Anno di grazia 2004, sua
santità il Webmaster pone alla mia
attenzione un nuovo prodotto made in Konami,
il cui nome rievoca in me emozioni sopite
facendo leva sulla nostalgia dei pomeriggi
passati davanti al N.E.S.
L’annuncio da parte della prestigiosa
softco di realizzare un prequel della saga
per PS2 mi rese oltremodo felice, mancava
un Castelvania sul monolite... mancava un
nuovo Sinphony of the Night.
Ciò che invece mi rese dubbioso fu
la successiva parte dell’annuncio...
sarebbe stato tutto in 3d... UAAAARGHHH!!!!
Se ricordate anche voi le versioni viste
su N64 converrete che i dubbi erano del
tutto leciti...
Fortunatamente questa nuova avventura non
delude come quelle viste sul nintendone
ma purtroppo non splende ne per originalità
ne per realizzazione tecnica.
Scavando nella memoria mi sono venuti in
mente diversi titoli che portano il nome
ingombrante di Castelvania, alcuni davvero
spettacolari (considerando ovviamente l’epoca
in cui sono usciti).
Quasi ogni piattaforma ha ospitato un Belmont
(o parenti prossimi), un castello e vari
mostri da massacrare con fruste, croci e
acqua santa.
Simon’s quest su NES
fu il primo della serie ad introdurre elementi
gdr, Dracula X vide la
luce su PC-ENGINE ed ancora
oggi rimane per grafica e narrazione uno
dei migliori platform mai prodotti
(i giochi per quel gioiellino della NEC
uscivano su cd-rom già nel’90
e permettevano filmati tra uno schema e
l’altro di qualità notevole,
e si trattava di un 8bit ultrapompato!!!).
Poi arrivò il capitolo della serie
che negli anni a venire sarebbe diventato
un termine di paragone per tutti i successivi
seguiti, ovviamente sto parlando del meraviglioso
quanto inimitabile Sinphony of the night...
P enso sia superfluo decantarne le lodi,
i capitoli usciti per GBA servono solo a
dimostrare quanto fosse grande il fratello
maggiore uscito per PSONE.
Lament of Innocence entra a far parte della
famiglia con enormi aspettative da parte
dei fans e purtroppo per certi versi delude
limitandosi ad entrare in punta di piedi
in un genere che dire inflazionato è
usare un eufemismo.
Qui sotto elencati i motivi del perché
sono tornato a giocare a Circle of the Moon
per GBA dopo aver provato questo Castelvania.
Grafica: Il gioco si
apre con una schermata interessante, il
selettore 50 o 60 hrz, a volte assente da
titoli di più forte risonanza (Z.O.E.
2 fra tutti).
A questo punto parte una presentazione tra
le peggiori che abbia mai visto! Parole
che scorrono su un non meglio precisato
sfondo raccontandoci, tramite una voce da
vecchio saggio della montagna, la rava e
la fava avvenuti prima dell’inizio
dell’avventura.
Dopo aver raggiunto la schermata dei titoli
(in tutto e per tutto identica a tutti i
Castelvania) assisteremo ad un filmato realizzato
con il motore del gioco di qualità
non certo scadente ma lontano anni luce
dall’essere entusiasmante.
Alcune delle locazioni sono piuttosto suggestive
e il suddetto engine svolge degnamente il
suo compito ma senza stupire, le telecamere
sono fisse come in Devil May Cry ed inquadrano
in maniera piuttosto valida l’azione
muovendosi in maniera fluida senza rallentamenti
di sorta.
Il nostro Leon Belmont (così si chiama
il nostro protagonista) è realizzato
decisamente bene, dinamico e veloce quanto
basta per colpire, saltare, schivare ed
attaccare in maniera divertente compiendo
combo su combo contro i malcapitati diavolacci
che incontrano la nostra frusta.
La parte peggiore, a mio avviso, è
la qualità delle texture assolutamente
prive di profondità e di qualità
costantemente medio bassa.
Altra nota negativa è sicuramente
la struttura architettonica dei livelli
praticamente identica in ogni parte del
castello, stanzoni che si differenziano
l’uno dall’altro a volte solo
per scelte cromatiche e per i nemici che
vi ospita (anch’essi differenziati
solo per il colore o l’arma in possesso).
Il problema fondamentale e che questo gioco
è uscito nel 2004 e nonostante gli
anni viene surclassato in ogni sua parte
da Devil May Cry, un titolo uscito ormai
due anni fa (2 ANNI FA!!!)
Piuttosto umiliante per un titolo dal nome
così importante.
Sonoro: Arriviamo alla
parte migliore del gioco, il titolo è
infatti dotato di un validissimo Dolby Pro-Logic
II, ottimo per divulgare nelle vostre casse
le suggestive musiche che vi accompagneranno.
Alcune di esse sono molto evocative, altre
forse poco azzeccate per il momento in questione
ma di indubbia qualità compositiva.
Buoni anche gli effetti sonori e il doppiaggio
anche se la voce del nostro eroe la sentiremo
solo nel filmato introduttivo.
Giocabilità:
Nel primo livello, dopo aver preso la frusta
da Rinaldo (nel filmato capirete chi è..),
inizieremo un breve (mica tanto ma va bè)
tutorial utile quanto noioso.
Presa confidenza con i semplici comandi
affronteremo una dietro l’altra le
stanze del cupo maniero fracassando di mazzate
i tizi che vi sono contenuti. Ci saranno
come da tradizione semplici enigmi da risolvere
e oggetti da trovare alcuni nascosti piuttosto
bene, ma fondamentalmente il gameplay si
basa su concetti blandi e limitati (inquadra
il bersaglio e spara...).
Il vero spirito della serie riaffiora con
i mostri di fine livello abbastanza tosti
da richiedere di più che la semplice
pressione dei tasti in sequenza.
Motivo di perplessità sono l’acquisizione
delle combo e la quantità irrisoria
di oggetti davvero utili.
Le prime si ottengono picchiando mostri,
più ne meni più combo ottieni,
di volta in volta apparirà una finestra
informativa che illustrerà la combinazione
ottenuta limitando di conseguenza l’inventiva
del giocatore.
Nel caso degli oggetti una buona parte sono
del tutto inutili, altri invece si riveleranno
fondamentali per passare alcuni ostacoli.
Drammatica (a volte) la selezione degli
stessi, il tutto avviene in tempo reale
tramite una finestra che limita la visuale
e, nei momenti in cui l’azione si
fa più concitata, dà non poco
fastidio.
Longevità: Il titolo
è discretamente lungo ma la disarmante
linearità lo rende non poco noioso
senza contare la difficoltà irrisoria
del prodotto, giusto i boss di fine livello
mettono un po’ di pepe agli scontri
ma non sono mai così complessi da
limitare l’avanzamento al livello
successivo.
In conclusione devo ammettere
che il gioco mi ha deluso...
Non ha dei difetti tali da considerarlo
pessimo, ma poco fa per emergere tra il
marasma di titoli dello stesso filone.
Il nome che porta ha creato un’aspettativa
elevata e forse molti di voi (come me del
resto...) si aspettavano un altro Simphony
of the Night e non un clone mal riuscito
di Devil May Cry, l’arma utilizzata
lo rende più simile a Rygar ma anche
a confronto con quest’ultimo perde
su tutti i fronti... Insomma un giochino
semplice confezionato con una discreta cura
che non sarebbe calcolato dai più
se non avesse il nome che porta...
|
|
|