Per la prima volta nella mia lunga (?) carriera
di recensore mi trovo ad esplorare 2 territori
a me poco consoni, le avventure grafiche
(non ne gioco una intensamente dai tempi
monkey island…il primo, i vari myst,
riven e co li ho giocati ma mai realmente
apprezzati…) e la macchina su cui
girano, l’amato/odiato PC che ultimamente
è stato usato per videogiocare dal
sottoscritto solo per il pluriosannato capolavoro
made in Valve che risponde al titolo di
Half Life 2…
Preamboli a parte mi sono avvicinato a questo
titolo della Adventure Company con alcune
riserve che sono state in parte debellate
grazie ad alcuni pregi davvero encomiabili
ed in altre confermate da un gameplay che
non ne vuole sapere di rinnovarsi, ma andiamo
con ordine…
…un freddo ancora pressante
agli inizi della primavera…
L’avventura si apre con la voce fuori
campo di un giovane cacciatore “cro
magnon” che introduce gli
avvenimenti che da li a poco affronteremo.
La sequenza mostra il preistorico novizio
inseguire un cervo, nel rocambolesco tentativo
di catturarlo si trova in prossimità
di una misteriosa caverna. Distratto dalla
curiosa rientranza non si accorge dell’avvicinarsi
di un pericoloso felino, che vista la sorpresa
del malcapitato, decide di cambiare itinerario
lasciandosi sfuggire il cervo e concentrando
le proprie abilità di predatore sul
Nostro… velocemente il giovane scappa
nella grotta e assicura la propria incolumità
con un grosso masso poco dopo l’ingresso
principale…obiettivi, scacciare il
felino ed esplorare l’affascinante
rientranza. Da qui parte la nostra avventura,
nella più classica e radicale tradizione
degli ormai “preistorici”
punta e clicca (in questo gli sviluppatori
sono rimasti in tema…). Gli enigmi
sono da subito accessibili e non richiedono
un enorme sforzo cognitivo.
Il pregio più grande per ciò
che concerne il game play
è un immensa e dettagliata enciclopedia
multimediale che descrive in ogni sua parte
gli usi e costumi dei nostri antenati accompagnandoci
in maniera puntuale in tutta la narrazione
enfatizzando le nostre azioni e spiegandoci
l’effettiva utilità di alcune
performance all’apparenza banali.
Tutto il lavoro di documentazione non fa
altro che aumentare il realismo di un altrimenti
troppo poco credibile racconto interattivo.
L’interfaccia presenta le consuete
“celle” di
alloggiamento per i vari oggetti che raccoglieremo.
L’interazione di questi con l’ambiente
circostante è solo questione di metodicità
e logica, in alcuni casi l’utilizzo
degli stessi sarà lampante, in altri
dovrete “comporre” l’utensile
con quello che troverete, nulla di sconvolgente
ma indubbiamente interessante ai fini puramente
ludici. Molta enfasi viene data alle pitture
rupestri che sarete chiamati a decifrare,
tutte artisticamente credibili e permeate
di un certo aspetto “arcaico”
che non trova riscontro in nessun altro
titolo di pari fattura. Su di esse si basa
circa ¾ del gioco, importantissime
per tutta la parte riguardante la sopraccitata
enciclopedia multimediale.
…un cacciatore inesperto e
un po’ impacciato…
Anche Secret of the lost cavern soffre del
medesimo difetto dei prodotti di questo
tipo, l’interattività. Al passaggio
del puntatore del mouse, gli oggetti su
schermo utilizzabili, verranno evidenziati
da un icona, una volta “cliccati”
scompariranno per apparire nel nostro menù,
se equipaggiati appariranno in un'altra
finestra…fine, mai un animazione che
ne giustifica l’utilizzo o il modo
in cui si è venuti in possesso, o
meglio, mai controllata da giocatore. Tutto
ciò che dovrebbe definire i movimenti
del Nostro sono assolutamente inefficaci
risultando sempre mortalmente statici, tranne
che per la telecamera (punto di vista del
PG) che in ogni caso può solo guardarsi
intorno da fermo, mai in movimento, questo
infatti è realizzato con un cambio
img intervallato da un fastidioso schermo
nero ( frazione di secondo ma pur sempre
evitabile). Fortunatamente il livello di
dettaglio delle ambientazioni è ottimo
e estremamente suggestivo. Le texture sono
di qualità eccellente, a tratti fotorealitiche(l’ambiente
naturale è reso in maniera stupefacente,
terra, rocce, erba, alberi, sono tra le
migliori rappresentazioni digitali che abbia
mai visto) se si considera che è
l’ambiente è l’unica
cosa che possiamo “ruotare”
a piacimento, è almeno un vantaggio
di un’altrimenti noioso sistema “sequenziale”.
Pollice verso invece per gli animali, da
lontano sono splendidi, da vicino sembrano
impagliati e grossolanamente definiti…triste,
perche gli “umani” sono tutti
davvero ben fatti, sia nelle movenze sia
nelle espressioni facciali.
Di poco impatto il comparto sonoro, delinea
solo i momenti davvero cruciali e il più
delle volte si limita a diffondere gli effetti
sonori, buoni ma limitati…doppiaggio
in italiano di eccellente fattura.
…un segreto che presto verrà
alla luce…
L a storia è un po’ lenta a
decollare, ma quando prende il volo lo fa
in maniera irreversibile!
Il titolo coinvolge e a tratti emoziona,
le tematiche legate ai nostri antenati non
sono mai state trattate con la dovuta profondità
narrativa, questo titolo raccoglie una sfida
non certo facile, ma possiede tutte le peculiarità
atte a rivalutare un altrimenti poco sfruttato
periodo storico ricco di spunti narrativi
(nonché di notevole atmosfera)…
consigliatissimo agli amanti del punta e
clicca.
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