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Brothers in Arms: Road to Hill 30


“Un uomo quando và in guerra ha due famiglie: quella che lo aspetta a casa al suo ritorno e quella con cui spera di tornare vivo.”
Un improvviso risveglio con la voce di qualcuno che tuona:“Giù la testa Baker!” seguito da fischi di proiettili da ogni dove che, ricorda al protagonista di trovarsi in trincea, asserragliato con i suoi soldati a difendersi dall’orda nazista che li tiene sotto assedio. Una breve scaramuccia poi il buio... e la storia inizia.
Il racconto parte, come un flashback, una settimana prima dell’evento appena menzionato, quando durante il fatidico D-day, un lancio non proprio perfetto vi separa dalla compagnia e vi catapulta giù all’inferno. Una piccola squadra di soldati per una piccola storia che non ha cambiato l’esito della guerra, ma la vita di pochi uomini. Niente cose in grande, solo la speranza di uscire dall’orrore con qualche graffio sul cuore che mai si rimarginerà.

Prima c’è stata Electronic Arts con la serie Medal of Honor, poi è arrivata Activision con il pluri blasonato Call of Duty, ed ora è giunto il momento di Ubisoft con Brothers in arms.
Ciascuno di questi giochi ha avuto il merito di inventare qualcosa di nuovo per calare il giocatore nella parte del soldato alle prese con il Secondo Conflitto. Il primo della lista possiamo definirlo il capostipite del gruppo a cui tutti devono i propri natali; il titolo Infinity Ward poggia le sue solide fondamenta sulla presenza di innumerevoli soldati da ambo le parti a contendersi la vittoria sul campo, ponendo il giocatore come semplice pedina nel cuore della battaglia e non più eroe solitario in grado di cambiare le sorti della guerra. Gearbox ha cercato di distinguersi, introducendo un elemento nuovo in questa catena di miglioramenti:
si tratta del rapporto con i soldati della propria squadra. Non più semplici robottini armati di fucile ed istinto di sopravvivenza minimo, ma veri e propri compagni d’armi con un nome, una faccia, una personalità e dei ricordi o caratteristiche uniche che vi permetteranno di identificarli.

La trama è il cuore di questo gioco, ma la strategia ne è l’anima. Un pò come avviene nel recente Republic Commando della Lucas, vi toccherà il compito di gestire i vostri uomini attraverso le linee nemiche.
Il sistema di controllo classico degli FPS viene coadiuvato da un’intuitiva gestione delle unità sul campo ai vostri ordini. Premendo il tasto destro del mouse, appare un puntatore speciale, che serve per l’appunto a guidare le azioni delle squadre sotto il vostro controllo. Per fare un esempio potrete mettere un gruppo a fare fuoco di sbarramento su dei crucchi e farvi seguire dal resto della compagnia per aggirare e cogliere sul fianco il suddetto nemico. Per semplificare le operazioni di gestione tattica, in qualsiasi momento potrete richiamare una specie di mappa (una visione sopraelevata da 3/4 ) che vi indicherà la posizione di tutti gli uomini visibili, alleati e non.
Questa peculiarità del controllo sul resto del plotone vi caricherà della responsabilità che un soldato di un videogioco digerisce a fatica. Qui chi viene colpito non resta in vita, ma cade, e vi resta sulla “coscienza”, un fattore a cui altri titoli bellici non ci hanno abituato.
La difficoltà del gioco non è neppure tanto bassa, e raggiungere alcuni obbiettivi alle volte è molto difficile, soprattutto quando siete sotto il fuoco rovente di una mitragliatrice e gli altri sono fermi a cercare di darvi copertura. Proprio in quei momenti BIA dà il meglio di sé, perchè sarete costretti a prendere delle decisioni tattiche per avere il sopravvento su situazioni schiaccianti.

La durata del gioco si aggira comunque sulle venti ore, con tutte le varianti del caso dovute alla difficoltà selezionata, ma non è facile mollare l’avventura a metà perchè si è bloccati in un punto. I game designer infatti hanno dato la possibilità di ripristinare la salute di tutta la squadra nell’eventualità in cui si venisse atterrati tre volte di seguito nella stessa zona. Comunque, nel caso di una morte prematura, una lacrimuccia solcherà le vostre guance, ma non per il dispiacere dell’evento, quanto per l’asfissiante durata dei tempi di ricarica dell’ultimo checkpoint!

Le azioni di gioco sono descritte da un motore grafico che fa a pieno il suo dovere. La ricostruzione dei paesaggi Francesi sono curate splendidamente (per dimostrarne la fedeltà è stata inserita una sezione di extra con raffronti tra foto reali ed immagini del gioco). I soldati degli eserciti che si fronteggiano sono costruiti da modelli poligonali texaturmappati in modo eccellente, e le animazioni che ne sottendono i movimenti di questi non sono da meno.
Ciò che però rende l’immagine solare ed in netta contrapposizione con gli eventi in corso è l’high dynamic range, quell’effetto di solarizzazione che rende più luminosa ed ariosa l’immagine. E’ strano, secondo me, descrivere la morte illustrando luoghi belli ed assolati. D’altro canto la guerra è guerra, ed anche chiudendo gli occhi il rumore delle mitragliatrici e dei fucili che vomitano in continuazione piombo su ogni fronte, rende raccapriccianti e realistiche le grida dei soldati. Un attimo prima state parlando con un commilitone di Superman e di Batman ed un secondo dopo i mortai irrompono nella tranquillità della truppa. L’audio è sicuramente uno degli elementi meglio realizzati in questo titolo.

Cos’altro possiamo dire di questo gioco che non sia già stato detto?
Che sia bello l’avete ormai capito, comunque Brothers in Arms non è privo di difetti, e sebbene le missioni si alternino tra obiettivi originali ed altri che sanno di piatti riscaldati, si sente molto il peso del tema bellico fin troppo sfruttato. L’appunto che posso muovere un pò con sdegno, riguarda il già citato problema dei caricamenti un pò troppo lunghi, ma potrebbe essere il momento buono per riposare un attimo il cervello o rielaborare in mente una nuova tattica d’attacco.
La realizzazione tecnica è accurata nella ricostruzione e sicuramente bella da vedere e da sentire.
La presenza di bonus da racimolare, portando a termine i vari capitoli ai diversi livelli di difficoltà, funge da attrattiva per intraprendere più volte l’avventura e comandare il sergente Baker, è intuitivo come in tutti i vari FPS.
Ubisoft è quindi pronta a sfidare i capisaldi del genere e BIA è un’arma decisamente affilata, che non mancherà di riscuotere il meritato successo.



   
Sergio    
 
   
 

  Prodotto
  Ubisoft
  Sviluppatore
  Gearbox
  Genere
  Sparatutto 3D
  Giocatori
  1 - 4
  Lingua 
  Italiano
  Votazione
   
  + Punta di diamante:
  - Elemento tattico molto divertente.
  - Grafica e sonoro particolarmente curati.
  - Pecora nera:
  - I giochi a sfondo bellico (WWII) sono un pò troppi.
 
 
 

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