo di un tubo rotto da cui fuoriesce del gas, la traballante luce di una lampada che a tratti rompe l’oscurità e dal fondo il suono di qualcosa che si trascina e due puntini rossi che si avvicinano lentamente… accendendo la luce potremo vedere che quei punti rossi non sono altro che gli occhi dello zombi che sta minacciosamente avvicinandosi a voi attraversando la coltre di fumo.
Ma a queste simpatiche creature si fa presto l’abitudine.
In fondo gli zombi non rompono le pareti per saltarvi addosso, ma c’è chi lo fa!

I mosti vengono generalmente introdotti da una sequenza in real time che sottolinea l’orrore senza rompere il ritmo di gioco. Il bestiario vomitato dalle fauci dell’inferno, con cui ci troveremo a fare la conoscenza, è decisamente molto nutrito e mano a mano che si prosegue viene arricchito con nuovi elementi.
Di tanto in tanto, per cercare di fare pulizia in maniera più efficace, verranno introdotte nuove armi. Imbracciando questi nuovi giocattoli ci sentiremmo per qualche momento più sicuri… ma i colpi non durano in eterno.
I programmatori hanno inoltre deciso di inserire qualche perla che ci potesse riportare indietro fino ai primi due episodi. Ecco arrivare infatti su una base di marte, senza alcun motivo apparente, la MOTOSEGA!!! Questa si che è un’arma! Con questo gingillo tra le mani vi sentirete davvero felici e sarete liberi di affrontare le tenebre senza più alcun timore (si fa per dire).
Anche l’introduzione del God Mode contribuisce ad aumentare l’epicità dì questo remake; con zombi che schizzano a destra e manca mentre noi sfoghiamo un pò di rabbia e frustrazione e facciamo piazza pulita a suon di granitiche nocche (leggesi: a pugni in faccia).

Ma Doom3 non è solo un ignorante sparatutto. La trama è accattivante e orchestrata in maniera egregia. Oltre alle sporadiche comunicazioni con il nostro superiore, contribuiranno ad indirizzarci nella giusta direzione i PDA; ovvero dei palmari di cui ogni colono è dotato. Questi strumenti forniscono la possibilità di accedere alle mail e alle annotazioni personali dei suddetti, fornendoci così preziosi dati per accedere ad aree riservate e arricchendo il flusso narrativo.
Ci capiterà anche di incontrare dei sopravvissuti, utili per proseguire la nostra corsa fuori dall’inferno.

L’interazione con gli elementi del fondale è l’ennesima dimostrazione di come tutto sia curato in maniera maniacale. Quando ci avviciniamo al touch-panel di un terminale ci sarà possibile interagire con questo utilizzando il puntatore dell’arma,che per l’occasione si trasformerà nella classica freccia di windows. Non avete idea di quanto sia bello poter premere tasti di un terminale pieno di lucette, grafici in movimento e scritte strane per vedere che queste cambiano con la pressione di un vostro dito. Inutile dire che gli enigmi spesso si risolvono cercando un codice tra le mail del nostro PDA o premendo bottoni a caso su un terminale; d’altro canto questo è Doom non “la settimana enigmistica” e comunque premere bottoni colorati a caso appaghiamo il bambino che è in tutti noi (avete presente quando li si mette d’avanti alla tastiera di un qualsiasi oggetto elettronico??).

DooM3 si può considerare una killer app per gli impianti Audio da pc a 6 canali. Grazie a questo potrete organizzare delle stupende gare di salto in alto dalla sedia, perché questo gioco vi farà letteralmente drizzare i capelli sulla testa, ma vi assicuro che alzare le casse vi darà grande “soddisfazione”.
Il sonoro, senza dilungarsi, è tranquillamente paragonabile a quello di un film di fantascienza. Grazie ad un impianto adeguato la sensazione di esserci sarà Totale (spero non abbiate a pentirvene).

Alla base della paura generata da Doom3 c’è uno studio di ciò che generalmente spaventa chiunque: scricchiolii e rumori mentre siete soli al buio, ragni (con tanto di testa da demone). I designer hanno provato a toccare le emozioni del giocatore gettando la sua anima direttamente all’inferno.
Risulta strano che sulla scatola non risulti che è vietato giocare dalle 20:00 di sera alle 6:00 del mattino.

Come hanno sempre detto i ragazzi di Id Software: il gioco sarà sugli scaffali “When it's done!”; così non hanno dovuto rinunciare a nulla del progetto e delle idee che si presentavano nelle loro menti malate, ma questo gli è costato ben 4 anni di lavoro durante i quali non hanno lasciato nulla al caso. Doom3 è esattamente quello che loro e noi volevamo che fosse.

La domanda che tutti vi starete facendo è: “Per godermi questa meraviglia che macchina devo avere?”. La risposta è: “NON SPERATE DI CAVARVELA CON MENO DI 2.6 Ghz E 512MB DI RAM!”
Il potente motore grafico richiede inoltre una scheda video adeguata con almmeno 128 MB di ram (nVidia o Ati, fate voi).
Io sono riuscito a farlo girare anche su un portatile con una nVidia5600go a 64MB, processore da 2,8Ghz e 512 MB di ram ma nonostante le caratteristiche, a causa della scheda video poco potente, il gioco girava al minimo delle impostazioni con un framerare che rasentava lo “scattoso”. Per cui, se non volete morire dalla rabbia, prima di acquistarlo fatevi due conti. Sarebbe un peccato dover scendere a compromessi fino al punto di rovinare la giocabilità.

Gia che ci siamo spendiamo due parole conclusive anche su quest’aspetto. In Doom3 tutto fila liscio, la trama è scorrevole e accattivante, il desiderio di spingersi oltre supera la paura del buio e ci porta a valicare quella cortina di fumo o quel corridoio illuminato solo dalle luci di emergenza.
I puzzle sono semplici ma ben congegnati e ti permettono di andare comunque avanti nel gioco. Tutto è stato calibrato in modo da non far bloccare il giocatore… o meglio quasi tutto.
Ho passato circa mezz’ora per cercare di fare un salto. Se dovessi cercare un difetto lo troverei in un livello più che in un aspetto del gioco. Si tratta di un punto in cui dovrete dare sfoggio di tutte le vostre qualità ginniche per saltellare da una piattaforma all’altra, con tanto di ostacoli che vi si parano innanzi e marine indemoniati che vi sparano. Quello è l’unico pezzo che potrebbe risultare frustrante.
Volendo essere pignolo potrei fare un appunto circa l’intelligenza artificiale dei mostri che si limitano a saltare fuori, sparare e , salvo qualche raro caso, attaccare seguendo una percorso prossimo al frontale.
Ragionandoci bene però la maggior parte delle creature che ci troveremo a fronteggiare sono realmente decerebrate; demoni infernali per lo più abituati a trasformare in spezzatino le loro vittime… che strategia volete che abbiano?? E infondo sono grato ai programmatori per non aver fatto di loro anche dei perfetti stratega. Mi basta la loro propensione per gli agguati notturni!
Un aspetto del gioco rimasto ad uno stadio del tutto embrionale è il Multiplayer.
Ritengo che questo non sia assolutamente penalizzante per due motivi. Innanzitutto Doom3 è stato sviluppato per essere giocato in modalità single player. In secondo luogo immagino che i ragazzi di Id abbiano ancora in serbo per noi qualche sorpresa come per esempio dei MODS. Ad ogni modo si può sempre fare affidamento su una folta schiera di maniaci programmatori pronti a sfornare nuovi schemi e modalità di gioco. Comunque se si è alla ricerca di uno sparatutto on-line dovrete rivolgere lo sguardo altrove; ma sarebbe un vero peccato rinunciare ad un gioco del genere.
In oltre il motore di Doom3 verrà utilizzato (con le giuste ottimizzazioni) anche per il prossimo Quake 4 che con molta probabilità sarà orientato proprio verso il Gaming online.

Doom è da sempre un gioco “destinato” a segnare le ere videoludiche. Questo Doom3 che rappresenta un omaggio e un remake ai primi due episodi della saga, stabilisce dei nuovi standard qualitativi. Seguiranno giochi con una qualità grafica sempre maggiore, come è sempre stato e sempre sarà, ma la miscela di buio e adrenalina che danno forma a questo incubo, trascendono le leggi del mercato che ne vogliono un indiscusso campione d’incassi e si trasforma in un icona; quella di primo gioco di una nuova generazione. Per me di certo è un’opera d’arte.



   
Davide “IL CANO”    
 
   
 

  Prodotto
  Activision
  Sviluppatore
  Id Software
  Genere
  Sparatutto
  Giocatori
  1
  Lingua 
  Italiano
  Votazione
   
  + Punta di diamante:
  - Impatto audiovisivo da paura!
  - E’ un incubo da sconfiggere… e lo sconfiggerai.
  - Pecora nera:
  - Perché avete fatto le piattaforme così lontane!!!
  - Prima o poi finisce e il multiplayer non riempie quel vuoto incolmabile.Per ora...
 
 
 
 
 
 
 

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