È con il cuore spezzato che faccio
questa recensione, sono davvero triste,
per la prima volta stavo per parlare realmente
bene di un gioco platform, vedevo uno spiraglio
di luce nel grigiore dal quale neanche i
migliori titoli scappano, e invece mentre
mi appresto a cominciare la disquisizione
un sentimento di tristezza è quello
che meglio identifica il mio stato d’animo.
C’è luce in fondo al tunnel?
Vedremo.
Il giorno che ricevetti il gioco in questione
conoscevo già a grandi linee di cosa
si trattava e mi erano arrivati pareri discordanti
anche se quelli buoni erano sicuramente
interessanti.
Decisi di provarlo subito e… la meraviglia
s’impossessò di me, ero realmente
di fronte ad un gioco dalle potenzialità
enormi, e non tanto perché rivoluzionasse
gli aspetti tradizionali dei platform, considerati
ormai un dogma di perfezione da addetti
e appassionati, quanto perché finalmente
ci trovavamo di fronte ad un gioco realmente
divertente.
Ma andiamo con ordine.
Innanzi tutto dalla trama non arriva che
una blanda indicazione del tema portante
del gioco, il succo della storia, infatti,
è fuggire da un laboratorio che fa
ogni sorta d’esperimenti su animali
indifesi; i paladini della giustizia sono
una donnola ed un coniglio legati insieme
da una catena, e già questo basterebbe
a rendere eccentrico il gioco, ma la cosa
più divertente è che in questo
dinamico duo la mente è la donnola
e il braccio il coniglio, ove per braccio
intendo quello che svolge tutte le attività
pratiche e di norma pericolose che la donnola
gli impone.
Non vi voglio anticipare nulla perché
vi toglierei il gusto di scoprire le aberrazioni
dei programmatori, le trovate assolutamente
devastanti che si sono inventati.
Graficamente ci troviamo
di fronte ad un prodotto secondo me sufficiente,
nulla di più.
Gli sfondi sono eccessivamente squadrati
e poligonali secondo me, è un peccato
perché avrebbero potuto essere molto
migliori, mentre sembrano buttati giù
a tempo perso e senza troppo impegno.
Stesso discorso per le animazioni, esclusi
i protagonisti.
I dottori, gli animali, tutto ciò
che si muove oltre a non essere particolarmente
bello a vedersi si muove in maniera poco
naturale e un po’ troppo meccanica,
scattosa, poco gradevole a vedersi.
Grazie al cielo i protagonisti sono realizzati
bene, anche se qui traspare il poco impegno
di fondo profuso nel gioco.
Le animazioni delle evoluzioni del coniglio
sono molto belle e riuscite, le espressioni
sono meravigliose e vi capiterà di
commuovervi pensando al povero roditore.
Il Sonoro non è
nulla di particolare, farete un casino pazzesco
menando il coniglio a destra e a manca e
io rumore di botte e esplosioni di ogni
tipo sarà a vostra principale colonna
sonora, lasciando in secondo piano le musiche,
peraltro non troppo impegnative.
La Giocabilità rappresenta
il dottor jekill della situazione, essendo
contemporaneamente sia l’aspetto più
originale sia quello più carente.
In sostanza dovrete menare il coniglio a
destra e a manca per rompere il più
possibile del laboratorio e per passare
di livello in livello.
Nulla di più. Un po’ pochino,
non trovate?
In effetti come vi dicevo è l’elemento
più originale perché le trovate
che vi troverete ad affrontare saranno veramente
esilaranti, ma dopo una mezz’ora di
azione ripetitiva… ci siamo capiti.
La Longevità è
direttamente collegata alla giocabilità,
il gioco non durerà tantissimo e
purtroppo difficilmente lo riprenderete
in mano.
Questo punto parte una disquisizione su
un problema.
Creare un gioco originale è realmente
un’impresa che riesce raramente e
a pochi, ma ancora più raro è
saper fare bene videogiochi.
Il punto è che non bisognerebbe buttare
via la possibilità di creare un successo,
prima ancora che economico, di tecnica,
un vero capolavoro pur rimanendo nell’ambito
di un genere.
Whiplash è un ottima
idea di gioco, poteva, DOVEVA
essere realizzato meglio.
Possibile che chi ha ideato una tal brillante
idea di gioco abbia saputo con altrettanta
“bravura” sprecarla
creando quello che a tutti gli effetti è
un gioco, e nemmeno dei più divertenti?
Sarò onesto, questo gioco merita
un voto brutto, forse appena sufficiente,
ma come tutti i bravi giudici dovrebbero
fare bisogna saper andare oltre le semplici
apparenze e cogliere gli aspetti più
nascosti, quelle finezze che potrebbero
sfuggire ad una visione affrettata.
Quando ho cominciato a giocare ho subito
pensato ad un vecchio gioco per megadrive
che provai 10 anni fa, Tojeam &
Earl (chiedo scusa se il titolo
è sbagliato) che è di un genere
totalmente diverso dal classico platform
frenetico.
Credo che chi conosce questo gioco sarà
d’accordo con me nel ritenere che
questa coppia dovrebbe essere sfruttata
per dare vita a vere gag e non semplicemente
come maldestri demolitori di laboratori.
Voglio fare una cosa strana,
darò due voti, uno al gioco e uno
all’idea, perché non è
giusto condannare un’idea sicuramente
vincente solo perché il primo gioco
è stato realizzato incredibilmente
male e con un pressappochismo impressionante.
Sono convinto che bisogna dare una seconda
chance a questo gioco, speriamo in bene.
Voto al gioco: 6 - Voto
all’idea: 9
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