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Aura: Mondi Paralleli


Ci fu un periodo degli anni Novanta in cui il genere delle avventure grafiche si affermo in un modo che sembrava dire: “dalla scena videoludica non mi schioderà più nessuno”.
Erano gli anni di The seven guest, di Myst e dei suoi vari cloni; tutti dotati di storie affascinanti e una grafica di un altro pianeta. Oggi la “The adventure Company” ci propone in modo anacronistico, per l’appunto, un nuovo gioco di questo genere; genere che oramai ha lasciato il posto ad un mercato sempre meno disponibile a far spazio ai vecchi capisaldi a due dimensioni.

La trama di Aura, ci conduce attraverso luoghi fantastici situati in quattro mondi paralleli, alla ricerca di alcuni anelli fatati da recuperare prima del solito fetente di turno, che vuole impossessarsene per ottenere troppo potere.
Quindi una lotta contro il tempo ed il male, cercando questi magici oggetti in grado, secondo la leggenda di creare nuovi mondi e donare l’immortalità a chi li avesse uniti con un misterioso artefatto.
Nel rispetto delle tradizioni, Aura si basa interamente sull’esplorazione di locazioni varie ed affascinanti, sull’analisi di documenti in grado di sviscerare la storia ed infine sulla risoluzione di puzzle, che sono il vero cuore pulsante di questo video gioco.

Gli enigmi sono discretamente congegnati, infatti non risultano impossibili da capire; ovviamente ci sono quelli più facili, dove basta un minimo di colpo d’occhio ed un pizzico di capacità logica; e poi ci sono quelli più difficili che richiedono qualche ora di studio per essere risolti in modo appropriato. Comunque il gioco non è avaro di suggerimenti, forse un po’ troppo criptici a volte, ma comunque non vi troverete completamente allo sbando. Per venirvi in contro e semplificare le cose, è stato introdotto un simpatico sistema che impedisce di interagire con elementi già risolti di un puzzle o di accedere nuovamente ad alcuni punti delle locazioni dove avete già recuperato tutti gli oggetti necessari, in modo tale da non lasciarvi mai la sensazione di aver dimenticato di fare o raccogliere qualcosa in un punto remoto.
Questa meccanica aiuta lievemente a moderare la difficoltà, comunque ben calibrata, di alcuni enigmi particolarmente ostici.

Graficamente la qualità artistica dei background, dei macchinari e dei congegni risulta più che discreta, con scenari altamente evocativi dalla forte componente esotica ed aliena.
Al contrario dei fondali precalcolati risulta alquanto scadente la realizzazione dei personaggi, che si muovono con estrema “legnosità” ed animazioni facciali simil manichino da supermercato.
Ho trovato altri difetti nel comparto video sia nei full motion video che sono compresse ad una qualità non ottimale, sia negli ambienti in cui alcune ombre che dovrebbero essere in movimento risultano fisse (ad esempio la griglia davanti al focolare della prima locazione).
Tutto sommato la parte visiva appare gradevole e ben realizzata, quindi non ci si può lamentare poi più di tanto.

Il comparto audio è abbastanza essenziale; gli effetti ambientali pochi e le musiche mancano di quella carica emotiva da viaggio nel tempo (anche se si tratta di mondi paralleli).
In breve l’accompagnamento sonoro non è il massimo, ma non disturba con suoni oppressivi o temi monotoni. Ciò che stona particolarmente è il doppiaggio dei protagonisti, perché nonostante sia recitato in maniera decente, le animazioni a cui si lega risultano fredde e per nulla emotive.
Vi faccio un esempio: immaginatevi due che si scambiano veloci battute perché hanno alle costole dei soldati ed al posto di avere un comportamento frettoloso o preoccupato si comportano come due perfetti gentleman inglesi che prendono il the… naaaa, non mi piace questa cosa, rovina tutto il feeling della scena.

L’età del genere delle avventure grafiche si fa fortemente sentire in questo gioco, come del resto ci si poteva aspettare.
I fondali pre-renderizzati sono indiscutibilmente di ottima qualità anche se poco vitali, e la libertà di esplorazione è vincolata a dei binari invisibili.
Forse siamo troppo abituati al così detto free roaming, ma chi ama questa tipologia di giochi se ne fregherà altamente dell’impossibilità di distruggere tutto con un cannone al plasma o di rubare macchine in una Los Angeles simulata; chi proviene da una vecchia scuola o adora i giochi riflessivi che richiedono più materia grigia che riflessi avra trovato pane per i propri denti, e non avrà assolutamente a pentirsene.



   
Sergio    
 
   
 

  Prodotto
  DreamCatcher / The Adventure Company
  Sviluppatore
  Streko Graphics
  Genere
  Avventura
  Giocatori
  1
  Lingua 
  Sottotitoli in Italiano
  Votazione
   
  + Punta di diamante:
  - Puzzle molto belli.
  - Impatto grafico dei fondali statici più che soddisfacente.
  - Pecora nera:
  - Non crederete di rigiocarci dopo averlo concluso.
  - Animazioni di scarsa qualità.
 
 
 

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