Videogiochi:
arriva il Padrino II, il kolossal-sequel della saga di
Coppola, che insegna a gestire “La Famiglia”
In occasione del 35° anniversario della trilogia
targata Coppola, arriva in Italia il secondo capitolo
del videogame che ha venduto oltre 5 milioni di copie.
In tutto il mondo gia’ oltre 1 milione tra prenotazioni
e copie vendute, mentre c’e’ chi protesta
perche’ “insegna a diventare mafiosi”
Dalla sua uscita nel 2004 ha venduto piu’ di 5 milioni
di copie. Hanno accettato di “interpretarlo”
colossi del cinema come Marlon Brando e Robert Duvall.
Sono nate ben 1 milione e 700 mila pagine web, community
e pagine su facebook ad esso dedicate. Si tratta naturalmente
de Il Padrino, il videogioco ispirato al pluri-premiato
film di Francis Ford Coppola e all’omonimo libro
di Mario Puzo. Oggi, in occasione del 35° anniversario
della trilogia considerata una pietra miliare della storia
del cinema (costantemente al primo posto della classifica
dell’Internet Movie Database) e che vanta ben tre
premi Oscar, arriva il secondo e attesissimo episodio
in versione “digitale”: Il Padrino II. Non
una semplice trasposizione cinematografica, ma un vero
e proprio sequel, o come lo ha definito la ABC, “il
primo esempio di spin-off della saga cinematografica firmata
dal genio di Coppola e interpretata dai giganti del grande
schermo”.
Ispirato al secondo capitolo della trilogia cinematografica,
il gioco distribuito da Electronic Arts, trasporta infatti
i giocatori nella Cuba del 1958 dove, durante un vertice
della mafia all’Havana, il boss a capo della famiglia
viene ucciso. Si rischia il caos, la “famiglia”
e’ decapitata e gli altri clan sono pronti a darle
il colpo di grazia, impadronendosi di tutti i business.
L’unico modo per evitarlo e’ che uno degli
affiliati si prenda la responsabilita’ della gestione
del territorio e degli affari della famiglia e impedisca
alle altre di dividersi i racket del defunto Padrino.
Il risultato? Un gioco iper realistico che, come cita
il Guardian, e’ “un incredibile esempio di
mix tra un’avventura, un gioco di ruolo, uno shooter
in prima persona e un videogioco strategico e gestionale,
il tutto con le atmosfere uniche gia’ vissute con
il capolavoro cinematografico da cui prende ispirazione”.
Se nel primo episodio lo sfondo in cui si muovevano i
protagonisti erano le strade della Grande Mela, ora lo
scenario del gioco sono Cuba e Miami, dove il giocatore,
vestendo i panni di Dominic, un giovane immigrato italoamericano
affiliato al clan Corleone, deve elevare la “famiglia”
al di sopra di tutte le altre, costi quel che costi. Un
vero e proprio “percorso” di crescita: dalla
riscossione del “pizzo” alle grandi operazioni
criminali e finanziarie. Il tutto con un’assoluta
liberta’ d’approccio: la citta’ e’
aperta a qualunque scelta, come riporta il Telegraph,
“senza missioni obbligatorie, ma con un solo ed
unico obbiettivo, la supremazia assoluta sulle altre famiglie
e soprattutto una vera e propria scuola di mafia, che
insegna a gestire l’impero della famiglia”.
Il Padrino II, che come il primo episodio e’ realizzato
su licenza della Paramount Digital Entertainment, infatti
permette al giocatore di agire come un “picciotto”
qualunque affiliato al clan e contemporaneamente di pensare
come un vero boss. Di volta in volta, infatti, il giocatore
puo’ scegliere se “sporcarsi le mani in prima
persona”, vivendo cosi’ l’aspetto action
game, o gestire e tirare le fila di un vero e proprio
esercito di scagnozzi. Un aspetto, quello della “scuola
di mafia” che alla sua uscita in Usa ha fatto alzare
voci di protesta.
L’obiettivo finale del gioco e’ diventare
il piu’ potente clan degli Usa, districandosi abilmente
tra affari loschi e agguati a sorpresa. All’interno
del gioco, infatti, Dominic compie un vero e proprio percorso
di crescita, una sorta di “scuola di Mafia”,
che lo porta a gestire nell’ombra tutti i traffichi
loschi di una grande metropoli. Mentore di questa crescita
criminale sara’, come nel film, un personaggio d’eccezione,
Robert Duvall, nelle vesti di Tom Hagan, consigliere della
famiglia Corleone, che nella sua versione digitalizzata
assiste il giocatore in ogni fase della sua crescita.
Non basta infatti saper “rompere teste” o
incendiare negozi per diventare un Padrino: un vero “boss”
deve necessariamente essere in grado di stabilire come
e quando usare i propri uomini, ordinando loro di dichiarare
guerra ad una gang nemica o di stringere un’alleanza,
di compiere una missione delicata all’estero o magari
piazzare una bomba in una delle attivita’ delle
famiglie rivali. Cio’ significa che il videogiocatore
dovra’ investire nella “famiglia”, gestirne
in prima persona gli affari, riuscendo a crearsi una rete
di protezione, grazie ad un sapiente lavoro di corruzione.
Con il vecchio gioco del “io faccio un favore a
te, tu ne fai uno a me”. Una parte importante del
gioco, infatti, e’ proprio legata all’attivita’
di corruzione volta a crearsi degli amici nelle stanze
dei bottoni: dai giornalisti, ai poliziotti, passando
per i politici e i giudici, dosando minacce e regali.
Dopotutto “it’s only business” e le
offerte di un boss non si possono rifiutare.
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